Mario Mauro (PI): l’Italicum è contro la Costituzione

La scadenza è quella del 25 maggio, prima del voto europeo. L’Italicum dovrà avere il sigillo del Senato entro questa data, ma non sarà affatto un passaggio semplice. “Io sono contrario a questa legge”, spiega a “Futuro Europa” il Presidente dei Popolari per l’Italia, il senatore Mario Mauro, “perché va contro il nostro sistema costituzionale”.

Soglia di governabilità, sbarramento all’8 per cento per il partito che corre da solo e ticket del 4,5 per cento per chi entra in coalizione, ecco i punti più discussi. Ma anche le preferenze e l’impossibilità dei partiti di allearsi tra il primo e il secondo turno che per Mario Mauro – Vicepresidente del Parlamento europeo dal 2004 al 2009 e ministro della Difesa nel governo Letta – rappresenta “il contrario della politica”. Insomma l’Italicum non piace, almeno così com’è, ai Popolari per l’Italia che nel passaggio a Palazzo Madama daranno battaglia nel tentativo di cambiare una legge che garantisce un premio di maggioranza troppo grande rispetto alla soglia del 37 per cento che “non è sufficiente per governare l’intero Paese”.

Senatore Mauro, le ha hai più volte detto, nei giorni scorsi, che l’Italicum va cambiato. Perché?

“Ci sono almeno tre fattori che sono contro il nostro sistema costituzionale, ossia il diritto di tutti i cittadini di riunirsi in partiti. Lo sbarramento dell’8 per cento previsto per un partito che decide di correre da solo è troppo alto, un ostacolo alla vita democratica, sconosciuto in Occidente. Nel sistema proporzionale alla tedesca, giusto per fare un paragone, c’è uno sbarramento del 5 per cento. Ecco l’innalzamento all’8 per cento è reso ancora più iperbolico per il ticket del 4,5 per cento per chi entra in coalizione. Da ultimo, ma forse è il problema più importante, viene impedito tra il primo e il secondo turno ai partiti di allearsi. Quello che voleva passare come un aspetto di moralità della politica, finisce per rappresentare proprio il contrario”.

E poi la soglia di governabilità al 37 per cento…

“Non esiste che il 37 per cento dei voti sia sufficiente per governare l’intero Paese grazie al premio di maggioranza che consente di arrivare fino al 55 per cento. E’ una soglia troppo bassa per aggiudicarsi la maggioranza alla Camera. Io sono contrario a questa legge”.

Altro punto molto dibattuto: le liste bloccate. Sarebbe meglio introdurre le preferenze?

“Le liste bloccate vanno contro la democrazia. Le preferenze sono il modo più semplice per far scegliere agli elettori da chi vogliono farsi governare. Il resto sono solo chiacchiere. Alla fine l’Italicum è sistematicamente votato da Pd, Forza Italia e Nuovo Centrodestra”.

Ma il leader del Ncd, Angelino Alfano, non si è sempre detto favorevole alle preferenze?

“Basti vedere come sono andate le votazioni alla Camera. Noi abbiamo votato in un modo (contro la legge elettorale, NdR), mentre il Ncd in maniera diversa”.

La soglia del 12 per cento che una coalizione deve raggiungere per entrare in Parlamento, non rischia di penalizzare il Centro?

“Questa legge mi pare proprio voglia imporre un contesto bipartito. Il problema non riguarda solo il Centro perché si vuole eliminare, di fatto, anche il terzo grande soggetto politico. Io penso cose diverse rispetto a Beppe Grillo, me la nuova legge elettorale è stata pensata proprio per arginare il leader del Movimento 5 Stelle”.

L’ultima questione calda della riforma elettorale: le quote rosa. Nell’Italicum non ci saranno, ma in Senato si è trovato un accordo per le prossime elezioni europee sulla rappresentanza di genere. Come lo giudica?

“Noi Popolari per l’Italia ci siamo astenuti sulla parità di genere per le europee perché nella norma si nega quello che la legge vorrebbe andare ad introdurre, la parità di genere, appunto”.

A proposito di Europa, mercoledì mattina è stato presentato il nuovo simbolo: Popolari per l’Italia e Udc correranno insieme alle prossime elezioni europee di maggio. E’ un segnale anche per la politica italiana?

“Noi vogliamo fare una proposta seria e nuova agli italiani capace di superare il populismo che negli ultimi anni ha rappresentato Silvio Berlusconi. Siamo convinti che si possa governare bene il Paese senza eccessi e con uno sguardo all’Europa”.

Al Centro, quindi, si sta formando una nuova proposta politica alternativa ai due grandi schieramenti di centrodestra e centrosinistra?

Stiamo dando vita ad un vero e proprio progetto politico perché siamo convinti che l’elettore italiano vada sottratto dalla matrice del populismo, in favore del popolarismo”.

E come?

“Con fiducia e coraggio”.

 

©Futuro Europa®

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