Banche e startup, abbinata che vince
Banche e startup, un’accoppiata vincente forse è ancora troppo presto per dirlo ma sicuramente alla moda, all’estero come in Italia. Non c’è, infatti, settimana che passi senza sentire di una qualche azienda del mondo finanziario che annuncia l’apertura di un acceleratore per promuovere l’innovazione e la cultura dell’imprenditorialità. Ma perché mai una banca dovrebbe essere tanto interessata ad investire in una giovane impresa per quanto promettente, specialmente se a fare da sfondo a questo trend in forte crescita c’è il credit crunch, la stretta creditizia che rende sempre più sporadiche le erogazioni di credito in favore di imprese e privati?
Le spiegazioni dietro a questo fenomeno sono svariate. Prima di tutto perché, in un contesto sempre più globalizzato, dinamico e competitivo, le banche non possono più permettersi di stare a guardare, ma devono rivendicare un ruolo attivo, da protagoniste. Crisi a parte, non bisogna infatti dimenticare che si tratta di istituzioni e che come tali hanno la necessità di adeguarsi ai cambiamenti in atto nella società. Ciò richiede flessibilità e agilità, tutte caratteristiche che sembrano mancare agli istituti e che, invece, costituiscono una delle peculiarità delle startup. Per contro, agli imprenditori che muovono i loro primi passi mancano risorse per realizzare concretamente i loro progetti – a cominciare proprio dal capitale di rischio da investire, ma soprattutto un approccio strutturale, metodologico all’innovazione. Si tratta insomma di un rapporto mutualistico in cui a trarne beneficio sono entrambe le parti, sia in termini d’immagine che di business.
L’ultima esperienza in ordine di tempo è UniCredit Start Lab, la nuova piattaforma di formazione, coaching, servizi di incubazione e risorse finanziarie per supportare a 360 gradi le imprese più innovative operanti in settori strategici per il business della banca (tra cui ICT/Web/Digital e nuove tecnologie). Le startup selezionate – di cui solo a giugno si conosceranno i nomi – avranno l’opportunità d’incontrare potenziali finanziatori e partecipare ad un esclusivo programma di formazione tenuto da imprenditori, manager ed esperti del settore oltre che una somma di 10mila euro per crescere.
Sulla falsariga di UniCredit, anche CheBanca! ha lanciato in collaborazione con StartupItalia! e il Politecnico di Milano un contest rivolto ai giovani talenti del settore finanziario e tecnologico: c’è tempo fino a maggio per presentare la propria candidatura e sperare di arrivare fra i quattro finalisti che potranno accedere al credito messo a disposizione dall’Istituto. Per non essere da meno, Intesa Sanpaolo ha annunciato di voler stanziare, nei prossimi quattro anni, un’offerta di credito di 150 miliardi di euro e oltre se le previsioni di crescita del PIL saranno confermate. Allo stato attuale la banca dispone di un fondo ad-hoc chiamato “Atlante Seed” ed una piattforma che dal 2009 favorisce l’incontro diretto con investitori e imprese di tutto il mondo.
Il trend riguarda anche Banca Sella, che nonostante la sua vocazione online ha aperto un acceleratore a Biella, e ING, “la banca con la zucca” che ha di recente lanciato un concorso di idee innovative. Fra le proposte non mancano linee di credito ad hoc istituite fra gli altri da Ubi Banca (350 milioni per PMI, start up e occupazione giovanile) e Credem, che si avvale del supporto del Fondo europeo per gli investimenti.
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