Donne nella storia: Rosa Genoni

Non so se avete in famiglia ragazzi che frequentano le medie; se sì, vi consiglio di dare un’occhiata a quelli che una volta si chiamavano sussidiari. Oppure meglio ancora ai libri di storia. Vi potrete rendere conto facilmente che la storia è stata fatta solo da uomini; sono pochissime le figure femminili di cui c’è qualche traccia. Di solito mogli di o spregiudicate conquistatrici come Cleopatra, oppure diaboliche intrigone come Lucrezia Borgia o meglio assassine patricide come Beatrice Cenci. Passando per le visioni della Pulzella di Orleans, e già qui con questa definizione si potrebbe aprire un dibattito.

Allora, se farete questo mi darete ragione. Le donne non hanno fatto la storia forse troppo impegnate a crescere figli? A lavare panni sporchi magarti di sangue, penso a qualche signora moglie di uno dei Mille. Che so, la signora numero 980.

Adesso, tanto per tirare fuori un nome a caso vi parlerò di un personaggio femminile sconosciuto ai tanti ma che ha fatto tantissimo per l’Italia: Rosa Genoni nasce a Tirano, paese della Valtellina, nel 1867. A dieci anni viene mandata a Milano nella sartoria di una zia come “piccinina”, le bambine tuttofare di sarte e modiste. A quattordici anni inizia a cucire come apprendista. Contemporaneamente studia frequentando le scuole serali. Dopo pochi anni, la troviamo a Parigi, la capitale della moda, per imparare meglio il mestiere. Al suo ritorno a Milano, nel 1888, diventerà una rinomata première presso atelier prestigiosi.

Nel 1893/94 Rosa lotta contro la discriminazione e lo sfruttamento delle donne nelle fabbriche tessili e conosce Anna Kuliscioff, compagna di Filippo Turati. Con lei instaura una duratura amicizia e insieme si batteranno per il diritto di istruzione, il congedo di maternità e l’aumento salariale. Partecipa, negli ambiti socialisti, a tutti i congressi a fianco della Kuliscioff.

Nel 1906 all’Esposizione Internazionale del Sempione otterrà premi e critiche positive per i suoi modelli conferendo per la prima volta caratteri originali alla moda italiana. Lei promosse sì una moda italiana, ma soprattutto liberò la moda dai corsetti, che reprimevano e costringevano il corpo femminile provocando danni fisici con effetti gravi sulla salute.

Nel 1908 partecipa al primo Congresso delle Donne Italiane a Roma e poi a quello Internazionale dell’Aia del 1915. Porta avanti il suo impegno umanitario, ma tra il 1933 e il 1940, a seguito delle crescenti difficoltà con le istituzioni fasciste, lascia Milano e si stabilisce con la famiglia a Sanremo, dove in un piccolo podere vicino a casa applica i principi steineriani alle coltivazioni biologiche, continuando nei suoi ideali di etica e rispetto per la natura. Morirà a Varese nel 1954.

Ecco che donna è stata Rosa e quanto ha fatto per la comunità tutta in epoche molto difficili e complicate. Tracce di lei nei libri di storia: nessuna.

©Futuro Europa® Riproduzione autorizzata citando la fonte. Eventuali immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

Condividi
precedente

Italia delle Regioni

successivo

Cielo Unico Europeo, nuove norme UE

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *