Romania, elezioni da rifare
La Romania sta attraversando una crisi politica senza precedenti a seguito dell’annullamento delle Elezioni presidenziali del 2024 da parte della Corte Costituzionale. Il 6 dicembre scorso la Corte ha invalidato il primo turno delle elezioni, tenutosi il 24 novembre, a causa di sospette interferenze russe a favore del candidato di estrema destra e filorusso, Călin Georgescu. Un candidato praticamente sconosciuto ai più, che a sorpresa ha vinto le elezioni, almeno fino a quando, a urne ancora aperte per il ballottaggio in corso, la Corte Costituzionale è intervenuta annullando la tornata elettorale. Le indagini della Corte hanno portato alla luce decine di migliaia di falsi account pro-Georgescu su TikTok, 85.000 tentativi di hackeraggio contro il sistema informatico elettorale partiti da oltre 30 Paesi, 381 mila dollari pagati da un misterioso investitore straniero per saldare “80 dollari a chiunque fosse disponibile a promuovere l’immagine del candidato deciso a demolire il sostegno di romeni e Ue all’Ucraina”.
Călin Georgescu, indipendente sovranista di estrema destra, dichiaratamente sostenitore di Vladimir Putin e ammiratore di Donald Trump, aveva conquistato il 22,9% grazie alla “spinta massiccia della piattaforma cinese TikTok, mobilitata e finanziata da Mosca”. Infatti, le indagini hanno rivelato che Georgescu avrebbe beneficiato di una campagna sui social media, in particolare su TikTok, presumibilmente orchestrata da attori russi per influenzare l’elettorato rumeno. Questa scoperta ha portato la Corte a dichiarare nullo l’intero processo elettorale, richiedendo che le elezioni siano ripetute dall’inizio.
La decisione ha suscitato reazioni contrastanti. Il primo ministro Marcel Ciolacu ha accolto favorevolmente l’annullamento, definendolo “l’unica soluzione giusta” dopo la declassificazione dei documenti di intelligence che indicavano l’intervento della Russia nel voto. D’altro canto, il candidato Călin Georgescu ha invitato i rumeni a recarsi comunque ai seggi elettorali, nonostante l’annullamento, sostenendo che il diritto al voto debba essere rispettato. Immediate e forti le protese dei tre partiti di estrema destra, in particolare, la conservatrice candidata anti-sistema pro-Ue. Elena Lasconi, che aveva riportato l 19,1% del primo turno, avrebbe partecipato al ballottaggio per contendere la presidenza a Georgescu, e ha subito attaccato le istituzioni, evocando il “colpo di Stato, che ha calpestato la democrazia”.
Molte voci, basate sulle indagini dei servizi di intelligence rumeni, portano Bogdan Peschir, programmatore romeno proprietario di un canale personale “Bogpr”, dove mostra di condurre una vita agiata e lussuosa, si sospetta che i finanziamenti siano transitati verso di lui per promuovere la campagna a favore di Ciolacu. I servizi rumeni parlano di azioni svolte da “account esterni certificati, che risalgono ad attori statali e non di bot, evitando, quindi, di essere classificati come messaggi elettorali con tutte le limitazioni a questo annesse Azioni che non possono essere fatte da semplici agenzie di marketing.”. Le implicazioni di questa crisi sono profonde. La Romania, membro dell’Unione Europea e della NATO, si trova ora a dover affrontare una crescente polarizzazione politica e una perdita di fiducia nelle istituzioni statali. Inoltre, l’annullamento delle elezioni ha rafforzato le forze politiche di estrema destra e ultranazionaliste, che hanno guadagnato terreno significativo nelle recenti elezioni parlamentari, ottenendo circa il 35% dei seggi.
Per ripristinare la stabilità, la coalizione di governo ha annunciato che le elezioni presidenziali saranno ripetute in due turni, previsti per il 4 e il 18 maggio 2025. Nel frattempo, il presidente uscente Klaus Iohannis rimarrà in carica fino all’elezione di un nuovo presidente, come da lui stesso assicurato: “Resterò in carica fino a quando non sarà eletto il mio successore, la Romania rimane un Paese solido e stabile”. Resta da vedere se Georgescu sarà autorizzato a candidarsi nuovamente. La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi in Romania, preoccupata per le potenziali implicazioni sulla stabilità regionale e sull’orientamento geopolitico del paese. La situazione evidenzia l’importanza di garantire processi elettorali trasparenti e liberi da interferenze straniere, fondamentali per la salute delle democrazie moderne.
©Futuro Europa® Riproduzione autorizzata citando la fonte. Eventuali immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione