Italia delle Regioni

Con il Libro Verde “I giovani e la regione del futuro”, in un momento storico di «transizioni», quale quello attuale, le Regioni italiane, recentemente riunite a Bari, in occasione della terza edizione dell’evento annuale “L’Italia delle Regioni – Festival delle Regioni”, volgono lo sguardo al futuro dell’ente Regione e all’esigenza di nuove competenze come opportunità per i giovani.

L’obiettivo del Libro Verde dedicato ai giovani, elaborato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in qualità di «organo comune» tra le Regioni e le Province autonome a norma dell’articolo 117, comma 8, della Costituzione1, è di cogliere – partendo dallo stato dell’arte – alcuni suggerimenti provenienti da rappresentanze di giovani che possano aiutare nel passaggio dalla fase di «transizione» alla fase di «trasformazione»2 delle Amministrazioni Pubbliche.

Le due principali transizioni, «figlie» delle missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono la transizione digitale e la transizione verde. La loro realizzazione richiede la creazione di professionalità nuove, oltre alla valorizzazione di quelle esistenti. Dall’intersecarsi delle due transizioni scaturisce l’opportunità di sviluppare i mestieri del futuro e le nuove competenze per una Pubblica Amministrazione più competitiva.

Il Libro verde, dunque, intende porre le basi per un successivo Libro bianco, in cui si darà ampio spazio alle proposte dei giovani e alla loro prospettiva, attraverso una consultazione pubblica che sarà avviata, a conclusione del Festival, sul sito istituzionale della Conferenza delle Regioni.

Per attuare la Strategia nazionale e promuovere i diritti dei giovani, il Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale (DPGSCU) della Presidenza del Consiglio dei ministri si avvale di un Fondo annuale per le Politiche giovanili. L’Intesa della Conferenza Unificata ne stabilisce la ripartizione tra Governo, Regioni ed Enti locali. Le risorse destinate alle Regioni e agli Enti locali vengono gestite tramite accordi tra il DPGSCU, le singole Regioni, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI) e l’Unione Province d’Italia (UPI).

La legge 30 dicembre 2023, di approvazione del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e del bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026, ha stanziato circa 72,8 milioni di euro per il Fondo per le politiche giovanili, per interventi nazionali, regionali e locali, rispetto ai circa 85,9 milioni di euro stanziati per il 2023 e ai circa 90,8 milioni di euro previsti per il 2022.

Vanno posti in risalto i principali programmi nazionali, finanziati con il Fondo per le politiche giovanili, al 2024:

Spazi Civici di Comunità: con un budget di circa 15 milioni di euro, il cui programma mira a promuovere attività sportive e sociali a livello nazionale e finanza progetti di associazioni e società sportive dilettantistiche in collaborazione con enti pubblici e organizzazioni del Terzo settore, creando spazi per sport e socialità, rivolgendosi a giovani tra i 14 e i 34 anni, in particolare a quelli con minori opportunità.

Giovani in Biblioteca: tale programma promuove spazi di aggregazione nelle biblioteche pubbliche per attività ludico-ricreative, sociali, educative e culturali. Collabora con autorità locali, università e organizzazioni giovanili, e destina 12 milioni di euro all’iniziativa, rivolta a giovani dai 14 ai 35 anni.

Piattaforma web GIOVANI2030: offre notizie e approfondimenti su volontariato, formazione, educazione, cultura, intrattenimento e sport. È stata inaugurata il 6 maggio 2021.

Carta Giovani Nazionale: dal marzo 2021, permette di accedere a agevolazioni per beni, servizi e opportunità in Italia e in Europa. È collegata alla Carta europea gestita dalla European Youth Card Association, a cui ha aderito il Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale.

Il Fondo per le politiche giovanili sostiene inoltre i progetti implementati dalle Regioni, dall’ANCI, dall’UPI e da altri attori istituzionali, tra cui l’Agenzia Italiana per la Gioventù e il Consiglio Nazionale dei Giovani.

Il Servizio civile universale: un altro importante pilastro per i giovani è costituito dal Servizio civile universale (SCU), che rappresenta un’occasione di formazione e di crescita personale e professionale per i giovani, che sono un’indispensabile e vitale risorsa per il progresso culturale, sociale ed economico del Paese.

