
Nomisma, Osservatorio Controvento 2025
Lo scorso mese, presso l’elegante cornice di Palazzo di Varignana, un resort & SPA situato sulle colline bolognesi, nel comune di Castel San Pietro Terme, dimora storica, risalente al 1705 e originariamente conosciuta come Villa Bentivoglio; si è tenuta la sesta edizione dell’Osservatorio Controvento, organizzato da Nomisma, uno dei più autorevoli centri di ricerca economica italiani, in collaborazione con CRIF e CRIBIS. L’evento annuale è dedicato alle imprese manifatturiere italiane che si distinguono per solidità e capacità di crescita, riuscendo a “navigare controvento” anche in periodi d’incertezza. Come di consueto, ha riunito esperti, imprenditori, istituzioni e rappresentanti del mondo accademico per analizzare le tendenze economiche, sociali e politiche che stanno plasmando il presente e il futuro del Paese. L’evento ha preso il via alle 10:00 con i saluti introduttivi di Carlo Gherardi, Presidente di CRIF, e Maurizio Marchesini, Presidente di Nomisma e Vicepresidente di Confindustria. Successivamente, Lucio Poma, Capo Economista di Nomisma e responsabile scientifico dell’Osservatorio Controvento, ha presentato la sesta edizione della ricerca “Controvento”.
L’Osservatorio Controvento si conferma un appuntamento chiave per comprendere le dinamiche che caratterizzano un’epoca di grandi trasformazioni. Il titolo dell’edizione 2025, “L’altra faccia dell’automotive”, ha sottolineato la necessità di guardare oltre le incertezze del momento, individuando strategie per affrontare le sfide globali e cogliere le opportunità emergenti. In uno scenario macroeconomico globale complesso, si sono analizzate le prospettive di crescita internazionale, l’impatto dell’inflazione e delle politiche monetarie, i rischi geopolitici e le loro ripercussioni sui mercati italiani ed europei. Il titolo dell’evento richiama le difficoltà dell’industria automobilistica europea alla luce delle scadenze programmate relative alla transizione ecologica verso una mobilità solo elettrica.
Dall’analisi generale è emerso che solo il 7,1% delle oltre 82.000 aziende italiane esaminate supera i rigorosi parametri di competitività “Controvento” in termini di ricavi, marginalità industriale e creazione di valore aggiunto. In particolare, settori come l’automotive, la farmaceutica e il packaging si confermano protagonisti, mentre comparti come la nautica e quello dei computer, elettronica e componenti biomedicali hanno registrato una crescita significativa rispetto alle precedenti edizioni. Un dato rilevante riguarda la composizione del gruppo “Controvento”: il 46% delle imprese sono “Debuttanti”, presenti per la prima volta; il 44% sono “Veterane”, presenti per due o tre edizioni; e il 9% sono “Super-Veterane”, presenti in quattro o cinque delle sei edizioni. Solo 47 imprese, pari all’1% del totale, si sono confermate per il sesto anno consecutivo, generando l’8% dei ricavi e il 10% del valore aggiunto. Un aspetto interessante emerso dall’analisi è la composizione variegata del gruppo “Controvento”, che include non solo grandi aziende consolidate, ma anche un numero crescente di piccole e medie imprese (PMI) . In particolare, l’ultima edizione ha evidenziato un progresso notevole delle PMI con un numero di addetti compreso tra 10 e 49, che hanno registrato una crescita particolarmente significativa, superando persino quella delle grandi aziende. Questa dinamica suggerisce una crescente competitività e resilienza anche tra le realtà imprenditoriali di dimensioni minori. Si è anche osservato che resta robusta la presenza del sud, che consolida il trend dell’ultimo anno, ma è anche un fatto che alcune regioni italiane restano ancora prive di aziende Controvento.
La mattinata è proseguita con interventi focalizzati sulla sostenibilità finanziaria e ESG delle imprese “Controvento”, rispettivamente a cura di Simone Mirani, General Manager di CRIF Ratings, che ha presentato un’analisi sulla sostenibilità finanziaria delle imprese “Controvento”. Niccolò Zuffetti, Head of Marketing di CRIBIS ha illustrato la sostenibilità ESG di queste aziende. I dati emersi dall’Osservatorio evidenziano come le imprese “Controvento” dimostrino una maggiore adeguatezza ai criteri ESG rispetto al campione di riferimento. In particolare, si è osservata una concentrazione superiore di queste aziende nelle classi di punteggio ESG più elevate e una minore presenza in quelle che denotano una minore conformità ai principi di sostenibilità. Anche il punteggio ESG medio delle imprese “Controvento” risulta migliore rispetto al benchmark . Questo sottolinea come l’attenzione alla sostenibilità non sia solo un imperativo etico, ma anche un fattore competitivo chiave per le aziende manifatturiere italiane che mirano all’eccellenza e alla crescita a lungo termine.
Un momento centrale dell’evento è stata la tavola rotonda intitolata “L’altra faccia dell’automotive”, che ha visto la partecipazione di figure di spicco del settore: Paolo Poma, Managing Director & CFO di Automobili Lamborghini; Antonio Picca Piccon, Chief Financial Officer di Ferrari; e Andrea Pontremoli, Amministratore Delegato di Dallara Automobili. Moderata da Luca Piana, Vice Direttore di Nord Est Multimedia, la discussione ha evidenziato come queste eccellenze dell’automotive italiano abbiano saputo affrontare le sfide del futuro, superando gli ostacoli del mercato attuale.
