Quando l’inizio del Medioevo?
Per una consolidata tradizione, il Medioevo si considera iniziato nel 476 D.C., quando l’ultimo imperatore romano, Romolo Augustolo appena undicenne, venne deposto da Odoacre, Re degli Eruli.
La deposizione segnò la fine formale dell’Impero Romano d’Occidente, anche se l’impero aveva subito un lungo periodo di declino politico, economico e militare. Dopo aver deposto Romolo Augustolo, Odoacre non si proclamò imperatore ma inviò le insegne imperiali a Costantinopoli, riconoscendo la supremazia dell’Imperatore d’Oriente, Zenone, e governando l’Italia come “Re dei Romani” (Rex Italiae) con il titolo di “Patrizio” (Patricius), conferitogli proprio da Zenone. Si tratta di un atto di continuità con il passato e non quel taglio netto che avrebbe potuto portare alla definitiva conclusione della fine di un’epoca e l’inizio di un nuovo periodo. Non vi fu, infatti, un nuovo assetto politico e amministrativo del sistema.
Da questa osservazione muove l’interessante analisi dello storico del Medioevo Henri Pirenne secondo cui il vero inizio del Medioevo non fu la caduta dell’Impero Romano bensì l’espansione islamica in Europa nel VII secolo, che interruppe i legami economici e culturali tra il vecchio continente e il Mediterraneo. Secondo Pirenne, infatti, le invasioni barbariche non avevano distrutto la civiltà romana, ma l’avevano trasformata, mantenendo in vita il sistema monetario, il commercio, l’arte, la letteratura e il diritto romani. I barbari, inoltre, si erano convertiti al cristianesimo e avevano accettato l’autorità dell’imperatore d’Oriente e, aggiungiamo, del Papa per gli aspetti religiosi. L’Europa era ancora parte integrante del mondo romano e mediterraneo.
Tutto cambiò con l’avvento dell’Islam, che conquistò in pochi decenni le province romane d’Oriente, il Nordafrica, la Spagna e parte della Francia. Questa espansione, secondo Pirenne, ebbe effetti devastanti sull’Europa, che si trovò isolata dal resto del mondo e tagliata fuori dai commerci. L’Europa entrò in una fase di impoverimento e di decadenza, in cui scomparvero la moneta, il commercio, l’arte, la letteratura e il diritto romano trasformandosi in una società agraria e feudale, basata su una gerarchia di signori che si alleavano con la Chiesa per contrastare la minaccia islamica. In questo contesto, nacque l’Impero Franco, che sotto Carlo Magno raggiunse il suo apice, riunendo gran parte dell’Europa occidentale e tentando di restaurare l’antico Impero Romano. Per Pirenne, dunque, l’Islam fu determinante per la formazione dell’Europa medievale e dell’Impero Franco, e senza Maometto, Carlo Magno sarebbe stato inconcepibile.
La tesi di Pirenne ha avuto un forte impatto sulla storiografia e ha suscitato, ovviamente, discussioni e critiche. Moltissimi storici hanno riconosciuto il valore della sua analisi e hanno cercato di integrarla con nuove evidenze e prospettive, mostrando la complessità e la diversità delle situazioni storiche e geografiche. A supporto di questa tesi possono essere avanzate alcune osservazioni sull’organizzazione dello Stato e del vero cambiamento che si ebbe sotto i Franchi e per l’effetto delle scelte politiche di Carlo Magno.
La struttura amministrativa dell’Impero Franco ha avuto e mantiene un’influenza sui sistemi di gran parte dell’Europa occidentale e centrale, vale a dire quella parte che venne inglobata nell’Impero. Carlo Magno, sviluppò un sistema amministrativo che combinava elementi romani con pratiche germaniche. Alcuni dei principali elementi di questa struttura inclusero l’introduzione e la disciplina del feudalesimo, sistema nel quale il Re concedeva feudi ai nobili in cambio di lealtà e servizio militare contribuendo alla decentralizzazione del potere e alla formazione di legami di vassallaggio che definirono le relazioni politiche e sociali per secoli. Il territorio venne diviso in contee e ducati, governati rispettivamente da conti e duchi nominati dal Re. Questo sistema di suddivisione territoriale ha influenzato la formazione di unità amministrative simili in molte parti d’Europa. Inoltre, la promozione della codificazione delle leggi e la centralizzazione della giustizia sono altre caratteristiche ereditate dall’Impero Franco che hanno influenzato molti Stati successivi.
Queste caratteristiche non sono presenti, ad esempio, in Ungheria che non fu parte dell’Impero Franco e dove si sviluppò una struttura amministrativa distinta con un sistema amministrativo che combinava elementi tribali con influenze cristiane e modelli di bizantini e slavi. In Polonia, Russia e Balcani, si svilupparono strutture amministrative basate su tradizioni locali, influenze bizantine e, nel caso della Russia, modelli mongoli durante il periodo del dominio dell’Orda d’Oro.
Gli Stati moderni dell’Europa occidentale e centrale mostrano ancora tracce delle strutture amministrative medievali. In Francia la suddivisione in dipartimenti e regioni può essere vista come un’evoluzione del sistema di contee e ducati ed il federalismo tedesco, con i suoi Länder riflette l’eredità dei ducati e delle contee. Anche in Italia le Regioni, ciascuna con una propria autonomia, richiamano le antiche divisioni territoriali medievali.
Chissà che non abbia ragione Pirenne secondo cui il Medioevo è nato con il fermarsi dell’espansione islamica a Poitiers con Carlo Martello.
©Futuro Europa® Riproduzione autorizzata citando la fonte. Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione