
Cronache dai Palazzi
Riarmo non vuol dire esclusivamente guerra sul campo ma anche produrre satelliti, software, cybersecurity e molte altre cose che hanno a che vedere con la parola “riarmo”.
Ricevendo le Forze dell’Aeronautica Militare al Quirinale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affermato: “Attraversiamo un’epoca contrassegnata da profonde trasformazioni geopolitiche, tecnologiche, strategiche che confermano la necessità di prontezza, di professionalità, di costante impegno per garantire sicurezza dell’Italia, difesa della pace, stabilità internazionale. Le tensioni globali, la competizione – piuttosto caotica, per la verità – tra potenze per il dominio del mondo, l’inatteso ritorno del conflitto convenzionale in Europa, le nuove minacce ibride – dalla guerra cibernetica all’uso strategico dello spazio – stanno alterando il contesto di regole faticosamente costruito, dalla comunità internazionale, dopo la Seconda guerra mondiale”.
In sostanza “la missione affidata alle Forze Armate è quella di difendere gli ordinamenti democratici del Paese e il rispetto del diritto internazionale, operando sempre con un approccio di deterrenza, di prevenzione, di difesa collettiva”.
A Parigi, nel contempo, si discute del conflitto in Ucraina e l’Unione europea non può più rinviare le decisioni in materia di Difesa. Sul piano globale le minacce sono diverse e, soprattutto, cambiano da un giorno all’altro. I nuovi esiti coinvolgono in maniera specifica il settore dell’Aeronautica. “Le modifiche digitali, la grande trasformazione in corso, lo sviluppo di velivoli di sesta generazione, l’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle operazioni militari, crescenti minacce che derivano da un uso spregiudicato del dominio spaziale… tutti elementi che rappresentano sfide che non possono essere eluse”.
La situazione geopolitica attuale richiede particolare attenzione. “Appare essenziale una riflessione sul nuovo contesto strategico internazionale, che naturalmente richiederà conseguenti processi decisionali. Vale per le decisioni nel contesto dell’Alleanza atlantica e per le decisioni nell’Unione europea… che non sono più rinviabili”. Il contributo della Difesa, delle Forze Armate in accordo con i Paesi alleati e amici, è “difendere e promuovere valori fondamentali come libertà, giustizia e rispetto dei diritti umani, garantendo un futuro di pace e di stabilità”.
I Paesi che si sono riuniti a Parigi sarebbero i cosiddetti “volenterosi”, guidati da Macron e Starmer. Come si spiega in una nota “è stato riaffermato l’impegno alla costruzione, insieme ai partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti, di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euroatlantico”. Tutto ciò potrebbe avvenire “anche sulla base di un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall’articolo 5 del Trattato di Washington, ipotesi che sta riscontrando sempre più interesse tra i partner internazionali”.
L’articolo 5 è il fulcro del dibattito politico attuale, l’articolo fondante della Nato, il quale prevede che “un attacco armato” contro uno dei Paesi contraenti “sarà considerato un attacco diretto contro tutte le parti”, pur considerando che il meccanismo non è automatico. Di conseguenza, dopo il vertice di Parigi è chiaro che “l’incontro ha permesso di ribadire che non è prevista alcuna partecipazione nazionale a una eventuale forza militare sul terreno”. In questo contesto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, definisce quale potrebbe essere un eventuale contributo italiano: “Per noi l’unica condizione per inviare militari è che siano inseriti in missioni delle Nazioni Unite”. Infine, come ultima istanza ma in sostanza la più importante per poter ristabilire un equilibrio, “è stato affrontato il tema dell’attuazione e del monitoraggio del cessate il fuoco, su cui si sta facendo spazio un possibile ruolo delle Nazioni Unite, che il governo italiano sostiene da tempo”.
Per quanto riguarda il nostro Paese resta “l’opposizione, sorta di articolo 5 bis della Nato, per garantire la sicurezza europea e per proteggere l’Ucraina”. Nel complesso “il dibattito è in corso, siamo concordi sulla posizione che terrà la premier”, ha sottolineato il ministro degli Esteri Tajani.
Intervenendo di fronte all’Aula di Montecitorio il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha a sua volta ricordato il ruolo fondamentale della “nostra grande alleanza atlantica”, che è “oggi l’unico ombrello difensivo utilizzabile domani mattina, grazie alla deterrenza americana e all’articolo 5 della Nato”. Il governo, nel contempo, sta “lavorando per far sì che questa integrazione tra nazioni diverse, tra Forze armate diverse nella Nato, sia lo scheletro su cui costruire l’integrazione europea”.
Dal fronte delle opposizioni il Movimento Cinque Stelle ha preannunciato che presenterà una mozione chiaramente contraria al RearmEu. “Tanti soggetti molto attivi sulla scena internazionale. Ma l’Italia non abbiamo capito dov’è”, afferma in maniera tagliente Matteo Renzi. Contestando la maggioranza, è ancor più drastico Giuseppe Conte (M5S): “Meloni, Salvini e Tajani si sono riuniti non per ammettere il fallimento della strategia delle armi e l’assenza di un ruolo di Italia e Europa sui negoziati, ma per tentare un negoziato di pace tra i partiti di maggioranza in cui volano stracci e ci sono tre linee diverse”.
Palazzo Chigi nel contempo continua a percorrere la strada delle riforme e, nel pieno del clima turbolento generato dalla tematica del riarmo, rilancia la riforma del premierato, la “riforma delle riforme” come la definisce la premier Giorgia Meloni, l’unica in grado di garantire stabilità. Sottolinea Meloni in un video diffuso per celebrare la longevità del proprio esecutivo: “La riforma del premierato, che intanto prosegue in Parlamento, io la considero fondamentale per l’Italia perché fa due cose essenziali: restituisce ai cittadini il pieno potere di scegliere da chi vogliono essere governati e garantisce che chi viene scelto abbia il tempo per realizzare il mandato che ha ricevuto”. Un esecutivo stabile può in pratica realizzare ciò che mette nero su bianco: “Così sarà finalmente possibile dare continuità alle strategie di lungo periodo e costruire un’Italia più forte, più autorevole, più competitiva. Non è una riforma che stiamo facendo per il nostro governo, ma per quelli a venire”, chiosa la premier e successivamente, dal palco del congresso di Azione, ribadisce: “L’Italia ha bisogno di un governo con una strategia di medio lungo periodo”. Duri gli attacchi da parte delle diverse forze di opposizione per le quali, in definitiva, non ci sarebbe nulla per cui festeggiare.
È stallo infine per il ddl Sicurezza, che tornerà alla Camera per una terza lettura. Lo stallo sembra essere dovuto a tensioni interne alla maggioranza anche per quanto riguarda alcune osservazioni del Quirinale, riguardanti elementi sensibili messi in luce dal testo del disegno di legge. All’interno dello scenario politico, invece, le opposizioni contestano nello specifico alcune norme volute dalla Lega tra cui la detenzione delle donne in stato di gravidanza, il divieto di vendita di sim telefoniche ai migranti e l’elenco delle opere pubbliche strategiche, ad esempio le stazioni, manifestare contro le quali diventa reato.
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