Spagna, Decreto Omnibus in stallo
Madrid – Mercoledì scorso, Pedro Sánchez, Presidente del governo spagnolo socialista, ha presentato al Congresso una serie di proposte di legge racchiuse in un unico decreto che prende appunto il nome di “Omnibus” (dal latino “per tutto”). Il Real Decreto Omnibus prevede infatti varie riforme che però non sono state approvate dal resto del Congresso, più esattamente dai partiti conservatori, quindi dal Partito Popolare e da Vox, ed anche dagli Indipendentisti catalani guidati da Carles Puigdemont del partito Junts per Catalunya.
Le proposte in questione sono relative a diverse tematiche che toccano vari settori e necessità di diversa natura, tra cui: la rivalutazione delle pensioni, i sussidi economici alle persone colpite dalla catastrofe della DANA a fine ottobre scorso, la protezione verso le persone (socialmente e non) vulnerabili e la proroga degli sconti riguardanti i mezzi di trasporto pubblico.
Per quanto concerne la rivalutazione delle pensioni (in concreto di un aumento del 2,8%) si tratta di una proposta fatta dal governo per aiutare quella parte di cittadini pensionati a ricevere un leggero aumento del loro compenso economico dato l’evidente rincaro dei prezzi dell’ultimo periodo.
Il PP ha votato a sfavore, depositando parallelamente in Congresso una proposta di legge analoga e riguardante lo stesso tema. Ma se si tratta dello stesso tema allora perché non accettare il Real Decreto Omnibus? Facile. Accettando questa riforma, di conseguenza, devono accettare l’intero pacchetto Omnibus, cosa che non hanno assolutamente intenzione di fare. Di fatto, sia Junts che il PP hanno confermato che, nel momento in cui verrà fatto un decreto che riguarderà solo ed esclusivamente quest’argomento, allora lo approveranno. Ma fino a quel momento non se ne parla.
In questo caso, di fronte alla spiacevole risposta negativa, Elma Saiz, attuale Ministra di inclusión, seguridad social y migraciones, ha ammonito in tono critico il partito indipendentista e quello conservatore ricordando loro che “non dovrebbe essere concesso giocare con il cibo di quasi 12 milioni di pensionati, che, invece di assistere a questi giochi di potere politici, avrebbero bisogno di vedere approvato il Decreto Omnibus, e nel minor tempo possibile”.
Un altro tema delicatissimo è proprio quello legato alla catastrofe climatica che purtroppo ha visto protagonista la città di Valencia lo scorso 29 ottobre 2024, causando ben 227 morti e lasciando molti cittadini senza abitazioni, mezzi di trasporto, scuole o lavoro. Il decreto Omnibus prevedeva dunque un’estensione dei sussidi alle persone colpite dalla DANA, aumentando soprattutto gli aiuti ai proprietari di appezzamenti agricoli distrutti dall’alluvione.
Tra gli altri temi inclusi del Decreto Omnibus vi è anche una riforma riguardante la proroga di tutele specifiche verso un grande strato cittadino composto da persone vulnerabili. Come sussidi per l’acqua o l’energia, un voucher sociale per le persone socialmente vulnerabili e la sospensione di sfratto per famiglie in casi di vulnerabilità.
A seguito della bocciatura dell’Omnibus vengono anche cancellati i sussidi destinati al trasporto pubblico, che erano già stati approvati nel 2022 e le cui sovvenzioni oscillavano tra il 30% ed il 50%. Sembreranno forse insignificanti questi cambiamenti? Invece no. Molti cittadini intervistati giovedì mattina da RTVES (Radio televisión española) sono rimasti delusi e scioccati quando hanno dovuto pagare a prezzo pieno il loro abbonamento. “Sembrerà poco per alcuni politici, ma per me, che non riesco ad arrivare a fine mese, faceva la differenza”. Così esordiva una giovane lavoratrice giovedì mattina in un’intervista mandata in onda sul TG Nazionale Spagnolo.
Ad oggi né Puigdemont né altri membri del suo partito hanno ancora chiarito quale parte del decreto ritengono inaccettabile. Mentre il PP sembrerebbe aver giustificato la decisione accusando Sánchez di creare un decreto “Trampa” (trappola) poiché nello stesso sono state inserite anche altre riforme che non condividono. Incluso, ad esempio, il pagamento di un affitto mensile al PNV (Partito Nazionale Vasco, alleato del governo) di un edificio sede dell’Istituto Cervantes a Parigi. Un’indagine del governo avrebbe comunque già ampiamente spiegato che l’edificio fu confiscato al partito durante il regime franchista e che ora è giusto restituirlo.
Insomma, sembrano essere diverse le cause che hanno generato la bocciatura del decreto Omnibus, e nel frattempo, come sempre succede in questi casi, i cittadini si trovano nel mezzo e la sensazione è che i vertici politici, non accettando il decreto, si siano dimenticati di loro.
Sánchez ad oggi chiede solamente a PP e Junts di rettificare quanto successo mercoledì scorso in sede di Congresso e di approvare l’intero decreto, non solamente alcune parti, perché le misure di protezione sociale incluse nel decreto sono molto più ampie rispetto ai punti in cui sono in disaccordo e soprattutto “necessarie ed urgenti”.
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