Dall’economia di carta a quella reale
Era il luglio del 2012 quando Mario Draghi affermò che la Bce avrebbe «fatto di tutto per salvare l’euro». Da quel momento iniziò ad allentarsi la morsa internazionale di investitori che scommettevano contro la moneta europea e siamo passati da rendimenti elevati dove il rischio era massimo, a rendimenti minimi, che in parte ci premiano. Sembra che i rischi siano traslocati altrove e più di un indizio ci dice che ora sono i paesi emergenti sotto attacco. Ma le tensioni finanziarie, in un mondo globalizzato, riverberano conseguenze negative per tutti: le incertezze e i rischi sono connessi e potrebbero esserci conseguenze negative sulle condizioni economiche generali. La ripresa sarà molto lenta, e le attese sull’export e sulla domanda interna sono orientate al ribasso.
L’economia di carta, con tutte le sue contraddizioni, crea disagi soprattutto alle persone, a quel capitale umano che dovrebbe essere sempre il fine ultimo della gestione del bene comune. In Italia siamo invece in cima alla classifica della disoccupazione giovanile. Nel suo ultimo Bollettino mensile la Banca Centrale Europea ha stimato la disoccupazione giovanile in Italia come prossima al 40 per cento: «una disoccupazione giovanile alta e persistente rappresenta oggi una delle principali sfide, alla luce dei cospicui costi che ne derivano sul piano sociale ed economico». Peggio dell’Italia Grecia e Spagna, in Germania la disoccupazione giovanile è in diminuzione.
Le misure aggiuntive necessarie, le tanto richieste riforme strutturali, sono vitali non solo per consentire a quasi due generazioni di giovani di partecipare alla vita attiva. Certo, la finanza non dorme mai e purtroppo può fare molti danni. L’economia di carta deve cedere il passo una politica del fare e ad un’economia industriale che consenta di ripristinare al più presto le condizioni per un sano ed equilibrato sviluppo economico.
E se le riforme strutturali saranno portate a termine, si creeranno quei circoli virtuosi necessari a trasformare l’economia di carta che investe contro di te, in un’economia reale che può investire a tuo favore. In attesa che altre crisi finanziarie non colpiscano: ma saremo pronti a rispondere per tempo.
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