Le regioni segnalano come nel 2017, il nostro Paese ha assistito a una importante riforma del Servizio civile con il decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 4013, concernente l’istituzione e la disciplina del Servizio civile universale che – in attuazione dei principi e criteri di delega di cui all’art. 8 della legge 6 giugno 2016, n. 106 – ha modificato il sistema del Servizio civile nazionale, istituito dalla legge 6 marzo 2001, n. 64 e disciplinato dal decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77. Le Regioni e le Province autonome partecipano alla realizzazione degli interventi di Servizio civile universale nei rispettivi ambiti di competenza, ai sensi della programmazione stabilita dallo Stato.

La riforma pone una particolare attenzione alle problematiche dei giovani, in considerazione del fatto che essi rappresentano una delle categorie più colpite dalla crisi economica. Uno degli obiettivi di questo provvedimento è di coinvolgere i giovani con minori opportunità che avranno maggiori occasioni di partecipazione agli interventi di servizio civile, anche in considerazione della previsione di meccanismi di premialità a favore degli enti che realizzeranno gli interventi con l’impiego di questi giovani.

Il nuovo sistema riconosce inoltre agli operatori volontari del SCU impegnati in interventi da realizzarsi in Italia la possibilità di effettuare il servizio, per un periodo di tre mesi, in uno dei Paesi dell’Unione europea, al fine di rafforzare il senso di appartenenza all’Unione nonché di facilitare lo sviluppo di un sistema europeo di servizio civile. In alternativa i giovani volontari, per il medesimo periodo, possono usufruire di un tutoraggio finalizzato alla facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro

Analizziamo le prime dieci proposte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, suddivise per aree tematiche:

Una strategia nazionale integrata per le politiche giovanili. È opportuno definire, in maniera condivisa tra Governo e Regioni39, le priorità di intervento in materia di politiche giovanili, declinando una strategia nazionale integrata che porti all’adozione di una normativa statale che – superando la legge di istituzione del Fondo nazionale politiche giovanili – detti i principi fondamentali della materia e stabilisca le funzioni specifiche nazionali, regionali e delle autonomie locali. Ciò consentirebbe di garantire ai giovani italiani omogeneità di trattamento, efficienza negli interventi pubblici e pari opportunità rispetto ai loro coetanei europei.

Un Accordo quadro per il Servizio Civile Universale. Le regioni ritengono fondamentale addivenire quanto prima all’approvazione, in sede di Conferenza Stato-Regioni, dell’Accordo quadro di cui all’art. 7 del d.lgs. n. 40 del 2017, nel quale vengano esplicitati ruolo e funzioni delle Regioni. Come più volte evidenziato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome al Governo, questo passaggio è fondamentale per garantire una chiara definizione delle competenze.

Una Pubblica Amministrazione più semplice e accessibile anche per i giovani, intervenendo in settori chiave, come la digitalizzazione, la gestione dei dati e la trasparenza amministrativa. Si pensi all’uso di tecnologie avanzate (e.g. l’intelligenza artificiale), che potrebbe contribuire a superare alcune delle difficoltà che da tempo caratterizzano le Amministrazioni, come la mancanza di interoperabilità. Le sfide future richiederanno comunque un approccio più evoluto da parte di tutte le Amministrazioni coinvolte.

Nuove skills (conoscenze, competenze, capacità, perizie) per una Pubblica Amministrazione più competente e attrattiva. È necessario affrontare in via prioritaria il tema delle competenze digitali da intendersi come il complesso delle skills necessarie a definire, pianificare, programmare, progettare, attuare e monitorare le innovazioni nelle Pubbliche Amministrazioni. Questo è il Posizionamento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulla carenza di Specialisti ICT nelle Pubbliche Amministrazioni, secondo cui, per far ciò, occorre sin da ora investire sulle nuove competenze anche in sinergia con il sistema scolastico e universitario, affinché preparino profili professionali in linea con le abilità richieste dal mercato del lavoro attuale e del prossimo futuro. Per costruire una P.A. efficiente e trasparente e aumentare così la competitività del sistema Paese, la Regione del futuro è chiamata a migliorare, in modo radicale, l’azione amministrativa, semplificare le procedure e potenziare la qualità dei servizi e il benessere complessivo a cittadini e imprese, generando “Valore Pubblico”.

