Cronache dai Palazzi
La manovra è arrivata al capolinea. nonostante gli 800 emendamenti delle opposizioni e le proteste per un “Parlamento umiliato”, “mortificato” da un “monocameralismo di fatto”. Il testo di 144 articoli della legge di Bilancio è arrivato in Senato in pratica blindato dalla Camera, per essere approvato in sostanza senza effettuare cambiamenti; giunto in commissione Bilancio a Palazzo Madama il testo è poi passato nell’Aula del Senato dove la manovra 2025 è stata approvata con un secondo voto di fiducia: 112 favorevoli e 67 contrari. Una dinamica imposta anche per rispettare i tempi di approvazione entro il termine ultimo del 31 dicembre, evitando l’esercizio provvisorio. Anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ammesso lo stato dei fatti auspicando un eventuale cambio delle regole: “Non so da quanti anni purtroppo è così – ha affermato Giorgetti-. Siccome la legge di contabilità bisogna riformarla comunque in base alle nuove regole europee, è già partito un lavoro preliminare. Però è materia parlamentare e non di governo. La revisione dei meccanismi e delle regole è necessaria. Noi siamo assolutamente disponibili”, ha puntualizzato il ministro.
Per la maggioranza si tratta in sostanza di una legge di Bilancio “equilibrata che punta alla crescita” ed inoltre “rende strutturale il taglio del cuneo fiscale” e investe circa 2 miliardi per il sostegno alle famiglie. Assolutamente in disaccordo sul fatto di non poter cambiare una virgola per le opposizioni si tratta invece di “una legge ingiusta che scontenta tutti”, soprattutto i soggetti che sono più in difficoltà e coloro che vorrebbero fare impresa.
Le forze di maggioranza insistono però ribadendo che si tratta di una manovra che impegna circa 30 miliardi di euro in primo luogo per sostenere lavoratori e famiglie con redditi bassi. Rafforzato anche il Fondo sanitario nazionale, favoriti i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego e l’aumento delle pensioni minime (+2,2% nel 2025). Per quanto riguarda le opere pubbliche spicca il Ponte sullo Stretto per cui sono stati stanziati altri 1,4 miliardi di euro fino al 2032.
L’Ires premiale per circa 18 mila aziende, con nuove regole su assunzioni e investimenti, è tra le novità più ribadite. Un’aliquota al 20%, anziché al 24%, fa risparmiare 4 punti percentuali alle imprese anche se le condizioni sono numerose. A partire dall’accantonamento a riserva di una quota che corrisponda ad almeno l’80% degli utili dell’esercizio 2024 e almeno il 30% di tali utili dovrà essere reinvestito in piani di trasformazione digitale ed energetica (Transizione 4.0 e Transizione 5.0), per di più la cifra impiegata non dovrà essere inferiore a 20 mila euro. Altra condizione riguarda i posti di lavoro che nel 2025 non dovranno scendere al di sotto della media del triennio precedente e dovranno essere assunti nuovi lavoratori a tempo indeterminato. Per poter beneficiare dell’Ires premiale l’impresa non deve aver inoltre adottato la cassa integrazione nel biennio 2024-2025. In definitiva le imprese che potranno beneficiare dell’Ires premiale sono appena lo 0.4% del totale. Le previsioni stimano comunque investimenti per 11 miliardi nel prossimo biennio e l’assunzione di 109 mila lavoratori.
Le famiglie con figli, in particolare coloro con redditi bassi, sono tra i principali destinatari delle misure della manovra. Tra le novità la “Carta nuovi nati” destinata ai bambini nati nel 2025: una tantum di mille euro per i neogenitori, ma solo con reddito Isee fino a 40 mila euro. Per il prossimo anno è confermato anche il bonus nido: 3 mila euro l’anno con Isee fino a 25 mila euro; 2.500 con Isee fino a 40 mila euro; 1.500 euro con Isee superiore a 40 mila euro. L’assegno unico quest’anno non sarà compreso nel calcolo dell’Isee. I destinatari del congedo parentale di tre mesi pagato all’80 per cento sono invece i lavoratori dipendenti che potranno usufruirne fino ai 6 anni d’età del bambino. I giorni di paternità obbligatoria restano dieci. Il Fondo per il contrasto della povertà alimentare – 500 mila euro per il 2025 e per il 2026; 1 milione dal 2027 – supporterà invece i genitori che non possono pagare le rette delle mense della scuola primaria. Il Fondo Dote famiglia sono invece 30 milioni di euro nel 2025 per sostenere le attività sportive ed extrascolastiche dei figli tra i 6 e i 14 anni di famiglie con Isee fino a 15 mila euro.
Previsti inoltre una serie di rifinanziamenti: la card social “Dedicata a te”, 500 euro per l’acquisto di beni di prima necessità ma anche in questo caso solo per i redditi fino a 15 mila euro; rifinanziato con 10 milioni il Fondo per chi non riesce a pagare l’affitto; 8.5 milioni di euro per rifinanziare il bonus psicologo nel 2025 e nel 2026, dal 2027 il contributo salirà a 9 milioni. Nel 2025 è previsto inoltre un Fondo di sostegno psicologico (stanziati altri 10 milioni di euro) destinato esclusivamente agli studenti e da attivare in strutture di riferimento per le scuole. A favore delle scuole paritarie che accoglieranno studenti con disabilità arriva invece un contributo di 50 milioni. Confermato infine il bonus per l’acquisto della prima casa per le giovani coppie, persone fino a 36 anni e famiglie numerose, fino al 2027.
