Europa

PNRR, Italia a confronto con gli altri Paesi

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità unica per l’Italia di rilanciare la propria economia dopo la crisi generata dalla pandemia di COVID-19 e modernizzare il Paese. Con un finanziamento complessivo di circa 191,5 miliardi di euro, di cui 69 miliardi a fondo perduto e 122 miliardi in prestiti, il PNRR italiano è uno dei più corposi tra i Paesi membri dell’Unione Europea. Ma come si colloca il nostro Paese rispetto agli altri Stati membri dell’Unione Europea nell’attuazione di questo ambizioso progetto? Confrontando il piano italiano con quelli di altri Paesi, emergono alcune differenze significative in termini di approccio, settori di investimento e progressi nell’attuazione. Gli importi accordati sono molto diversi fra i vari Paesi, anche se rapportati al Pil, questo è dovuto al fatto che solo nove Paesi si sono avvalsi dei prestiti.

L’Italia ha scelto di focalizzarsi su sei missioni principali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione sociale e salute. La ripartizione delle risorse vede una forte attenzione alla transizione ecologica (37,5% del totale) e alla digitalizzazione (25%), in linea con le direttive europee. L’Italia ha presentato uno dei PNRR più corposi e ambiziosi, con un focus su digitalizzazione, transizione ecologica e infrastrutture. Per l’appunto, essendo il nostro Paese tra i maggiori beneficiari dei fondi europei del NextGenerationEU, se si fa il punto ad oggi si vede come l’Italia abbia già raggiunto una parte significativa degli obiettivi prefissati, dimostrando una certa capacità di attuazione. L’attuazione del PNRR si compone di ben 621 fra target e milestone, riguardanti progetti di investimento (il 71% degli obiettivi totali) e riforme strutturali (29%); in base ai dati pubblicati dalla Commissione, l’Italia ha raggiunto il 43% degli obiettivi definiti, la Spagna il 30% e il Portogallo il 32%.

Il PNRR si fonda su due concetti fondamentali nella gestione dei progetti legati al PNRR, le Milestone, punti specifici nel percorso di un progetto, che rappresentano il raggiungimento di un obiettivo intermedio importante. Le milestone permettono di verificare se si sta procedendo secondo il piano previsto; d ividendo il progetto in fasi, è possibile monitorare più facilmente le scadenze e identificare eventuali ritardi. L e milestone aiutano a creare chiare aspettative e a comunicare i risultati raggiunti, S ia all’interno del team che con i stakeholders esterni. Possiamo identificare le milestones, nel contesto del PNRR, come l’approvazione definitiva del piano da parte della Commissione Europea; la pubblicazione dei primi bandi di gara; l’avvio dei primi cantieri; il raggiungimento di una certa percentuale di assorbimento dei fondi.

I Target sono invece gli obiettivi specifici che si vogliono raggiungere alla fine di un progetto o di una fase e permettono di misurare il successo finale del progetto. Servono a guidare le azioni e a guidare le attività e le decisioni durante lo sviluppo del progetto, offrendo un punto di riferimento chiaro per il team e lo motivano a raggiungere risultati concreti. A titolo esemplificativo, possiamo individuare i target nella riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030; nell’aumento della percentuale di popolazione con accesso alla banda ultra-larga; nella creazione di un certo numero di nuovi posti di lavoro. Mentre le milestone sono i passi intermedi che scandiscono il percorso e portano a raggiungere i target finali, questi ultimi definiscono il punto di arrivo. Ad esempio, una Milestone può essere l’approvazione dei piani attuativi regionali; un Target l’aumento della produttività del sistema produttivo italiano del 10%. Le milestone e i target sono strumenti essenziali per garantire il successo di un progetto complesso come il PNRR. Permettono di monitorare i progressi, gestire i rischi e comunicare in modo efficace i risultati.

Altri paesi hanno intrapreso un percorso diverso da quello scelto dall’Italia, ad esempio, la Germania ha destinato gran parte dei fondi al rafforzamento della digitalizzazione delle imprese e della pubblica amministrazione, mentre la Francia ha puntato in particolare sulla transizione ecologica, con investimenti massicci nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica degli edifici. Uno degli aspetti critici del PNRR italiano è rappresentato dalla sua complessa attuazione, il piano presentato è ambizioso, ma si trova a dover affrontare sfide legate alla burocrazia, alla capacità amministrativa e ai tempi di realizzazione. Paesi come la Spagna e la Francia stanno procedendo con maggiore rapidità nell’assegnazione dei fondi, avendo adottato procedure semplificate e normative più snelle per facilitare l’attuazione. La Germania, invece, ha puntato su un’attenta pianificazione a lungo termine, con un monitoraggio costante dei progressi.

Le criticità italiane si evidenziano su problematiche tipiche del nostro paese, che ci portiamo dietro da sempre, come la complessità della macchina burocratica italiana rallenta spesso l’avvio e il completamento dei progetti. La sottodimensionata e di scarsa qualità capacità amministrativa, per cui molte amministrazioni locali e regioni faticano a gestire i fondi e a mettere in campo le riforme necessarie. La frequente alternanza di governi e le tensioni politiche interne hanno spesso rallentato l’attuazione del PNRR. L’aumento generale dei prezzi ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie e delle imprese, riducendo la capacità di investimento e l’aumento dei costi dell’energia ha messo sotto pressione i bilanci delle imprese e delle famiglie, rendendo più difficile attuare alcuni progetti.

Paesi come la Francia e la Spagna, pur avendo piani meno ambiziosi, sembrano procedere a un ritmo più sostenuto. Un elemento chiave del PNRR italiano è l’implementazione di riforme strutturali in settori cruciali come la giustizia, la pubblica amministrazione e il mercato del lavoro. Anche altri Paesi hanno previsto riforme, ma con approcci diversi: la Francia si è concentrata sulla modernizzazione del mercato del lavoro, mentre la Spagna ha puntato su riforme fiscali e del sistema pensionistico.

L’Italia ha davanti a sé una sfida complessa, ma stimolante: sfruttare al meglio le risorse del PNRR per colmare il divario infrastrutturale, promuovere la crescita sostenibile e aumentare la competitività del Paese a livello europeo. Tuttavia, sarà cruciale superare gli ostacoli legati all’inefficienza amministrativa e garantire la trasparenza nell’uso dei fondi. Il PNRR italiano rappresenta un’opportunità senza precedenti per il rilancio economico, ma il confronto con gli altri Paesi evidenzia la necessità di un’accelerazione nell’attuazione e di una gestione efficace per ottenere i risultati sperati. Nonostante i finanziamenti ricevuti, l’Italia fatica a spendere rapidamente le risorse disponibili e i ritardi nell’attuazione del PNRR rischiano di compromettere le opportunità di crescita e sviluppo del Paese. Inoltre, l’Italia potrebbe perdere parte dei fondi europei se non rispetta le scadenze previste. E’ necessario ridurre la complessità delle procedure amministrative, fondamentale per accelerare l’attuazione dei progetti; rafforzare la capacità amministrativa investendo nella formazione del personale e nella digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni. Sarebbe utile, a questo punto, focalizzarsi sugli interventi e concentrarsi sui progetti più strategici e a più alto impatto, coinvolgendo le comunità locali e le imprese nella progettazione e realizzazione dei progetti.

©Futuro Europa® Riproduzione autorizzata citando la fonte. Eventuali immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

Condividi
precedente

Italia delle Regioni

successivo

Anna Frank e il diario segreto (Film, 2021)

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *