Italia delle Regioni

Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: “Consideriamo le proposte di riforma istituzionale del Governo una buona base di partenza”. Così il presidente Vasco Errani al termine della Conferenza delle Regioni del 13 marzo scorso . Le Regioni vogliono essere protagoniste di questo processo riformatore che investe anche il Titolo V della Costituzione: “per questo chiediamo un incontro al presidente del Consiglio e a una delegazione del Governo, per arricchire e qualificare il lavoro partendo da quanto già, fatto dalle Regioni e dall’Anci che hanno una posizione comune sul Senato delle Autonomie e sulle sue funzioni”. Pertanto è stato chiesto un incontro con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per avviare immediatamente il lavoro: “Di fronte alla disponibilita’ ad un rapporto costruttivo e di merito – ha spiegato Errani – siamo pronti a interpretare con determinazione la sfida delle riforme, a partire da noi stessi”.

Nel contempo c’è da portare avanti anche il lavoro sul nuovo Patto Salute: “L’architrave – ha ricordato Errani – e’ il patto della salute, in fase di elaborazione conclusiva” in modo tale che i risparmi siano reinvestiti nel settore. “Inoltre è fondamentale e irrinunciabile – ribadisce Errani – che anche con la spending review le risorse risparmiate siano  reinvestite in sanita’, uno dei comparti in cui l’innovazione tecnologica e scientifica apre a elementi di grande importanza. Tra l’altro l’Italia e’ tra i Paesi dell’Ocse che spende meno per la sanità”.

Poi c’è anche la questione dell’utilizzo dei fondi comunitari: “Siamo pronti ad accelerare il lavoro sui fondi strutturali con una piena disponibilita’ a costruire una intesa con il Governo che preveda modifiche”. Favorevole il giudizio verso il  Governo sul piano casa e la difesa del suolo: “Consideriamo positivi e frutto di una giusta iniziativa il Piano Casa e quello per la messa in sicurezza del territorio. Siamo prontissimi a partecipare al coordinamento di missione per accelerare i processi di investimento”.

Sul fronte dei Comuni Italiani le proposte del governo Renzi vengono commentati dai sindaci dell’Associazione ANCI. Virginio Merola, sindaco di Bologna e componente  dell’Ufficio di Presidenza ANCI, commenta le dichiarazioni in tema di edilizia scolastica rilasciate al termine dell’ultimo Consiglio dei Ministri dal presidente Renzi. Il sindaco di Bologna dichiara:  “Da tempo  chiedevamo che si potesse uscire dal  patto di stabilita’ per questo tipo di interventi. Sulle misure contenute nel piano casa è intervenuto invece, Alessandro Bolis, delegato Anci alla materia, il quale ritiene “il passaggio sulla cedolare secca e sull’Irpef, il cosiddetto ‘pacchetto fiscale’ del piano casa, interessante e sufficiente  come primo approccio al problema’’. ‘’Preoccupa pero’ – aggiunge Bolis – il rinvio a decreti successivi per tutte le questioni relative alle alienazioni ed al recupero degli alloggi pubblici, che non sarebbero comprese nella fase regolamentare di questo stesso decreto: un tema, questo, che rischia di minare un servizio sociale di alto livello quale quello della fornitura di alloggi pubblici. Giudizio positivo – prosegue Bolis – anche per quanto riguarda i fondi di sostegno all’affitto e per la cosiddetta “morosità incolpevole”, anche se ci sarebbe piaciuto vedere che le citta’ ad alta densita’ abitativa fossero messe in grado di utilizzare da subito i fondi, che invece seguiranno  una trafila che rischia di non portare l’immediato sollievo necessario.

Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris mette in evidenza l’attenzione del governo verso  le emergenze su edilizia scolastica e casa: “Noi sindaci abbiamo bisogno di questa vicinanza, per questo ci aspettiamo che si prosegua ora su questa strada, ascoltando il grido di dolore dei troppi sindaci che vivono in prima linea la situazione drammatica della finanza locale e della capacità di programmazione degli interventi”.

Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni parla di “misure importanti, che ancora una volta confermano l’avvio di una nuova fase della politica italiana, e che leggiamo con grande favore”. Orsoni, più che all’entità degli interventi, si riferisce “al loro valore simbolico: è evidente che le esigenze delle città sull’edilizia scolastica sono ingenti, ma di certo i 3,5 miliardi promessi costituiscono un segnale ed uno stimolo per le amministrazioni, per attivarsi ed operare al meglio”. Se dovesse pensare ai successivi passi auspicati dai sindaci, infine, Orsoni non ha dubbi: “Bisogna escludere dai vincoli del Patto di stabilità gli interventi su specifiche materie, come la manutenzione delle strade nelle città o la lotta al dissesto idrogeologico”.

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