C’è anche chi nel 2025 pagherà di più, come banche e assicurazioni alle quali è stato chiesto un “contributo volontario” a sostegno dei conti pubblici. La manovra 2025 riduce anche il Fondo a disposizione delle pmi, la copertura pubblica sui finanziamenti per la liquidità a favore delle piccole e medie imprese, fondo ridotto del 10 per cento che passa quindi dal 60 al 50 per cento. Per le aziende finanziarsi sarà più difficile. Stop anche alle detrazioni per i familiari a carico, come per i figli oltre i 30 anni, tranne che per i figli disabili per i quali continuano ad essere garantite senza limiti di età. La legge di Bilancio 2025 pone fine anche ai maxi-sconti fiscali legati alle ristrutturazioni edilizie. Il superbonus al 110% è già stato ridotto al 65% e ne potranno usufruire solo i cantieri aperti prima dello scorso 15 ottobre. Le prime case potranno usufruire del bonus al 50% per gli interventi di ristrutturazione fino ad un tetto di spesa di 96 mila euro; il bonus scende al 36% per tutti gli altri tipi di immobili. Il bonus arredi, infine, consente di detrarre il 50% fino ad un massimo di 5 mila euro, per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, ma l’acquisto dovrà essere effettuato con sistemi tracciabili per poter beneficiare dell’agevolazione.
Le aliquote Irpef si confermano tre: 23% per i redditi fino a 28 mila euro, 35% da 28 a 50 mila euro e 43% oltre i 50 mila euro. La soglia di reddito da lavoro dipendente o da pensione per beneficiare della flat tax al 15% sale da 30 mila a 35 mila euro. In definitiva i maggiori beneficiari delle risorse della manovra sono i lavoratori dipendenti con un reddito inferiore a 40 mila euro.
Il taglio del cuneo fiscale diventerà strutturale per i lavoratori dipendenti, si applicherà direttamente in busta paga e diventerà automatico per circa 3 milioni di lavoratori. Pe i redditi fino a 20 mila euro il taglio del cuneo resta contributivo. Il taglio diventa fiscale per i redditi dai 20 mila ai 40 mila euro, con una detrazione di 1.000 euro per i redditi fino a 32 mila euro, tale detrazione diminuisce in maniera progressiva fino ad azzerarsi tra i 32 mila e i 40 mila euro.
Aumenti in busta paga anche per medici e infermieri; fondi alle indennità per alcune specializzazioni e anche per le prestazioni offerte dai privati. Il mondo della sanità giudica però insufficienti tali interventi; al Servizio sanitario nazionale servirebbe di più anche secondo le associazioni del comparto (Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Nursing Up) che lo scorso 20 novembre hanno per l’appunto scioperato. In definitiva nel 2025 il Fondo sanitario nazionale arriva a 136,5 miliardi con un incremento di 1,302 miliardi. L’investimento sul Pil passa dal 6,12% del 2024 al 6,04% nel 2025, scendendo progressivamente fino al 2027. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha invece sottolineato che la spesa sanitaria pro-capite fino a fine 2026 aumenterà del 10%. Circa 17 euro netti in più al mese nel 2025, che diventeranno 115 nel 2026, per medici e veterinari. Mentre lo stipendio degli infermieri aumenterà di 7 euro al mese nel 2025 e di 80 euro nel 2026. Flat tax straordinaria al 5% per il lavoro straordinario degli infermieri. Previsto anche l’aumento dell’indennità del personale sanitario presente nei servizi di pronto soccorso. In tema di sanità viene istituito inoltre il Fondo per la prevenzione e la cura dell’obesità: 1 milione per il 2025, il 2026 e il 2027 cui si aggiungono 200 mila euro nel 2025, 300 mila nel 2026 e 700 mila nel 2027. Rifinanziato il Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: per il 2025, il 2026 e il 2027 il ministero della Salute avrà a disposizione 500 mila euro ogni anno per campagne di prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Dal 2025, infine, le prescrizioni di farmaci a carico del Ssn dovranno essere esclusivamente in formato elettronico.
In definitiva per quanto concerne le entrate sarebbero 5,6 i miliardi provenienti dal Fondo riforma fiscale; 3,8 miliardi il contributo da parte di banche, giochi e assicurazioni; 2,4 i miliardi recuperati attraverso il taglio delle spese ministeriali. Infine, sono 9 i miliardi in deficit.
Il ministro dell’Economia Giorgetti ha rivendicato “l’atteggiamento di prudenza” a proposito della manovra 2025, puntualizzando: “Come governo che prima di partire a redigere il proprio bilancio, aveva 90 miliardi di interessi passivi, non ci possiamo permettere di essere né temerari, né avventati. Questo atteggiamento ha premiato”, riferendosi all’andamento dello spread. Non essere riusciti a “fare di più per la famiglia e per i figli” rappresenta invece un rammarico.
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