Parthenope (Film, 2024)

Parthenope di Paolo Sorrentino è un film poetico e coraggioso, di ispirazione felliniana per la parte onirica, vicino alla poetica di Bernardo Bertolucci e Antonioni per la parte più intima, ma anche al cinema di Marco Ferreri per le grandi dosi di grottesco, in ogni caso film di Sorrentino senza ombra di dubbio perché contenitore dei suoi temi più cari.

Il film racconta le vicissitudini di una donna nata nelle acque di Posillipo, come la sirena della leggenda, davanti al golfo di Napoli, che vive una giovinezza spensierata insieme al fratello e al primo amore. Sorrentino racconta gli eccessi di un’estate a Capri, la passione di Parthenope (Dalla Porta) per John Cheever (Oldman), il suo scrittore preferito conosciuto per caso sull’isola, purtroppo omosessuale, pur affascinato non vuole rubare alla ragazza un solo attimo della sua giovinezza. L’amore malato del fratello (Rienzo) nei confronti di Parthenope porta il primo al suicidio, dopo il tragico gesto la vita non è più la stessa, i genitori si lasciano morire, colpevolizzando la figlia del suicidio, Parthenope si perde, si lascia andare. Il professor Marotta (Orlando) di Antropologia diventa come un nuovo padre, in un certo senso le salva la vita, crede nelle doti dell’allieva perché la sente simile e le vuol bene, pur con il suo modo di fare burbero e senza mostrare affettività. Nel frattempo, Parthenope frequenta una vecchia attrice (Ferrari) e ne incontra un’altra che ricorda Sophia Loren (Ranieri) nell’illusione di poter calcare i palcoscenici e di imparare l’arte della recitazione. Parthenope conosce un camorrista e assiste alla grande fusione di due famiglie simboleggiata da un rapporto sessuale tra i due primogeniti esibito in pubblico; quindi, frequenta un cardinale seduttore (Lanzetta) che ogni anno celebra il miracolo di San Gennaro. Da citare anche il passaggio in cui Sorrentino va oltre i limiti del grottesco mostrando l’abnorme figlio disabile del professor Marotta, rappresentando la mostruosità secondo i dettami del miglior Ferreri.

Non vado oltre con la trama che va scoperta al cinema, aggiungo solo che il film va visto per farsi una propria opinione e per apprezzare la straordinaria arte cinematografica di Sorrentino che incanta tra panoramiche e poetici piani sequenza. Parthenope è soprattutto un film su Napoli e sulla bellezza, Sorrentino non fa sconti a nessuno, getta in faccia ai suoi compaesani tutti i loro difetti e i problemi insoluti di una città bellissima. Notevole il tema leopardiano della giovinezza ingannevole, un’età che scorre rapida e fugge via come ricordano i versi di Lorenzo il Magnifico, per comporre il vecchio discorso di Sorrentino sulla fugacità della vita, sulla grande menzogna giovanile non mantenuta in età adulta.

Personaggi poetici, scritti molto bene, soprattutto la protagonista e il burbero professore, ma anche i personaggi negativi (il cardinale e le vecchie attrici) sono perfidi e laidi al punto giusto. Sceneggiatura basata su dialoghi lirici ma non altisonanti, il tono del film è alto e – a mio parere – è giusto che la narrazione sia condotta in modo iperbolico. Ed è bellissima tutta la parte finale proustiana quando Parthenope ormai in pensione (Sandrelli) rivede la sua Posillipo, ogni luogo le ricorda la giovinezza ed è portata a pensare a come sia sfuggita rapida la sua esistenza. Parthenope è Napoli, con tutte le sue contraddizioni, una ragazza bellissima, capace di affrontare grandi dolori, che adesso si ritrova nella sua terra e festeggia l’ultimo scudetto vinto dal Napoli. Il film abbraccia un arco temporale che va dal 1950 ai giorni nostri, toccando per rapidi cenni – che restano sempre sullo sfondo – i principali eventi della vita sociale e politica.

Sorrentino ha il merito di aver scoperto una grande attrice, la bellissima e intensa Celeste Dalla Porta che recita con lo sguardo e cambia espressione del volto da una sequenza all’altra con facilità estrema. Colonna sonora stupenda e ricercata di Lele Marchitelli (pezzi di Enzo Avitabile, Cocciante, Paoli); fotografia napoletana sublime di D’Antonio; montaggio compassato ma adeguato – non si sente la fatica dei 136 minuti – di Travaglioli; scenografie sontuose di Guarino. Sorrentino in Parthenope resta sospeso tra sogno e realtà, toccando vette di sublime poesia e di tormentato realismo. Un film da vedere, che divide e a tratti sconcerta, ma che al termine della visione lascia con un pizzico di commozione e fa pensare.

. . .

Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Paolo Sorrentino. Fotografia: Daria D’Antonio. Montaggio: Cristiano Travaglioli. Musiche: Lele Marchitelli. Scenografia: Carmine Guarino. Costumi: Carlo Poggioli. Produttori: Paolo Sorrentino, Lorenzo Mieli, Anthony Vaccarello, Ardavan Safaee. Produttore Esecutivo: Douglas Urbanski. Case di Produzione: The Apartment, Fremantle, Saint Laurent productions, Numero 10, Pathé Pictures. Distribuzione (Italia): Piper Film. Lingua Originale: Italiano, Napoletano, Inglese. Paese di Produzione: Italia, Francia. Anno: 2024. Durata: 136’. Genere: Commedia, Drammatico, Grottesco. Interpreti: Celeste Dalla Porta (Parthenope giovane), Stefania Sandrelli (Parthenope adulta), Daniele Rienzo (Raimondo, fratello di Parthenope), Luisa Ranieri (Greta Cool), Silvio Orlando (Devoto Marotta), Gary Oldman (John Cheever), Isabella Ferrari (Flora Malva), Peppe Lanzetta (cardinale Tesorone), Marlon Joubert (Roberto Criscuolo), Alfonso Santagata (Achille Lauro), Lorenzo Geijeses (Sasà, padre di Parthenope), Silvia Degrandi (Maggie, madre di Parthenope), Nello Mascia (uomo nella casa dei camorristi), Biagio Izzo (parente di Parthenope), Teresa Del Vecchio (signora addormentata a tavola), Dario Aita (Sandrino), Margherita Aresti (Vittoria, ragazza della grande fusione), Francesco Ferrante (ragazzo della grande fusione), Cristiano Scotto di Galletta (giardiniere).

©Futuro Europa® Riproduzione autorizzata citando la fonte. Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog La Cineteca di Caino”]

Condividi
precedente

Agenzie di rating: bene crescita Italia, attenzione al debito

successivo

Cronache dai Palazzi

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *