Ambiente, passaggio di testimone
Da Orlando a Galletti, cosa cambierà? A differenza di precedenti Ministri dell’Ambiente, Galletti non è un tecnico come non lo era Orlando. Ma il nuovo Ministro è un economista, il che lo avvicina molto al suo ‘naturale’ interlocutore, il Ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi; e nel marzo 2010, quando era candidato Governatore per l’Emilia Romagna, Galletti si è detto possibilista su un impianto nucleare nella sua regione, cosa che ha fatto imbestialire a suo tempo gli ambientalisti e scatenato un tam-tam su internet dopo la sua nomina a Ministro. La polemica ha alzato la palla a Beppe Grillo, che il 25 febbraio lo ha definito sul suo blog “favorevole al nucleare”. Ma lui ha sventato il colpo il 26 febbraio, con un tweet: “Sul nucleare c’è stato un referendum. Gli Italiani non lo hanno voluto. Il tema è chiuso. Bene così!” E i social, i blog e la stampa di settore ne hanno preso atto.
Insomma, economista si, ma non per questo ‘nuclearista’. Le priorità, per Galletti, sono altre: “L’Italia “accoglie con favore la proposta della Commissione europea sul ‘pacchetto clima ed energia’ per il 2030: un taglio vincolante del 40% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990, con impegni nazionali dei singoli Stati membri, legato ad un consumo di almeno il 27% di rinnovabili a livello Ue”, ha detto ieri, 3 febbraio, il Ministro nel corso del Consiglio Ambiente dell’Ue a Bruxelles. Una riduzione di emissioni particolarmente significativa, visto il fallimento già evidente degli obiettivi previsti dall’Europa per il 2020. Nella dichiarazione, il Ministro italiano ha sottolineato l’importanza che sulla riduzione di emissioni anche “Usa, Cina e Russia assumano impegni consistenti, in linea con quanto ci chiede la Scienza”. Pochi giorni prima, il 28 febbraio, il Presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci (Pd) aveva ricordato al Ministro il ruolo che l’Italia dovrà svolgere da protagonista in Europa nell’Anno dedicato alla Green Economy e nel quale cadrà il Semestre italiano; ruolo fondamentale nelle sfide su clima ed energia, nel quale l’Italia dovrà impegnarsi per stabilire in Europa obiettivi ambiziosi di riduzione dell’inquinamento entro la data prevista, il 2030: obiettivi già chiesti dal Ministro Orlando per l’Italia insieme ai colleghi di Francia, Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Irlanda e Portogallo.
Sul fronte interno, però, la ‘questione energia ed emissioni” passa attraverso le polemiche sul ‘capacity payment’: la misura di sostegno ai produttori di energia da combustibile fossile che ha salvato aziende indebitate per aver investito sul termoelettrico, in declino per la crisi e per lo sviluppo delle Energie alternative; e che ha riscosso la soddisfazione di Legambiente perché a pagare non sarà il settore delle Energie Rinnovabili. Ma a pagare sono, già ora, i cittadini. In bolletta.
In casa nostra, invece, le priorità enunciate dal Ministro dopo il passaggio di testimone col suo predecessore sono dissesto idrogeologico, Ilva, Terra dei Fuochi, Concordia, Grandi Navi a Venezia. Importante, fra gli altri il tema del rischio idrogeologico, citato anche dal premier Renzi nel suo discorso per la fiducia al Senato. Già nei primi giorni di mandato, Galletti ha operato su queste emergenze: il 28 febbraio ha firmato un documento insieme al ministro della Salute Lorenzin e al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Martina per potenziare gli studi epidemiologici nella Terra dei Fuochi. Sempre il 28, Galletti ha incontrato il Commissario ed il Subcommissario dell’Ilva Enrico Bondi ed Edo Ronchi per il risanamento ambientale dell’area,
Nel Consiglio dei Ministri dello stesso 28 febbraio, il Ministro ha visto approvato un decreto legislativo che recepisce la direttiva 2011/70/Euratom, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Nella stessa seduta del CDM Galletti ha visto approvato un altro decreto legislativo, che recepisce la direttiva 2010/75/Ue relativa alle emissioni industriali ad elevato potenziale inquinante (‘Industrial emissions directive’) derivanti da attività energetiche, produzione e trasformazione di metalli, industria dei prodotti minerali, industria chimica, gestione rifiuti, allevamento di animali’.
Agenda fitta di impegni, ma non solo. Sabato 1 marzo la Confcommercio ha chiesto, con preoccupazione, al titolare del dicastero Ambiente di sospendere l’operatività del Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, prevista anche per i rifiuti pericolosi: uno strumento che, secondo la potente organizzazione di categoria avrebbe per giunta il difetto di costringere le aziende ad assumere e formare appositi addetti. Sempre il 1 marzo, i parlamentari di FI Bernini e Palmizio hanno stretto alle corde il Ministro sugli interventi a favore dell’Emilia Romagna colpita dalle recenti alluvioni.
Il M5S ha invece chiesto al Ministro di “fermare le attività estrattive di petrolio in Basilicata”, le cui concessioni risalgono al 2012, quando Ministro dello Sviluppo Economico era Corrado Passera.
Insomma, Galletti è entrato come una locomotiva sui binari: perché le questioni ambientali sono ormai dirette e orientate, come lui stesso ha detto, ‘dalla Scienza’, e, specifichiamo, dalle necessità vitale di non sconvolgere ulteriormente l’ormai equilibrio del clima globale; e sono orientate e dirette dalle decisioni europee su questo tema. Questioni ambientali, ma anche economiche e internazionali, e di grande impatto sociale, che fanno di quello all’Ambiente un Ministero sempre più importante per qualsiasi Governo del Paese.
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