Cresce l’agricoltura, torna l’economia reale
La crisi economica mondiale, di origine finanziaria, ha riportato l’attenzione di tutti sull’economia reale: è una notizia il fatto che, dopo decenni di scarsa attenzione, i governi dei Paesi ricchi stanno riportando in auge con interventi concreti quello che è il settore primario dell’economia: l’agricoltura. A dare la notizia gli atti dell’Assemblea generale dell’Organizzazione mondiale degli Agricoltori (Oma), da poco conclusa a Buenos Aires. A comunicarla Coldiretti, che ha preso parte ai lavori ai quali hanno partecipato cento delegazioni di ottanta Pesi di tutti i Continenti.
I casi più eclatanti di ‘ritorno all’economia reale’ sono quelli di USA e Giappone. Negli Stati Uniti, dall’inizio della crisi e per la prima volta nella storia recente, gli agricoltori giovani tra i 25 e i 35 anni sono aumentati del 2%, passando da 106.735 a 109.146 nel giro di cinque anni. E, come riferito a Buenos Aires dal ministro dell’agricoltura Usa Tom Vilsak, l’amministrazione ha valutato gli ultimi cinque anni dell’agricoltura americana come i migliori della storia del Paese e intende quindi dare continuità a questo trend positivo, prevedendo finanziamenti per favorire l’inserimento nel lavoro di nuovi agricoltori e allevatori. Per questo, a febbraio il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato il Farm Bill: un programma di sostegno quinquennale al settore agricolo statunitense per un valore di ben 956 miliardi di dollari.
In Giappone invece il governo, per affrontare la crisi nelle fabbriche in città dove sono state perse migliaia di posti di lavoro, ha avviato con successo un progetto per trasferire nelle campagne i giovani disoccupati, con l’obiettivo di trovare loro un lavoro alternativo ed incoraggiare l’agricoltura. Il risultato è che i giovani agricoltori dai 39 anni in giù sono oggi complessivamente 83.000.
In Europa si registra una riforma di politica agricola che riserva maggiore attenzione ai giovani e spicca il caso del Portogallo, dove il presidente Anibal Cavaco Silva ha esortato i giovani a tentare la fortuna in agricoltura prima di scegliere di emigrare per mancanza di lavoro. Ma è in Italia che il ritorno alla ribalta dell’Agricoltura nei Paesi ricchi riesce a far scuola, se non altro nelle intenzioni, grazie alle energie imprenditoriali del Made in Italy e al grande interesse riscosso dall’Agricoltura nella Ricerca e fra i giovani.
Secondo Coldiretti, infatti, spetta all’Italia il primato nell’aumento delle iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari che hanno fatto registrare la crescita più alta nel periodo considerato con un aumento del 45%, sulla base dell’ultima ricerca Datagiovani. Nell’agricoltura italiana il 7,2% dei titolari di impresa ha meno di 35 anni ed è alla guida di 58.663 aziende delle quali il 70% opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici. E, sottolinea l’organizzazione dei coltivatori diretti, la grande capacità di innovazione che caratterizza le imprese agricole guidate da giovani a livello internazionale fa sì che proprio in queste imprese si registrino i più elevati livelli di occupazione e redditività.
Fra i primi a cogliere il messaggio la Confeuro, che commentando i dati Istat sulla disoccupazione ha preso atto di come il settore agroalimentare abbia già dimostrato le sue potenzialità di sviluppo ed ha sollecitato il ministro Martina a convincere l’esecutivo a guardare al primario come mezzo per rimettere in moto la ripresa. E il ministro ha risposto che “nel nostro Paese c’è una presenza di giovani in agricoltura molto bassa rispetto ad altri Paesi europei. Per questo il governo sta pensando a un ‘pacchetto di interventi di breve periodo’ per incentivare l’occupazione giovanile in campo agricolo. Con la nuova programmazione agricola comunitaria possiamo puntare a un potenziale di 80 milioni di euro di investimenti a sostegno dei giovani. Ci concentriamo su un pacchetto di iniziative, come mutui a tasso zero per 10 anni per giovani imprenditori agricoli”. L’Italia è leader mondiale di innovazione in agricoltura: il governo farà bene a sostenerla.
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