Una programmazione per una società più green e inclusiva. L’impegno politico dei giovani si è allontanato progressivamente dalle forme tradizionali della politica (c.d. politica partitica) a favore di forme di partecipazione diretta poco strutturate, non legate ad organizzazioni e poco consolidate sotto il profilo ideologico (Fridays for future, diritti civili, etc.), mentre l’unico ambito a presentare qualche segnale di partecipazione alla vita di organizzazioni volontarie rimanda al tema dell’ambiente43. È possibile che l’interesse dei giovani per le tematiche green rappresenti l’occasione di un potenziale riavvicinamento alle Istituzioni. Le iniziative a livello nazionale e regionale mirano a promuovere l’uso delle energie rinnovabili e a migliorare l’efficienza energetica, promuovendo progetti per l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici e contribuendo a un aumento della capacità rinnovabile. La promozione di campagne informative e iniziative educative, in collaborazione con le Istituzioni, potrà incentivare comportamenti virtuosi tra la popolazione.

Verso un bilancio sostenibile degli enti. Nel processo di attuazione dell’Agenda 2030 e della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), le Regioni e le Province autonome assumono un ruolo importante, in quanto chiamate a contribuire attivamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso la definizione di una propria strategia di sviluppo, in raccordo con i documenti programmatici esistenti. L’attuazione della sostenibilità in campo ambientale, sociale ed economico implica, infatti, una visione coerente sia all’interno della Strategia regionale o provinciale sia in relazione agli altri atti di programmazione, chiamati a esprimere un progetto unitario sul futuro del territorio di riferimento.

Azioni integrate per la salute e il benessere. La scelta di adottare uno stile di vita attivo, in un’ottica di promozione della salute e del benessere, costituisce una priorità. In questo contesto, le Regioni stanno adottando misure in attuazione del Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-202544 che costituisce lo strumento fondamentale di pianificazione centrale degli interventi di prevenzione e promozione della salute.

Lo Sport come fattore inclusivo. Lo sport rappresenta un importante ambito di condivisione di valori positivi e di socialità «sana». Esso costituisce un indicatore di benessere, di coesione sociale e di partecipazione. In questo contesto, le Regioni sono chiamate a metter in campo politiche pubbliche sia in termini di prevenzione sia di promozione per un corretto stile di vita. Occorre, dunque, investire sui nuovi impianti nelle scuole e nei territori e garantire servizi sportivi accessibili a tutti affinché la pratica sportiva diventi uno strumento per promuovere l’inclusione sociale e ridurre i divari territoriali.

Una filiera formativa innovativa per l’occupazione giovanile. Da tempo le Regioni, nell’ambito delle competenze loro assegnate dalla Costituzione, lavorano alla costruzione di un’offerta formativa stabile, finalizzata da un lato al contenimento della dispersione scolastica e dall’altro a promuovere l’occupazione giovanile.   Si tratta di un sistema che si sviluppa verticalmente, seguendo la logica di un accrescimento progressivo delle competenze di base e tecnico-specialistiche, dando vita a quella «filiera professionalizzante» che consente a chi la sceglie un rapido e qualificato accesso al mercato del lavoro. Le Regioni stanno introducendo misure per l’attrattività dei talenti, che cerchi di tenere insieme queste priorità.

Promuovere la partecipazione dei giovani alla vita democratica. In questo scenario, è fondamentale recuperare la partecipazione dei giovani ai processi democratici, coinvolgendoli in modo diretto e concreto. Occorre, pertanto, trovare nuove modalità per far sì che i giovani si sentano parte attiva delle decisioni politiche.  Strumenti come piattaforme digitali per la consultazione, percorsi di educazione civica moderni e strumenti partecipativi innovativi possono rappresentare una via per rendere più efficace il loro contributo. Si propone, quindi, di promuovere anche in Italia iniziative, sia a livello nazionale che locale, simili alla National Voter Week americana, che ha l’obiettivo di fornire ai giovani gli strumenti, le conoscenze e la fiducia necessari per diventare cittadini consapevoli e attivi.

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