UE, verso il Semestre Italia
Parte il 1 luglio il semestre di Presidenza UE a guida italiana, gli obiettivi dichiarati cui focalizzare il programma da parte di Enrico Letta erano immigrazione e Mediterraneo, lotta alla disoccupazione e completamento dell’unione bancaria. A fronte degli accadimenti di questi giorni possiamo aspettarci cambiamenti seguenti all’avvicendamento a Palazzo Chigi? Oramai i giochi sono fatti e comunque i focus individuati dal governo uscente sono sicuramente quelli più sensibili al nostro paese. Il programma prevede circa 160 avvenimenti distribuiti su 115 giorni utili, ma possiamo presumere che tutto si possa accentrare su una serie di Consigli ed incontri?
Guardando con attenzione l’agenda politica europea saltano agli occhi una serie di avvenimenti istituzionali di importanza primaria che avranno un impatto forte negli anni a venire. Poco prima dell’insediamento, avremo a maggio le elezioni del Parlamento Europeo, ed in un clima di crescente euroscetticismo alimentato dalla crisi economica, e con le rugosità apportate dalla crescita dei partiti nazionalisti, la consultazione europea assume un aspetto importante, anche più delle precedenti.
Se un segnale forte da parte dei partiti euro-sostenitori è fondamentale per spegnere i focolai isolazionisti, avremo altri avvenimenti fondamentali nel corso del semestre italiano. Il 31 ottobre scade la Presidenza Barroso alla guida della Commissione Europea, ruolo esecutivo di fondamentale importanza. Il Consiglio Europeo dovrà esprimere un candidato alla guida della Commissione, potrebbe uscirne un nome forte come un tedesco, l’ultimo risale agli anni 60, o di qualche piccolo paese che risulterebbe inevitabilmente satellite della super-cancelliera Angela Merkel. Resta il fatto che l’Italia dovrà fare scelte ponderate e far valere il suo ruolo guida, contando che non potremmo aspirare noi a quella posizione essendo troppo recente la Presidenza Prodi per avere reali possibilità.
Il 30 novembre andrà in scadenza la Presidenza del Consiglio Europeo, al momento in capo a Van Rompuy. Lo stesso Van Rompuy ha ricoperto finora anche il ruolo di Presidente del vertice della UEM e, sempre in novembre, va a termine anche il Ministero degli Esteri Europeo, ora in mano all’inglese Catherine Ashton. Avremo quindi anche qui ben tre importanti cariche da rinnovare. Occorreranno scelte ponderate ed assennate da parte del prossimo premier italiano, per puntare a coprire ruoli cui possiamo realisticamente aspirare, o appoggiare candidati “amici” su cui poter fare affidamento.
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