Bitte, keine Réclame

Mario Bonanno lo conosco da molti anni, ho sempre apprezzato la sua competenza in campo musicale, soprattutto le agili monografie che ha scritto sui cantautori italiani, sia per Stampa Alternativa che per Bastogi (dirigeva una bella rivista). Adesso lo ritrovo polemista culturale e vedo con piacere che abbiamo in comune la sana mancanza di voglia di assuefarci al niente che impera e che si diffonde a macchia d’olio nella realtà contemporanea. Tutto è frutto della pubblicità, da quel che consumiamo a quel che leggiamo, il problema è che siamo rimasti in pochi a rendercene conto e che i meccanismi di controcultura stanno diventando sempre più esigui. Per esempio, nel campo letterario, sono scomparse case editrici benemerite come Stampa Alternativa e Malatempora, che facevano della controcultura la loro stessa bandiera. Siamo nelle mani del neoliberismo capitalista, tutto è prodotto, dalla musica al cinema, passando per libri e spettacoli di intrattenimento, ma non ci rendiamo conto che molto spesso consumiamo merda (e non d’autore).

Bitte, keine Réclame (la frase ricorda una trasmissione di Battiato) è un pamphlet (Ed. La Vela, euro 15, pp. 150) di rapida lettura, intriso di concetti radicali, non tutti condivisibili, ma controcorrente e forieri di una sana discussione. Non siamo dalle parti di Rete 4 e di un borioso conduttore di una trasmissione serale che di tanto in tanto guardo per sincerarmi che sia davvero possibile la sua esistenza. No, qui siamo in pieno discorso democratico frutto di vera passione civile, ci abbeveriamo alle fonti della conoscenza, trattiamo il tema degli zombi in senso marxista, come se fossero operai (chi li chiama più in questo modo?) ormai privati della loro anima.

Bonanno denuncia tutte le cose che nel tempo sono cambiate in peggio, enumera quel che lo fa star male, che siano le retoriche interviste agli sportivi come gli squallidi politicanti, per tacere della moda dei gialli con il serial killer e i patetici commissari di provincia che investigano. Bonanno odia i luoghi comuni, denuncia i comportamenti da profilo social, gli apericena, i giornali e i cantanti di tendenza.

Mi scopro fratello spirituale del saggista, condivido gran parte dei suoi pensieri, rileggo nelle pagine del libro molte cose che penso ogni giorno, come la frase Mi fa male il mondo, pronunciata da Gaber ma che va sempre bene. Aggiungo qualcosa di personale, oggi come oggi mi fa male persino Guccini scrittore, perché con la penna in mano è sprecato, non incide, non graffia come faceva con le canzoni. Pure lui pare venduto al mercato, promuove libri come se fossero salsicce, fa lo scrittore globe-trotter che distribuisce copie un tanto al chilo.

Come diceva Leonard Cohen, forse “andava meglio quando c’era il muro di Berlino, persino Stalin con il suo breviario, anche Cristo con il suo Calvario…” ma non puoi farci niente, tutto va sempre come deve andare, qualsiasi tipo di impegno tu possa metterci nel contrastare un’esistenza che ha preso una deriva senza ritorno, una piega sbagliata, dettata da un consumismo globalizzato.

Bitte, keine Réclame è un libro che fa incazzare – è stato scritto proprio per questo! – dice troppe verità ed è incline al nichilismo, ma di certo non è inutile e fa bene al lettore, prova ad aprire gli occhi a chi ancora è disposto a farseli aprire. Sempre che non sia troppo tardi.

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