Cronache dai Palazzi

“Abbiamo un compito più grande delle nostre aspettative e dei nostri desideri. Tutti noi dobbiamo essere capaci di tenerlo ben presente ogni giorno”. La premier Giorgia Meloni invita a non perdere la rotta e ad andare avanti. Dopo le dimissioni del ministro Sangiuliano la premier procede con la nomina del nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli nelle mani del presidente della Repubblica e riprendendo le redini della situazione afferma: “Con Giuli avanti nel rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”.

“Noi stiamo facendo la storia e dobbiamo esserne tutti consapevoli. E questo non prevede né pause né soste, ma tantomeno può consentire errori e passi falsi”. La premier rimarca la necessità di essere centrati “soprattutto quando possono presentarsi delle difficoltà”. “È il lavoro, lo spirito di sacrificio, la determinazione che ci hanno portato al governo della Nazione e che ci consentiranno di continuare a difendere gli interessi del nostro popolo”, ammonisce Meloni aggiungendo: “Siamo sotto mira perché stiamo cambiando l’Italia”.

Non si ammettono passi falsi da parte di nessuno, dato che “siamo sempre stati i giudici più implacabili di noi stessi e dobbiamo continuare a esserlo”, sottolinea la presidente del Consiglio ricordando la missione e l’“occasione storica” conferita dai cittadini all’attuale maggioranza. Si tratta di un’occasione che “non merita di essere sprecata per un errore, una distrazione o una sbavatura”. Ed ancora: “Gli italiani credono in noi più di quanto a volte sembriamo crederci noi”. Nel bel mezzo del caos occorre andare avanti con fierezza e determinazione. In questa prospettiva Giorgia Meloni ricorda i dati macroeconomici in salita a proposito di Pil, occupazione, export, investimenti. Dati “estremamente positivi” che rappresentano “un segnale di grande fiducia”. La presidente del Consiglio rimarca inoltre l’unità del centrodestra e della maggioranza di governo. Un primato confermato anche alle Europee in occasione delle quali è stata registrata “una ulteriore crescita. Tutto il centrodestra è cresciuto e questo ha reso il nuovo governo il più solido e stabile d’Europa e del G7”.

La priorità assoluta è ora la manovra che “sarà una legge di Bilancio ispirata, come quelle precedenti, alla serietà e alla responsabilità”. Tutte le risorse a disposizione saranno concentrate nel “sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie, con un’attenzione particolare a quelle con figli”. Notevoli inoltre le risorse e i progetti a favore del Sud d’Italia che contrastano con le polemiche contro l’Autonomia differenziata. “Con questo governo gli investimenti al Sud sono aumentati del 50%”, scrive Meloni su X, e spiega: “I dati del rapporto Svimez ci dicono che il Pil del Sud nel 2023 è cresciuto più della media nazionale – cosa che non accadeva dal 2015 – di quasi mezzo punto, e che gli occupati nel Mezzogiorno sono aumentati del 2,6% su base annua, anche qui ancor più della media nazionale (+1.8%).

Imprese che assumono, salari più dignitosi e il rafforzamento del potere di acquisto delle famiglie sono in pratica i pilastri fondamentali della prossima manovra, pilastri che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito anche di fronte alla platea di Cernobbio. “Ci sono pochi soldi a maggior ragione non si possono sperperare. Questa è la mia politica di bilancio”, ha ammonito Meloni ribadendo che l’Assegno unico non verrà abolito.

Il Pnrr inoltre è un progetto strategico sul quale l’Italia punterà nei prossimi anni. Adesso inizia la fase della messa terra e sarà la fase in cui i cittadini potranno vedere i risultati concreti. Il prodotto interno lordo italiano cresce e anche l’occupazione è in una fase di ripresa. Cresce in particolare l’occupazione femminile e l’occupazione in generale, grazie all’innovazione e al dinamico tessuto produttivo del nostro Paese. Una prospettiva illustrata anche dal commissario agli Affari economici uscente Paolo Gentiloni che a Cernobbio ha puntualizzato: “L’Italia è nella media delle cifre europee”. Si registra un “miglioramento relativo sui temi occupazionali” e condizioni migliori anche per quanto riguarda l’inflazione. “La crescita è limitata, ma non siamo in una fase di stagnazione come altri grandi economie europee”, ha chiarito Gentiloni.

Giorgia Meloni ha a sua volta ribadito che oggi l’Italia è centrale nel panorama internazionale e più si è credibili sul piano internazionale più si ha la possibilità di realizzare dei progetti concreti: “La stabilita è una chiave di volta”, ha affermato la premier a Cernobbio.

In definitiva “l’Italia è un debitore onorabile”, afferma a sua volta il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso con cui ha aperto in videoconferenza la cinquantesima edizione del Forum Ambrosetti, “una storia trentennale di avanzi statali primari annui, con un debito pubblico cresciuto in larga misura, dal 1992, principalmente a causa proprio degli interessi”.

È palese “che molta strada rimane da fare per dare razionalità a un mercato dei titoli pubblici che trascura temi come il rapporto debito pubblico/ricchezza finanziaria netta delle famiglie”. In particolare “il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un Paese può rivelarsi, come appare da questo esempio, quanto meno opinabile. Una dimensione europea potrebbe restituire verità”.

Non si tratta di “trascurare il debito”: deve essere chiara la consapevolezza di abbatterlo. Nel contempo il presidente Mattarella invita però a “procedere su una strada che assuma con precisione i fondamentali dell’economia come criterio”. Il secondo invito è “completare l’edificio finanziario europeo in maniera più rassicurante per tutti, ponendovi mano sollecitamente”. Non a caso anche il commissario uscente Gentiloni ha sottolineato che in questa ultima fase la squadra della Commissione europea che si avvia a chiudere il proprio quinquennio mira a mettere a punto le regole per far quadrare i conti.

