Ucraina: Timoshenko, controversa e carismatica

Yulia Timoshenko ha annunciato giovedì scorso, la sua candidatura alle elezioni Presidenziali che si terranno in Ucraina il prossimo 25 Maggio, dimostrando grande combattività nonostante due lunghi anni passati in carcere che le hanno provocato gravi problemi di salute.

Personalità carismatica e controversa, che deve ormai appoggiarsi ad un bastone durante le sue apparizioni pubbliche (recente la sua partecipazione tra gli speaker al Congresso del PPE a Dublino), afferma di poter risolvere i gravi problemi del suo Paese: combattere l’anarchia, trovare una soluzione alla grave crisi con la Russia – definendo tuttavia Vladimir Puntin il “nemico numero uno” – trovare un linguaggio comune con i russofoni dell’Est tentati dal separatismo, e rompere i cerchi magici che si sono creati intorno agli oligarchi, pochi potenti e ricchi ucraini in un Paese sull’orlo del fallimento. Yulia Timoshenko, 53 anni, si lancia nella corsa presidenziale appena un mese dopo la sua uscita dal carcere e otto giorni dopo aver lasciato l’ospedale berlinese dove è stata curata per problemi alla schiena. Era stata rilasciata il 22 febbraio scorso, lo stesso giorno della caduta del presidente Yanukovich, suo nemico giurato da più di 10 anni. Il fuoco che la avvolge è sempre potente. In una conversazione telefonica il cui contenuto è stato diffuso su internet, avrebbe detto (ha smentito subito denunciando un montaggio) che bisognava “fucilare” i Russi “con armi nucleari”.

Questa donna elegante e abilissima comunicatrice, è diventata famosa nel Mondo intero nel 2004. Riconoscibile per la sua tradizionale treccia, è diventata simbolo ispiratore della Rivoluzione arancione pro occidentale che all’epoca scuoteva il Paese. Fomentava le folle a Kiev contro il Primo Ministro dell’epoca, anche lui candidato alle Presidenziali e sostenuto da Mosca, Viktor Yanukovich. La coalizione “arancione” che formava all’epoca con Viktor Yushchenko vince, sostenuta dall’Occidente, dando un grande schiaffo alla Russia di Putin. Gli anni al potere hanno distrutto questa alleanza. Timoshenko lascia il Governo, poi ne torna a capo nel 2007, fino alle Presidenziali del 2010 caratterizzate dal ritorno vittorioso di Yanukovich. Yulia Timoshenko viene condannata nel 2011 a sette anni di prigione per aver firmato come Capo del Governo un accordo sul gas con la Russia a condizioni giudicate sfavorevoli per il suo Paese. E’ stata anche sospettata di complicità nell’omicidio di un deputato. Ovviamente respinge tutte le accuse nelle quali non vede che una vendetta del potere. Anche dietro le sbarre, questa donna minuta, dai nervi d’acciaio continua a combattere il potere di Yanukovich. Osserverà uno sciopero della fame di tre settimane per protestare contro le violenze delle quale dice essere stata vittima. Molto prima del suo arresto gli era stato attribuito il soprannome di “dama di ferro”. D’altronde spesso ha manifestato ammirazione per Margaret Thatcher, così come per Madeleine Albright, ex Segretario di Stato americano, e tiene una statuina di Giovanna d’Arco sulla sua scrivania.

I suoi competitor politici la considerano solo un’opportunista e una manipolatrice e si stanno applicando molto nel mostrare le zone d’ombra disseminate sul sulla sua strada. Ingegnere-economista all’epoca dell’Unione Sovietica, ha diretto una importante compagnia energetica, che beneficiava il monopolio nell’importazione di gas russo in Ucraina prima dell’indipendenza del Paese nel 1991. Ma con chi dovrà fare i conti Yulia Timoshenko? Uno degli avversari più pericolosi, l’ex pugile Vitali Klitshko, capofila del movimento pro-europeo a Kiev si è fatto da parte. Ha dichiarato preferire fare da “coach” in questa competizione e sostenere il miliardario Petro Poroshenko, dato per favorito nei sondaggi. Poroshenko è un uomo d’affari che appare come una figura di compromesso. E’ in effetti stato Ministro degli Affari Esteri tra il 2009 e il 2010, con il Presidente pro-europeo Viktor Yushchenko, poi Ministro dell’Economia da Marzo a Novembre 2012 sotto la Presidenza Yanukovich. 48 anni, Petro Poroshenko, la cui fortuna è stimata da Forbes a 1,6 miliardi di dollari e il cui impero va dalle cioccolaterie ai media, ha ufficializzato la sua candidatura lo scorso venerdì. Ha promesso creare un “nuovo esercito, moderno ed efficiente, che difenderà la sovranità e l’integrità del Paese”. Poroshenko è anche l’unico politico ad essersi recato in Crimea per tentare di negoziare con le truppe pro russe che accerchiavano il Parlamento locale dopo la caduta di Yanukovich, prima di farsi cacciare dai manifestanti. Ha promesso di “recuperare” la Penisola che ha approvato il suo ricongiungimento alla Russia con un referendum dichiarato illegale da gran parte della comunità internazionale. Con la sua esperienza governativa passata e la sua conoscenza degli affari, molti credono sia l’uomo giusto per rilanciare un’economia in caduta libera e di unire un Paese in frantumi. Poroshenko raccoglie più consensi che la controversa Yulia Tymoshenko o altri politici con meno esperienza, come Dark Vador, eroe mitico e malefico di “Guerre Stellari”. Candidato fuori dal comune, famoso solo per le sue apparizioni a Piazza Maidan mascherato come il suo eroe ispiratore, sostenuto dal Partito Ucraino di Internet (UIP), conosciuto per le sue operazioni spettacolari, ma niente più.

Contrariamente a molti oligarchi influenti in Ucraina, che si sono arricchiti rapidamente negli anni caotici che sono seguiti alla caduta dell’impero sovietico, Poroshenko deve la sua fortuna solo a se stesso. La gara è aperta in una Ucraina simile ad una polveriera pronta ad esplodere.

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