Gli esperti hanno discusso delle politiche necessarie per accelerare la transizione verde, senza penalizzare le imprese, su come affrontare il passaggio dai motori a combustione interna ai veicoli elettrici. Gli esperti hanno discusso delle sfide legate alla produzione di batterie, alla creazione di infrastrutture di ricarica e alla gestione delle materie prime critiche. È emersa la necessità di politiche pubbliche che supportino questa transizione, garantendo al contempo la competitività delle aziende europee. La rivoluzione dell’automotive ha un impatto significativo sul mercato del lavoro, con la riduzione della domanda di componenti tradizionali, molti posti di lavoro sono a rischio. Tuttavia, nuove opportunità stanno emergendo nei settori della tecnologia, della produzione di batterie e della mobilità condivisa. Sono emerse proposte concrete per incentivare l’innovazione tecnologica e promuovere un modello di sviluppo circolare, affrontando il tema della sostenibilità ambientale e della transizione verso un’economia a basse emissioni, non solo come imperativo etico, ma anche come opportunità di innovazione e sviluppo. Si è discusso di investimenti in energie rinnovabili, efficienza energetica e nuove tecnologie green, evidenziando il ruolo cruciale delle imprese e delle politiche pubbliche e delle imprese nel guidare questo cambiamento epocale.
Nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda ristretta con Paolo Poma e Lucio Poma, in cui è stato possibile porre domande ai due speaker. Ho chiesto al dott. Paolo Poma, managing director di Lamborghini, il suo pensiero riguardo una certa “acquiescenza” dell’industria automobilistica rispetto i diktat della Commissione Europea, che stanno dimostrando tutti i bias relativi alla transizione verso la mobilità elettrica rispetto il mondo del lavoro, come ripetutamente sottolineato da Quattroruote. La risposta ricalca quanto già letto sulla rivista citata, ovvero che l’industria automotive era in una posizione debole dopo il dieselgate, e necessitava di dovere dare una ‘rinfrescata’ alla propria immagine. Personalmente, alla luce dei fatti odierni, appare evidente che tutti i trade-off che specialisti del settore vedevano sul forza un mercato dall’altro stanno venendo alla luce, le recenti proposte del PPE e di tanti paesi membri, per una revisione della transizione elettrica, successivi a Controvento, confermano come la Commissione Von del Leyen abbia peccato di presunzione e chiaramente sbagliato i calcoli.
Alla nostra domanda se il fatto che metà delle imprese escono da Controvento dopo un anno, circa 2.500; se questo fosse un segno di debolezza rispetto la forza delle 2.500 che invece entrano, il dott. Poma, gentilissimo come sempre, ha risposto: “Le imprese che ogni anno escono, 2.500, sono comunque imprese che hanno dei parametri assolutamente superiori alla media della manifattura, su qualsiasi variabile. Le imprese controvento sono le brave tra le brave per fare un paragone universitario i miei trenta e lode quindi se uno prende 28 esce ma resta uno studente eccellente. Per questo è così difficile entrare e soprattutto restare in controvento. Appena un’impresa rallenta un poco la dinamica esce, ma resta assai superiore al blocco della manifattura”.
Abbiamo chiesto, sempre al dott. Poma, se ci si concentrasse troppo sui dazi, che la dottrina macroeconomica insegna non lascino vinti e vincitori nel medio-lungo periodo, venendo poi assorbiti dalla dinamica di mercato, e poco, piuttosto, sul differenziale di produttività tra Stati Uniti ed Europa, che vede un 6.4% contro uno 0,8% nel periodo post-pandemico. La risposta del capo-economista di Nomisma è molto chiara: “Non sono assolutamente convinto che l’America sia così competitiva, infatti da trenta anni ha la bilancia commerciale in passivo e anche in maniera pesante. Gli unici tre mesi che ha registrato un attivo sono stati quelli con il gas e petrolio alla stelle. In altri termini sopravvive sulle commodities sui prodotti finiti è debole. Avendo una bilancia commerciale in disavanzo cronico, con i dazi si corregge un poco l’andamento in quanto si rallentano le importazioni, ma è un gioco che dura poco e soprattutto sintomo di grande debolezza. Dall’alba del mondo economico il sistema dei dazi era la difesa tipica dei paesi in via di sviluppo. Un paese del centro non aveva bisogno di dazi. Il mondo è cambiato anche sotto quest’aspetto”.
La VI Edizione dell’Osservatorio Controvento ha confermato il ruolo di Nomisma come punto di riferimento per il dibattito economico e sociale in Italia. Palazzo di Varignana, con la sua atmosfera raffinata, ha offerto la cornice ideale per un confronto costruttivo e stimolante. Appuntamento ora alla prossima edizione, con l’obiettivo di continuare a navigare “controvento” verso un futuro più sostenibile e prospero.
©Futuro Europa® Riproduzione autorizzata citando la fonte. Eventuali immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione