
L’assedio di Siracusa (Film, 1960)
L’assedio di Siracusa è uno dei peplum migliori che siano stati girati nel cinema italiano, anche perché non si può ridurre a genere puro, ma sia per tono che per impostazione letteraria ci troviamo di fronte a un vero e proprio melodramma storico, ben ambientato nel tempo e nei luoghi, arricchito da una scenografia suggestiva e rispettoso (con alcune concessioni al romanzesco) degli eventi.
Pietro Francisci (Roma, 1906-1977) è un regista che negli anni Cinquanta-Sessanta si dedica quasi esclusivamente al cinema storico-leggendario, dopo aver girato importanti cortometraggi e documentari in periodo fascista. Si ricorda tra gli autori italiani che hanno deliziato platee di giovani appassionati (anche il sottoscritto) dando vita alle gesta cinematografiche di Ercole, Ursus e Maciste.
L’assedio di Siracusa – sceneggiato da Francisci con De Concini e Graziosi, fotografato da Carlini, con musiche di Lavagnino – gode di un testo molto letterario e di ottimi interpreti che garantiscono una resa teatrale eccellente. Non è cosa ordinaria vedere Rossano Brazzi nei panni di un Archimede innamorato che incendia (con il noto marchingegno) le navi dei Romani e pensa a salvare la vita a un figlio che non sa niente della sua paternità. Il grande Gino Cervi presta il volto al magnanimo re Gerone, padre di Clio (la splendida Sylva Koscina), moglie promessa ad Archimede, mentre Enrico Maria Salerno è il perfido Gorgia che trama per brama di potere contro la sua stessa patria. Tiresia è il diligente Alfredo Varelli, mentre l’esperto in melodrammi Alberto Farnese è il condottiero Marcello, che sposa Artemide (la bellissima statunitense Tina Louise), dopo che lei ha perso la memoria e non ricorda d’essere innamorata di Archimede.
La trama si riassume con difficoltà, visti gli intrighi tipici del genere sentimentale. Lo scienziato siracusano Archimede s’innamora della danzatrice Artemide, anche se dovrebbe sposare Clio, figlia del re Gerone. Intanto Gorgia trama in segreto contro di lui e a favore dei Romani, droga Artemide e la fa partire alla volta di Roma. Durante il viaggio la donna perde la memoria, dimentica l’amore per Archimede, conosce Marcello e lo sposa, anche se attende un figlio da Archimede. Lo scienziato sposa Clio, ma quando viene inviato a Roma come ambasciatore rivede Artemide che subito ritrova la memoria. Vorrebbe portarla a Siracusa, insieme al figlio, ma Marcello si oppone. Tornato a Siracusa, Archimede succede a re Gerone che è in fin di vita e si prepara a difendersi dall’attacco di Roma con le sue armi speciali. Durante la battaglia Marcello muore e il suo posto viene preso da Marco, figlio di Artemide e Archimede. Finale melodrammatico allo stato puro, una sorta di Via col vento in salsa italica con Rossano Brazzi e Tina Louise che si affacciano al tramonto d’un sole morente e si dicono che la comunque vita va vissuta, non finisce tutto in un solo giorno.
Ottime le parti di combattimento navale, spiccano gli effetti speciali durante l’assedio, gli incendi delle navi sono credibili, i duelli corpo a corpo vengono gestiti con efficacia. Soprattutto il film presenta tutti gli elementi del melodramma, persino della sceneggiata napoletana. Abbiamo il rapporto d’amore contrastato, il figlio nato a insaputa del padre, ci sono le due donne innamorate, le morti improvvise degli antagonisti, il rapporto d’onore cavalleresco tra rivali; un insieme di elementi che spingono a inserire L’assedio di Siracusa più nel cinema sentimentale che nel peplum. I detrattori lo definiranno un fotoromanzo in costume, per noi è melodramma storico che nobilita il genere, per dialoghi e sceneggiatura, ma anche per le ottime interpretazioni degli attori. In ogni caso, cinema che incontra il teatro, grazie a una grandiosa messa in scena, ricostruita quasi tutta in studio, oltre ad alcuni luoghi storici del cinema di genere italiano, come il laghetto di Manziana a pochi chilometri da Roma.
Rivisto su Rai Movie, reperibile su Rai Play, una lieta riscoperta. Consigliato invece di tanto cinema italiano contemporaneo.
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Regia: Pietro Francisci. Soggetto: Giorgio Graziosi, Pietro Francisci. Sceneggiatura: Ennio De Concini, Giorgio Graziosi, Pietro Francisci. Fotografia: Carlo Carlini. Effetti Speciali: Joseph Nathanson. Musiche: Angelo Francesco Lavagnino. Scenografia: Ottavio Scotti. Costumi: Gaia Romanini. Trucco: Anacleto Giustini. Produttore: Enzo Merolle. Case di Produzione: Glomer Film, Galatea Film (Roma), Societé Cinematographique Lyre (Parigi). Distribuzione (Italia): Glomer Film. Paesi di Produzione: Italia, Francia – 1960. Durata: 97’. Genere. Storico, Melodramma. Interpreti: Rossano Brazzi (Archimede, doppiato da Giuseppe Rinaldi), Enrico Maria Salerno (Gorgia), Tina Louise (Artemide/Diana, doppiata da Andreina Pagnani), Gino Cervi (re Gerone), Sylva Koscina (Clio, doppiata da Maria Pia Di Meo), Alfredo Varelli (Tiresia), Luciano Marin (Marco), Alberto Farnese (Marcello, doppiato da Emilio Cigoli), Cesare Fantoni (padre di Archimede), Mara Lombardo (danzatrice a Selinunte).
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