La stanza accanto (Film, 2024)
Pedro Almodóvar è uno dei pochi registi che appena esce un suo film lo vado a vedere a scatola chiusa, senza preoccuparmi di trama e interpreti, so che mi stupirà, perché non è mai banale ed è capace di trattare anche il tema più spinoso in modo originale e controcorrente. La stanza accanto non fa eccezione alla regola, primo lungometraggio della carriera girato in lingua inglese, interpretato da ottimi attori britannici e nordamericani come Julianne Moore, Tilda Swinton e John Turturro, con la partecipazione dell’italoamericano Alessandro Nivola.
Almodóvar parte da un romanzo (Attraverso la vita di Sigrid Nunez) per raccontare il fine vita di una corrispondente di guerra come Martha (Swinton), affetta da un cancro aggressivo, che ritrova la vecchia amica Ingrid (Moore), scrittrice di successo, dalla quale si era allontanata dopo un litigio. Ingrid accetta di vivere gli ultimi giorni accanto a Martha, di accompagnarla verso la fine, senza partecipare direttamente all’eutanasia, ma con la consapevolezza che, quando vedrà chiusa la porta della camera dell’amica, lei non ci sarà più.
Un film vibrante di passione e duro da digerire, che afferma con forza la libertà individuale di poter decidere quando staccare la spina dalla vita, se il dolore supera la soglia del sopportabile, quando la fede manca e non è possibile trovare motivi per continuare a soffrire. La sceneggiatura è scritta dal regista con grande tensione narrativa, Martha passa dall’euforia alla disperazione, raccontando la sua vita permette al regista di accennare – con rapidi inserti in flashback – a grandi questioni come la guerra in Bosnia e il primo conflitto iracheno. Non solo, grazie al personaggio di Damian (Turturro) dice la sua sul riscaldamento globale, affronta il cambiamento climatico e parla di un mondo che sta andando alla deriva nell’indifferenza di chi lo governa. Finale bellissimo, con la figlia Michelle (Swinton, truccata in modo giovanile) che si trova a compiere (inconsapevole) gli stessi gesti della madre e che, dopo la sua morte, comincia a capirla, comprendendo perché ha dovuto crescerla da sola, lasciando fuggire un padre psicologicamente devastato dalla guerra del Vietnam.
La stanza accanto è girato tra Madrid e New York, fotografato in maniera splendida da Eduard Grau, montato senza tempi morti da Teresa Font (107’ necessari), impreziosito da un’ispirata colonna sonora sinfonica del solito Alberto Iglesias e dalle sontuose scenografie di Inbal Weinberg. Almodóvar gira con una tecnica compiuta e matura che passa dal primo piano bergmaniano al breve piano sequenza, inserendo dei carrelli panoramici che sono una gioia per gli occhi. Un film molto ben strutturato, dove tecnica e racconto si sposano alla perfezione. Leone d’Oro come miglior film alla Mostra di Venezia, più che meritato. Imperdibile.
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Regia: Pedro Almodóvar. Soggetto: Sigrid Nunez (romanzo Attraverso la vita). Sceneggiatura: Pedro Almodóvar. Fotografia: Eduard Grau. Montaggio: Teresa Font. Musiche: Alberto Iglesias. Scenografia: Inbal Weinberg. Costumi: Bina Daigeler. Trucco: Morag Ross. Produttori: Augustín Almodóvar, Esther García. Casa di Produzione: El Deseo. Distribuzione (Italia): Warner Bros Entertainment Italia. Titolo Originale: The Room Next Door. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione: Spagna. Anno: 2024. Durata: 107’. Genere: Drammatico. Interpreti: Julianne Moore (Ingrid), Tilda Swinton (Martha/Michelle), John Turturro (Damian), Alessandro Nivola (poliziotto), Juan Diego Botto (fotografo), Raúl Arévalo (prete ispanico), Vicky Luengo (moglie di Fred), Esther McGregor (Martha da giovane), Alex Hogh Andersen (Fred), Alvise Rigo (Jonah), Melina Matthews (avvocato).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]