Tassa extraprofitti Banche, danni collaterali alle PMI

La tassazione degli extraprofitti delle banche rischia di produrre danni collaterali alle imprese e di avere un impatto negativo sul sistema economico del nostro paese.

Premessa – Non c’è dubbio che grazie all’aumento dei tassi voluto dalla BCE in chiave antinflazione, le banche abbiamo registrato negli ultimi anni importanti incrementi dei loro margini. E non c’è neanche dubbio che il governo possa chiedere alle banche di sostenere la finanza pubblica nel delicato passaggio verso nuove regole di bilancio europeo. Il tutto in nome di una solidarietà collettiva. Ora il problema sta nella modalità con cui si chiede alle banche questo intervento di solidarietà, perché il grosso rischio è quello di non accorgersi che norme poco mirate possono rimbalzare sulle banche e colpire invece le nostre PMI ancora in affanno.

Uno scenario per le nostre PMI – Risulta ormai evidente che, dopo il rimbalzo post-Covid, è subentrata in Europa, dal 2023, una stagnazione strisciante che ha riportato lo “zero virgola” nei trend di tutte le principali economie europee: Eurozona +0,4%, Germania – 0,3%, Italia +0,7%. Il problema è che questo rallentamento generalizzato si è propagato anche ai primi due trimestri del 2024 e anche il terzo non promette nulla di buono, Dunque, le nostre PMI, verosimilmente, dovranno confrontarsi con uno scenario di stagnazione strisciante, oltretutto reso più pericoloso dal rallentamento dell’export verso la Germania, ormai di fatto in recessione.

Il rapporto banca-impresa in Italia – Ecco, non bisognerebbe mai scordarsi che, in Italia, il rapporto banca-PMI è molto più stretto rispetto alla situazione europea, come dimostrato dal fatto che il 90% delle nostre PMI ha la banca come principale o unica fonte di sostentamento finanziario. Di conseguenza, non va trascurato il fatto che, eventuali nuove imposizioni in natura fiscale, come appunto la tassazione degli extraprofitti, pur essendo dirette agli istituti di credito, possano riverberarsi rapidamente sulle nostre aziende, specie medio-piccole.

Le ripercussioni sulle nostre PMI – La tassazione in esame potrebbe riverberarsi sulle nostre PMI in almeno due modi. Innanzitutto, comprimendo i margini delle banche si comprime anche la possibilità per queste ultime di supportare le aziende nel descritto scenario di stagnazione strisciante, applicando condizioni più favorevoli in termini di tassi e condizioni. Qualora la tassazione venisse applicata, come ipotizzato, alla voce “margine di interesse” del conto economico della banca, si andrebbe esattamente a colpire la redditività della banca derivante dall’erogazione del credito a famiglie ed imprese, mentre non verrebbero toccati i proventi e le commissioni che la banca ottiene dal collocamento di prodotti di natura finanziaria. È evidente che, in questa ipotesi, si spingerebbero implicitamente gli istituti a ridurre il supporto creditizio alle aziende e ad incrementare la finanza.

Conclusioni – Dunque, considerando, da una parte, la stagnazione strisciante e, dall’altra, la forte dipendenza delle nostre PMI dalle banche, il grosso rischio di una tassazione tout court degli extraprofitti è quello di generare un ampio danno collaterale al nostro sistema produttivo, Ovviamente, tutt’altra cosa è ricercare, come stanno facendo ABI e Governo, soluzioni condivise non retroattive, che portino, ad esempio, le banche ad anticipare temporalmente l’entrata nelle casse pubbliche di flussi di cassa comunque dovuti.

[NdR – Fonte Teleborsa.it che si ringrazia per la collaborazione – Andrea Ferretti è docente al Master in Scienze economiche e bancarie europee LUISS Guido Carli]

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