Italia delle Regioni

“Quarantamila persone hanno visitato il Villaggio delle Regioni, tanti sono venuti da fuori Bari e anche da fuori regione. Altre 2500 persone hanno partecipato agli eventi nei teatri della città di Bari, che abbiamo ricostruito e reso pienamente fruibili. Tantissimi giovani, un bel risultato per un Festival che è nato per avvicinare le istituzioni ai cittadini”. Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al termine della terza edizione del Festival delle Regioni e delle Province autonome La Regione del futuro tra digitale e green: quali competenze per azzerare le distanze?, affiancato per l’intera manifestazione dal presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga: “Il più grande onore per un amministratore pubblico è quello di lasciare in eredità una visione, un percorso già tracciato che rafforza gli obiettivi di sviluppo economico e sociale di un territorio. Per fare questo dobbiamo abbandonare una logica totalmente dedicata all’ideologia e recuperare un’idea di futuro e di ottimismo. Le Regioni devono aiutare il Paese a tornare a volare alto, con leale collaborazione istituzionale”.

Innovazione, lavoro e Regioni del futuro i temi sui quali si sono confrontati Ministri, presidenti di Regione, accademici, stakeholder e associazioni giovanili, sotto gli occhi di 144 giornalisti e operatori da tutte le principali redazioni nazionali e locali.

Inaugurato il 20 ottobre al Teatro Piccinni, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Festival ha visto tre giorni di incontri, dibattiti, VisionMeetings, RegionTalks, spettacoli, dialoghi, degustazioni, tra Piazza del Ferrarese e il Miglio dei Teatri della città. A chiudere l’evento il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, e un videomessaggio da parte della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incentrato il suo intervento inaugurale sui temi che rappresentano l’asse portante della manifestazione: la transizione ecologica e quella digitale. Due temi con molte interconnessioni e per i quali i giovani nutrono sensibilità particolare.

Il Capo dello Stato ha sostenuto che affrontare il tema della transizione ecologica con la determinazione che caratterizza l’approccio dei più giovani. A loro è chiaro come la natura non possa più essere considerata come una risorsa da utilizzare e da sfruttare, e come le risorse del pianeta non siano illimitate e non possono riprodursi costantemente all’infinito.

Da qui l’urgenza di intervenire attraverso politiche lungimiranti e responsabili che stabiliscano obiettivi e riescano a mobilitare le risorse economiche, a suscitare investimenti. Politiche coerenti e stabili nel tempo che creino un clima di fiducia e che promuovano, con strumenti efficaci, quei cambiamenti dei comportamenti e degli stili di vita che vengono richiesti da un processo così impegnativo.

Contrastare il cambiamento climatico e proseguire con decisione sulla via della de-carbonizzazione sono obiettivi non rinunziabili. Per il Presidente le politiche ambientali vanno integrate nelle politiche per la crescita. Non considerate un freno allo sviluppo. Lo sviluppo deve essere sostenibile, diversamente è vano e illusorio.

Per conseguire questi obiettivi, come del resto per guidare la transizione digitale, occorre far leva su una governance sovranazionale. L’Unione europea, come noto, ha assunto tra le sue massime priorità le due transizioni ed è innanzitutto in quella sede che l’Italia deve fornire il suo contributo e far valere le sue posizioni.

Nell’ambito della transizione digitale l’attenzione tende a concentrarsi sull’Intelligenza Artificiale. Ci si chiede, come è noto, se sia già avviata una nuova rivoluzione: così come quella industriale a suo tempo ha surrogato la forza fisica, sostituendo le macchine alle persone, così adesso l’Intelligenza Artificiale appare, secondo alcuni, destinata a surrogare le capacità intellettive proprie degli esseri umani.

Si pongono, con evidenza, interrogativi rilevanti di natura etica. La prima questione che si pone è quella del soggetto chiamato a dettare le regole che tutelino la libertà del cittadino. Una prima risposta è già intervenuta a livello dell’Unione europea con la “Dichiarazione sui diritti e i principi digitali per il prossimo decennio digitale”. Occorre, globalmente, una disciplina che consenta lo sviluppo dei progressi e delle opportunità, ma che tuteli la dignità delle persone.

Non vi è dubbio, d’altronde, che l’Intelligenza Artificiale possa fornire un grande contributo allo sviluppo del benessere dell’umanità e recare un apporto di ampio beneficio per risolvere problemi globali, inclusi quelli di natura ambientale. Pensiamo alle sue applicazioni nella gestione delle risorse idriche e nell’organizzazione del sistema dei trasporti. Nella medicina dove può aprire ampie prospettive di speranza. Pensiamo ai progressi nella telemedicina che accrescono le possibilità di cura delle persone anche nei Paesi più poveri.

In realtà, come sempre, nella storia, i risultati che la scienza consegna all’umanità aprono grandi prospettive di progresso e presentano insieme rischi di utilizzazione perversa. La scelta è affidata a noi, alle persone. Emerge con forza, quindi, l’esigenza di un sistema adeguato di governance che favorisca lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale assicurando – afferma il Presidente della Repubblica – che venga utilizzata per affermare e non per violare la dignità umana.

Le transizioni, ecologica e digitale, potranno avere successo solo se verranno concepite e attuate coinvolgendo i cittadini, le associazioni, le società civili nel loro complesso. Un numero sempre più alto di attori e di persone deve essere incluso nel governo delle transizioni e non soltanto per subirne gli effetti. Questo è possibile se al centro dei processi di transizione sapremo porre, in modo condiviso, dei valori.

Il valore di riferimento di entrambe le transizioni, di cui discuterete in questi giorni, non può che essere in primo luogo – ha continuato Mattarella – quello dell’uguaglianza, della riduzione dei divari sociali ed economici. I cambiamenti climatici sono sovente all’origine delle disuguaglianze e, in ogni caso, le accrescono: basti pensare alla carenza di acqua potabile che interessa interi Stati o al fenomeno della desertificazione, entrambi causa di conflitti e di grandi migrazioni di massa. Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali va quasi sempre a vantaggio di pochi e contro gli interessi di intere popolazioni. Le politiche ambientali devono salvaguardare, quindi, le condizioni personali e sociali più deboli.

In ambito digitale, lo sviluppo delle tecnologie può ridurre il divario digitale, ma anche accrescerlo, e questo dipende dalle scelte che sapremo compiere. Se accrescerà le differenze o le ridurrà. Porre l’Intelligenza Artificiale a servizio di tutti e soprattutto dei più deboli e dei più fragili è la sfida che dobbiamo affrontare.

Il presidente Mattarella ha concluso il suo intervento constatando quanto la Conferenza delle Regioni sia consapevole che l’approccio a questi temi deve essere al contempo pragmatico e ambizioso, coinvolgere i giovani, chiedendo loro di avanzare proposte, rilievi, critiche.

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