In sintesi “ruolo internazionale e gestione degli aggregati finanziari” sono i due binari fondamentali “di ciò che può essere l’Europa”. In questo contesto sono stati commissionati dalla Commissione europea “Rapporti importanti” a “personalità di rilievo” come Mario Draghi ed Enrico Letta.

Il presidente della Repubblica, infine, mette in fila le priorità: “Completare il mercato dei capitali, le transizioni verde e digitale, affrontare le questioni della pace e della difesa, rispondere alle domande di competitività, dettare regole per gli OTT affinché i cittadini non siano oggetti nelle loro mani, nonché il tema della Intelligenza artificiale, sono tutti capitoli necessari se non indispensabili”. Senza trascurare “i traguardi di libertà, benessere, giustizia” che ovviamente “non possono attendere”. Le “sfide della contemporaneità” sono diverse e non vanno affrontate “con l’atteggiamento di chi pensa di avere già visto tutto” o, ancor peggio, “ritiene che rivolgere lo sguardo al passato basti per trovarvi ogni soluzione”. La chiave di volta è rivolgere lo sguardo “al futuro”.

In questo contesto “il prossimo commissario sia molto ambizioso”, è “il consiglio” di Paolo Gentiloni. “I 5 anni trascorsi sono stati dominati da due crisi drammatiche” e “sarebbe un errore immaginare il prossimo mandato della Commissione come un mandato, come si dice nel gergo bruxellese, di ‘implementazione’”, ossia “attuare le cose fatte e le decisioni prese”, ha sottolineato Gentiloni parlando con i giornalisti a margine dei lavori del Forum Ambrosetti di Cernobbio, che gli chiedevano un consiglio da trasmettere al suo successore a Bruxelles, in attesa di conoscere quale sarà il ruolo di Raffaele Fitto nella prossima Commissione europea.

“Sono stati anni in cui far fronte a queste crisi, penso lo abbiamo fatto positivamente”. Ora per il futuro, ha sottolineato Gentiloni, “come ci ricordano i Rapporti di Enrico Letta e Mario Draghi, dobbiamo avere un senso di urgenza per l’Europa: pur avendo fatto delle cose molto importanti e pur essendosi rafforzata l’Unione, il contesto richiede di accelerare ed essere molto ambiziosi”.

In definitiva “L’Europa è incompiuta, è un progetto in divenire”, afferma il Capo dello Stato che, a proposito dell’appartenenza all’Unione, sottolinea inoltre la grande differenza tra “opportunità” e “vincolo”, considerato a volta “soffocante”. L’Europa e l’Unione rappresentano invece un grande progetto che deve essere accuratamente e costantemente rinnovato.

Spiega Mattarella: “Sovente i critici omettono due aspetti: anzitutto l’Unione europea è il primo esercizio di questa natura caratterizzato dalla partecipazione diretta dei popoli alle decisioni; inoltre, le scelte che, talvolta, sono oggetto di polemiche a livello locale – sconcertanti quando derivano da protagonisti che han preso parte a questi passaggi – sono il frutto non di normative imposte da oscuri poteri, bensì sono concordate in sede comunitaria tra i governi nazionali, la Commissione, il Parlamento Europeo, con procedimenti partecipati e trasparenti”.

In pratica “una volta imboccata la strada della unione economica rispetto a quella politica, a dettarne i ritmi sarebbero state – e sono state – le ‘solidarietà di fatto’ preconizzate da Robert Schuman”. In questa prospettiva il Capo dello Stato auspica che i valori propri della identità europea possano trovare cittadinanza nel mondo e contribuire a costruire una realtà rispettosa della dignità di ogni essere umano, a partire dalla pace come valore”. È compito delle “forze della società civile”, sotto vari aspetti e nei diversi campi, “essere consapevoli che difendere il quadro della civiltà in cui vivono, e che contribuiscono a definire, è compito che non soltanto li interessa ma li riguarda”.

L’Europa rappresenta, fin dalle sue origini una “storia dell’integrazione”, dal Secondo dopoguerra, fin dai tempi della Comunità per il carbone e l’acciaio. La vitalità delle forze culturali, sociali, economiche dei diversi Paesi, sta a testimoniare come un quadro di libertà, giustizia sociale, aspirazione alla pace, esprima valori destinati a prevalere sui disvalori dell’egoismo, della contrapposizione, del razzismo, della violenza, dell’odio, della guerra”. Un patrimonio di cultura, civiltà e democrazia che occorre preservare, custodire e incrementare con “fermezza” e “determinazione”, senza stancarsi mai di farlo. La democrazia e la civiltà più che un quadro finito rappresentano una sinfonia incompiuta costantemente aperta all’ingresso di nuove voci, nel caso dell’Unione europea di nuovi Paesi.

Il fatto che le “terre” e i “popoli di frontiera” rappresentino “un valore” il presidente Mattarella lo ha ricordato anche in occasione dell’ottantesimo anniversario della Resistenza, Liberazione e Autonomia della Valle d’Aosta. Un valore “che l’Unione Europea ha saputo far crescere e valorizzare ulteriormente, dando sempre maggiore spessore alla nostra comune cultura europea. L’edificio della democrazia è opera che si perfeziona giorno dopo giorno”, in primo luogo “attraverso indicazioni di principio, semi gettati che, nel tempo, producono frutti”. Un processo continuo e costante in virtù del quale la democrazia risulta rafforzata.

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