Italia delle Regioni
Sulle Botteghe storiche l’Associazione dei Comuni Anci in audizione in Senato: Bene l’avvio dell’albo nazionale e, nel contempo, occorre valorizzare il ruolo dei Comuni. La posizione dell’Anci nelle dichiarazioni del vicepresidente Stefano Locatelli: “L’Anci condivide l’obiettivo del provvedimento e la sua definizione a livello nazionale di standard e requisiti omogenei per il riconoscimento del carattere storico e di eccellenza delle attività commerciali, delle botteghe artigiane e degli esercizi pubblici che rappresentano il tessuto connettivo delle nostre comunità. In modo particolare, apprezziamo anche la possibilità che, a determinate condizioni, possano essere riconosciute dal Ministero della Cultura come ‘beni culturali’ e sottoposte alle consuete pratiche di tutela. Tuttavia, avanziamo delle proposte su alcune questioni per valorizzare al massimo il ruolo centrale svolto dai Comuni”.
Queste le valutazioni del vicepresidente Anci Stefano Locatelli che, anche in qualità di delegato ad Agricoltura e promozione delle tipicità, ha rappresentato l’Associazione intervenuto in Senato davanti le Commissioni riunite Attività produttive Camera e Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura, nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo recante costituzione dell’Albo nazionale delle attività commerciali, delle botteghe artigiane e degli esercizi pubblici, tipizzati sotto il profilo storico-culturale o commerciale, ai fini della valorizzazione turistica e commerciale di dette attività.
Il decreto legislativo prevede l’istituzione di albi delle attività commerciali, delle botteghe artigiane e degli esercizi pubblici storici, dando a Comuni, Unioni di Comuni e Regioni la possibilità di farlo per censire le attività storiche presenti sul loro territorio.
“Nello specifico le attività devono rispettare specifici criteri dimensionali, avere almeno 50 anni di storia e un particolare valore merceologico o culturale. Mentre gli albi definiti a livello locale confluiscono in un Albo nazionale, gestito e alimentato dal Ministero delle imprese e del made in Italy”, ha ricordato Locatelli. Nell’ambito delle attività storiche, alcune possono essere qualificate come ‘attività di eccellenza’, se soddisfano requisiti più stringenti: 70 anni di attività, gestione familiare, valore storico-culturale elevato.
Secondo Anci, va meglio definito l’ambito di applicazione delle disposizioni per individuare la tipologia di attività che possono essere iscritte negli albi. “Si tratta – ha evidenziato Locatelli – di un passaggio fondamentale per evitare difformità applicative e per garantire una piena valorizzazione delle attività aventi carattere storico e di eccellenza”.
Inoltre, “sul requisito temporale dei 50 anni, ci sembra utile precisare – ha osservato Locatelli – il carattere continuativo o meno degli stessi, per evitare difformità applicative vanificando l’obiettivo di una complessiva omogeneizzazione dei requisiti”. Mentre “l’estensione delle caratteristiche dimensionali degli esercizi di vicinato anche alle botteghe artigiane e agli esercizi pubblici può essere estremamente limitativo”.
Infine, il vicepresidente Anci ha auspicato che “venga prevista la salvaguardia espressa delle autonome procedure già definite a livello locale e, in generale, della relativa autonomia organizzativa”.
In ambito di Conferenza delle Regioni in materia di Contributo alla finanza pubblica per il periodo 2025-28 sono state confermate le medesime percentuali di riparto del contributo alla finanza pubblica decise per il 2024 per le Regioni a statuto ordinario, ora le Regioni auspicano un Tavolo tecnico con il Governo. È la decisione presa all’unanimità nella recente Conferenza delle Regioni, dove in sede di autocoordinamento sono stati definiti i criteri di riparto dei contributi 2025-2028, come disposto dalla legge di Bilancio 2024, recentemente modificata dal DL 113/2024.
Le percentuali di riparto sono così distribuite: Abruzzo 3.16%, Basilicata 2.50%, Calabria 4.46%, Campania 10.54%, Emilia-Romagna 8.51%, Lazio 11.70%, Liguria 3.10%, Lombardia 17.48%, Marche 3.48%, Molise 0.96%, Piemonte 8.23%, Puglia 8.15%, Toscana 7.82%, Umbria 1.96%, Veneto 7.95%.
In concomitanza con la discussione dei contenuti del disegno di legge del Bilancio dello Stato 2025-2027, “la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome – dichiara Marco Alparone, Coordinatore della Commissione Affari finanziari e vicepresidente della Regione Lombardia – ha espresso l’auspicio, in linea con l’approccio condiviso della leale collaborazione interistituzionale, dell’istituzione di un Tavolo tecnico con il Governo, in particolare con il Ministero dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Il Tavolo – prosegue Alparone – è teso a individuare le migliori soluzioni condivise idonee ad assolvere al contributo delle Regioni alla finanza pubblica, valutando anche la particolare situazione di Regioni in piano di rientro, così come concordato lo scorso 20 dicembre 2023 in sede di Conferenza Unificata, nonché a definire un Accordo sulle misure della manovra 2025 per le Regioni e le Province autonome”.
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