COP29, le richieste della UE
La COP 29 si è svolta dall’11 al 22 novembre 2024 a Baku (Azerbaigian) e vi ha partecipato una delegazione del Parlamento Europeo. La COP29 mira a fornire una panoramica degli attuali progressi nell’attuazione dell’Accordo di Parigi e a raggiungere un accordo su nuove risorse finanziarie a sostegno dell’azione globale per il clima. Nella risoluzione non legislativa approvata giovedì 14 novembre, con 429 voti a favore, 183 contrari e 24 astensioni, si invitano tutti i Paesi a concordare un nuovo obiettivo collettivo post-2025 sui finanziamenti per il clima che sia socialmente equo, in linea con il principio “chi inquina paga” e basato su una varietà di fonti di finanziamento pubbliche, private e innovative. L’UE dovrebbe anche incoraggiare e sostenere altri paesi a introdurre o migliorare meccanismi di fissazione del prezzo del carbonio, come il suo sistema di scambio di quote di emissione e il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere.
I deputati vogliono che tutte le principali economie emergenti con emissioni elevate e PIL elevato contribuiscano finanziariamente all’azione globale per il clima. Invitano l’UE a intensificare la sua diplomazia verde per contribuire a creare condizioni di parità a livello internazionale, evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e aumentare il sostegno pubblico all’azione per il clima. Nella risoluzione hanno sottolineato la necessità di misure più incisive per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.
Le richieste principali includono: Aumentare l’Ambizione dei Contributi Determinati a Livello Nazionale (NDCs), chiedendo a tutti i Paesi di aggiornare i loro NDCs, rendendoli più ambiziosi e in linea con gli obiettivi scientifici. L’UE stessa si è impegnata a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, ma il Parlamento spinge affinché questo target venga ulteriormente alzato. Il Parlamento ha chiesto un’eliminazione graduale e completa dei sussidi ai combustibili fossili entro il 2025, promuovendo invece investimenti in energie rinnovabili e tecnologie a basse emissioni di carbonio. Fondo per le Perdite e i Danni: È stata ribadita l’importanza di operativizzare e finanziare il Fondo per le Perdite e i Danni, concordato alla COP 27. Questo strumento è essenziale per supportare i Paesi in via di sviluppo colpiti duramente dagli effetti del cambiamento climatico. Il Parlamento ha sottolineato la necessità di aumentare i finanziamenti per progetti di adattamento, specialmente per le comunità vulnerabili, garantendo che almeno il 50% dei finanziamenti climatici globali sia destinato a queste iniziative. Gli europarlamentari hanno richiesto misure più stringenti per fermare la deforestazione globale e proteggere gli ecosistemi, sottolineando il ruolo cruciale delle foreste nel sequestrare carbonio e mitigare il cambiamento climatico.
Il Parlamento ha anche enfatizzato il ruolo del settore privato nell’affrontare la crisi climatica. Tra le proposte, vi è l’introduzione di standard più severi per la rendicontazione delle emissioni delle aziende e l’obbligo di allineare le strategie aziendali agli obiettivi climatici globali. Inoltre, si è insistito per un maggiore coinvolgimento delle istituzioni finanziarie nel disinvestire dai combustibili fossili. Con questa risoluzione, l’UE punta a mantenere la sua posizione di leadership nelle negoziazioni climatiche globali. Tuttavia, i parlamentari hanno anche riconosciuto che l’azione climatica europea da sola non sarà sufficiente senza una cooperazione globale rafforzata. Pertanto, la COP 29 rappresenta un’opportunità per promuovere un’azione collettiva e rafforzare il multilateralismo climatico.
La realizzazione degli ambiziosi obiettivi indicati dal Parlamento Europeo richiede uno sforzo congiunto a livello globale. Le negoziazioni alla COP29 si preannunciano complesse, con numerosi interessi contrastanti da conciliare. Tuttavia, la pressione dell’opinione pubblica e l’impegno di istituzioni come il Parlamento Europeo potrebbero rappresentare una spinta decisiva verso un accordo ambizioso e vincolante. Le richieste del Parlamento Europeo alla COP29 rappresentano un segnale importante per il futuro del nostro pianeta. Se le parti coinvolte riusciranno a trovare un terreno comune, potremo assistere a un’accelerazione significativa dell’azione climatica a livello globale. Nonostante l’urgenza, il percorso verso un consenso globale rimane irto di ostacoli. Le divergenze tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo, le tensioni geopolitiche e la lentezza nella mobilitazione dei finanziamenti climatici potrebbero complicare le negoziazioni. Tuttavia, il Parlamento Europeo ha espresso la speranza che la COP 29 possa segnare un punto di svolta nella lotta contro il cambiamento climatico.
Diversi parlamentari europei hanno espresso le loro aspettative in vista della COP 29. Tra le dichiarazioni più significative, si evidenzia l’appello per un aumento delle ambizioni sui contributi nazionali (NDCs) per il clima, considerato cruciale per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. È stato anche sottolineato l’importante ruolo dell’UE, che rappresenta solo il 6% delle emissioni globali, nel promuovere la transizione verso un’economia a basse emissioni attraverso politiche innovative e finanziamenti per il clima.
Una dichiarazione significativa è quella di Pascal Canfin, presidente della Commissione per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento Europeo, che ha dichiarato: “L’Europa deve continuare a essere un leader globale nell’azione climatica. Alla COP 29 chiederemo non solo di aumentare le ambizioni per ridurre le emissioni, ma anche un impegno concreto per finanziare il Fondo per le Perdite e i Danni, sostenendo le nazioni più vulnerabili”.
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