Crimea, artisti russi a sostegno di Putin
Oltre 500 artisti e intellettuali russi hanno espresso il proprio appoggio all’annessione della Crimea alla Russia, attraverso la loro firma di una lettera aperta e idealmente indirizzata all’ufficio stampa del Ministero della Cultura russo, con a capo Vladimir Medinskij. I motivi che li hanno portati a esternare il proprio sostegno non sono univoci. Hanno scritto: “Nei giorni in cui la sorte dei nostri connazionali e la Crimea, i personaggi della cultura russa non possono essere osservatori indifferenti con un cuore freddo. La nostra storia e le radici della nostra cultura e le sue origini spirituali sono comuni, i nostri valori e il linguaggio sono fondamentali e ci hanno uniti sempre. Vogliamo vedere che la comunanza dei nostri popoli e delle nostre culture avranno un futuro solido.”
La risposta spontanea di fiducia è arrivata dal fronte culturale russo, tra le file delle rispettabili e autorevoli figure del settore culturale, come Oleg Tabakov, attore e Direttore artistico del Teatro d’Arte moscovita, Irina Antonova, Presidente del Museo Statale di Belle Arti Pushkin di Mosca, Valery Gergiev, Direttore artistico del Teatro Mariinsky e Direttore principale della London Symphony Orchestra. La loro voce suona da Benvenuto, ma è da notare che proviene dalla Russia che si trova ad accogliere la Crimea e Sebastopoli, non quindi da chi è stato annesso, come invece avrebbe più senso. Alcuni dei firmatari vedono nel trattato di annessione, approvato il 18 marzo, la soluzione alle problematiche ucraine, o quantomeno la modalità per evitare la guerra; fatto sta che, in seguito al Trattato, il Primo Ministro ucraino, Arsenij Jacenjuk, ha firmato l’accordo di associazione lungamente atteso con l’UE. Hanno affermato che la loro presa di posizione era indipendente, confermando così la loro libertà di pensiero.
La partecipazione manifesta ad ogni modo il loro sostegno al Governo di Putin, che alcuni hanno esplicitamente definito dalle scelte equilibrate. Questi esponenti costituiscono o meno consapevole sicuramente un esempio da considerare e facile da seguire. Si tratta di un modo per arginare il nazionalismo ucraino, visto da alcuni russi come troppo fervente negli ultimi anni. Altri artisti russi sono stati impegnati in alcuni tour in Crimea per dare appoggio morale alla popolazione locale, in previsione del referendum. Pure il nostro Riccardo Fogli, nell’Olimpo dei cantanti italiani apprezzati in Russia e da noi decaduti, è sceso in piazza per cantare in occasione della festa per il ritorno della Crimea tra le braccia della Russia, con tanto di slogan pro-Putin: “Non vedo carri armati! È una festa!”.
C’è chi avrebbe volentieri posto la propria firma, ma non era a conoscenza della possibilità di aderire all’iniziativa. Non manca chi non ha saputo scegliere e, disorientato, si è astenuto dall’esprimere la propria opinione. Il documento è stato visto da molti come provocatorio, molto probabilmente poiché è innegabile che l’etnia russofona in Crimea è una minoranza, per quanto maggiore a tutte le altre.
Gorbaciov si trova stranamente in accordo con le politiche di Putin e ritiene che finalmente ci si è mossi secondo il volere della maggioranza: «La Crimea è stata annessa all’Ucraina con una legge sovietica, per essere più precisi con leggi del Partito Comunista Sovietico (il Decreto di Nikita Kruschiov del 1954) che notoriamente non tenevano in considerazione l’opinione della gente».
Tramite le recenti misure, all’Ucraina è andata relativamente bene in relazione ai rapporti con l’UE e di conseguenza con gli USA; la Russia se li è invece inimicati ed è stata isolata, in particolare con la cancellazione del G8 di Sochi, in favore di un G7 a Bruxelles. La produzione industriale Ucraina può forse in parte beneficiarne e rialzarsi. Il referendum del 16 marzo si è trasformato in un plebiscito, accompagnato dalla permanenza delle truppe russe sul suolo della Crimea. Le numerose minoranze si schierano tra coloro che non riconoscono l’annessione come legale e impongono sanzioni da pagare.
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