Politica

Cronache dai Palazzi

La premier Meloni vola a Washington il prossimo 17 aprile con la volontà di accreditarsi come mediatrice per conto dell’Italia e dell’intera Ue. “C’è un problema che interessa un mondo intero, che riguarda l’Europa. Non è con parliamo più con gli americani”, ha chiarito il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo: “E conoscendo il carattere di Giorgia Meloni non è una persona che non va a schiena dritta”. Tutto ciò prima della decisione della Casa Bianca di ridurre i dazi al 10% per 90 giorni, tranne confermare quelli alla Cina. L’Unione europea, a sua volta, sospenderà per 90 giorni le contromisure ossia i dazi del 25% su alcuni prodotti statunitensi, tra cui acciaio e alluminio, per un valore di circa 21 miliardi di euro. “Vogliamo dare una possibilità ai negoziati”, ha affermato la presidente Ursula von der Leyen, specificando: “Se i negoziati non saranno soddisfacenti, entreranno in vigore le nostre contromisure”. Dunque per quanto riguarda Bruxelles “il lavoro preparatorio per ulteriori contromisure prosegue” e “tutte le opzioni rimangono sul tavolo”.

La proposta di Meloni per Trump potrebbe essere la proposta di un vertice tra Stati Uniti e Europa che si potrebbe tenere a ridosso del summit Nato di giugno, auspicando il raggiungimento di un accordo tra Washington e Bruxelles, “un’intesa complessiva” che non riguardi solo le frontiere doganali. Occorre inoltre considerare l’Europa “come unico blocco senza trattative bilaterali con i singoli Paesi”. Da Bruxelles tra l’altro arriva un mònito: “Spetta a noi negoziare con gli Usa, non agli Stati membri”. Palazzo Chigi ribadisce a sua volta la necessità di evitare di andare al “muro contro muro” mirando ad una trattativa bilaterale. A proposito di dazi, nello specifico, Meloni intende muoversi in coordinamento con l’Europa. Un mandato ufficiale da parte della Commissione Ue non può esserci ma dato il dialogo continuo tra Palazzo Berlaymont e Palazzo Chigi si auspica “che la premier italiana riesca a far valere il suo rapporto personale con Trump per scongiurare nuove tasse aggiuntive”. Meloni a sua volta rimarca che “arrivare a un compromesso è interesse di tutti”. In ballo anche una eventuale stretta sui servizi digitali a stelle e strisce, l’acquisto di gas liquido americano per riequilibrare la bilancia commerciale tra Europa e Stati Uniti e l’incremento della spesa militare per la Nato fino al 2% del Pil. In sintesi l’Ue mira ad ottenere un accordo “completamente equilibrato” con gli Usa e in caso contrario la Commissione si dichiara pronta ad estendere le contromisure ai servizi americani offerti dalle Big Tech, come “l’imposizione di un’imposta sui ricavi pubblicitari dei servizi digitali”.

La strategia dell’Ue, come ha ricordato la presidente von der Leyen, sembra fondarsi su un accordo tariffario “zero a zero” tra l’Unione europea e gli Stati Uniti mirando alla realizzazione di una “diversificazione delle partnership commerciali” dell’Unione, entrando in contatto con Paesi che rappresentano l’87% del commercio mondiale e condividono “il nostro impegno per uno scambio libero”, affermano a Bruxelles. Calma e strategia sono le parole chiave per poter raggiungere un equilibrio sul fronte economico a partire dalla questione dei dazi.

“Ricordiamoci che l’Ue rappresenta il 22% del Pil mondiale, gli Usa il 25%. Quindi siamo potenti. Siamo un continente enorme. Possiamo difendere i nostri interessi nel mondo di domani basandoci su relazioni solide e sul libero scambio”, spiega Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo e capogruppo del Ppe al Parlamento Ue, a ridosso della decisione di Washington di sospendere i dazi “reciproci”. Per di più Weber sottolinea: “Nessuno di noi, Germania, Francia, Italia è abbastanza grande da difendere i propri interessi da solo, dobbiamo stare uniti e questo è lo spirito che vedo nel governo italiano con Giorgia Meloni e Antonio Tajani”. In definitiva l’obiettivo dell’Unione europea “è riportare Washington al tavolo dei negoziati per una discussione reale e sostanziale su come organizzare il commercio a lungo termine tra Europa e Stati Uniti, basato su regole e su un’intesa comune”. Occorre inoltre sottolineare che “la reazione europea è equilibrata, in modo da non innescare un’escalation come quella che sta avvenendo tra Stati Uniti e Cina. Noi siamo responsabili. Ma è anche chiaro che l’Europa non può essere messa sotto pressione dall’amministrazione statunitense. Chiediamo il rispetto di dialogare nel merito”, ammonisce Weber dichiarandosi “favorevole al pacchetto di contro-misure su 21 miliardi di prodotti Usa approvato dagli Stati membri e anche alla sua sospensione per 90 giorni dopo la mossa di Trump”.

In definitiva, le istituzioni europee ritengono “positivo” il viaggio della premier Meloni a Washington in quanto “il governo italiano con Meloni e Tajani si sta muovendo con spirito europeo e coordinandosi a livello europeo”, chiarisce Weber. Il dialogo con la presidente von der Leyen è continuo e l’obiettivo ultimo è “una posizione europea comune”, dato che la questione dei dazi rappresenta “una sfida comune che possiamo risolvere solo se restiamo uniti”, italiani, francesi e tedeschi in primis.

Occorrerà inoltre rivedere la situazione delle Big Tech che guadagnano molto sul territorio europeo e, nel contempo, si dovrà valutare quanto contribuiscono al finanziamento dell’Europa. Quindi, come Trump si sta concentrando sui beni europei, l’Europa dovrà rivedere la situazione dei servizi americani. Da qui la necessità di intavolare discorsi con gli Usa per poter raggiungere degli accordi vantaggiosi per entrambi, tenendo conto anche della Cina che non presenta un’economia di mercato di stampo occidentale.

In una nota la Commissione europea ribadisce che l’Ue ritiene i dazi statunitensi “ingiustificati e dannosi” e, nel contempo, rimarca di “preferire chiaramente la ricerca di soluzioni negoziate con gli Stati Uniti, che siano equilibrate e reciprocamente vantaggiose”. Per quanto riguarda la risposta dell’Ue “le contromisure potranno essere sospese in qualsiasi momento, qualora gli Stati Uniti accettino un risultato negoziale equo ed equilibrato”. Usa e Europa dovrebbero inoltre rimanere uniti nel fronteggiare eventuali sfide provenienti da Oriente, ad esempio per quanto riguarda i veicoli elettrici, sbarrando la strada a pratiche commerciali sleali. “Insieme rappresentiamo il 50% del Pil mondiale – afferma Weber considerando gli Stati Uniti e l’Europa -. Possiamo definire le regole per il domani”.

Per l’Unione europea sarà la Direzione generale Trade che fa capo al commissario Ue al Commercio, il ceco Maroš Šefčovič, a dover agire portando avanti il lavoro di trattativa con l’amministrazione Trump. L’intento è gestire al meglio la guerra dei dazi entrando in sintonia con l’interlocutore americano e nel contempo mantenendo una linea ferma e determinata, cercando comunque di evitare la guerra commerciale che è esplicitamente un altro conflitto, che si aggiunge a quelli già in corso. In definitiva, mantenere buone relazioni transatlantiche è una “responsabilità comune”, di Ue e Usa, per un equilibrio geopolitico (oltre che economico) dell’intero Occidente e, a cascata, dell’intero mondo globale.

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