
Clean Industrial Deal europeo
L’Unione Europea ha recentemente introdotto il “Clean Industrial Deal”, un’iniziativa ambiziosa che mira a trasformare il panorama industriale europeo, affrontando le sfide legate alla decarbonizzazione e alla competitività globale. Questo piano rappresenta una risposta concreta alle crescenti pressioni economiche, ambientali e geopolitiche che influenzano il settore industriale europeo.
Il Clean Industrial Deal si concentra su due settori chiave strettamente interconnessi: le industrie ad alta intensità energetica (come l’acciaio, la chimica e i minerali) e il settore delle tecnologie pulite. L’adozione di un “Action Plan for Affordable Energy” mira a ridurre i costi energetici per le industrie e i cittadini, promuovendo al contempo la transizione verso un sistema energetico a basse emissioni di carbonio. L’obiettivo primario è duplice: da un lato, aiutare le industrie tradizionali a modernizzarsi e ridurre la loro impronta ambientale; dall’altro, posizionare l’UE come leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di tecnologie pulite innovative.
Il Clean Industrial Deal si concentra su tre pilastri fondamentali: La decarbonizzazione promuovere l’adozione di tecnologie pulite e ridurre le emissioni di gas serra, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La competitività per garantire che le industrie europee possano competere efficacemente a livello globale, riducendo i costi energetici e migliorando l’efficienza produttiva. La sostenibilità per favorire l’economia circolare attraverso il riciclo, il riutilizzo e la produzione sostenibile, riducendo la dipendenza da risorse esterne. La circolarità è un principio guida del Clean Industrial Deal. L’obiettivo è massimizzare l’utilizzo delle risorse limitate dell’UE, ridurre la dipendenza da fornitori esterni di materie prime e minimizzare la produzione di rifiuti. L’adozione di un “Circular Economy Act” nel 2026 mira ad accelerare la transizione verso un’economia circolare, promuovendo il riuso, il riciclo e la produzione sostenibile.
Tra le azioni previste dal piano, spiccano la spinta verso un’energia accessibile attraverso la riduzione dei costi energetici per le industrie e accelerazione della transizione verso fonti rinnovabili. Si prevede un sostegno finanziario attraverso la mobilitazione di oltre 100 miliardi di euro per supportare la produzione pulita e incentivare l’innovazione tecnologica. Saranno rafforzati strumenti di finanziamento esistenti, come l’Innovation Fund, e si prevede la creazione di una “Industrial Decarbonisation Bank” per catalizzare ulteriori investimenti pubblici e privati. Si vuole promuovere il “Made in Europe” mediante l’introduzione di criteri di sostenibilità e resilienza negli appalti pubblici e privati per stimolare la domanda di prodotti europei. L’UE intende stimolare la domanda di soluzioni sostenibili attraverso politiche di appalti pubblici che tengano conto di criteri non solo di prezzo, ma anche di sostenibilità e resilienza. L'”Industrial Decarbonisation Accelerator Act” introdurrà criteri specifici per favorire la produzione europea di prodotti puliti nei settori ad alta intensità energetica. Si prevede anche l’introduzione di un’etichettatura volontaria dell’intensità di carbonio dei prodotti industriali, a partire dall’acciaio, per informare i consumatori e incentivare le aziende a ridurre le proprie emissioni.
Nonostante le sue ambizioni, il Clean Industrial Deal deve affrontare diverse sfide, tra cui la dipendenza dell’Europa da materie prime critiche provenienti da paesi terzi e la necessità di superare le barriere burocratiche. Tuttavia, il piano rappresenta un’opportunità unica per rafforzare la sovranità energetica e industriale dell’Europa, posizionandola come leader globale nella transizione verso un’economia verde. Il Clean Industrial Deal non è solo un piano per il futuro dell’industria europea, ma un impegno verso un modello di sviluppo più equo, sostenibile e resiliente. Il piano riconosce anche l’importanza di agire a livello globale. L’UE intende stringere “Clean Trade and Investment Partnerships” con paesi terzi per diversificare le catene di approvvigionamento e promuovere standard ambientali elevati a livello internazionale.
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