UE, la refrigerazione industriale non scalderà il clima
L’Europa non è riuscita a trovare un accordo sugli obiettivi strategici energetico-ambientali da raggiungere entro il 2030. Però la stessa Europa ha bandito i gas fluorurati (HFC) dai refrigeratori: a metterlo in evidenza il Monitoraggio istituzionale su alcuni settori industriali particolarmente soggetti a regolamentazione realizzato da SEC Relazioni pubbliche e istituzionali. Dal 2022 i gas fluorurati, che avevano sostituito i CFC banditi da tempo, saranno a loro volta banditi da tutti gli impianti. E così il Vecchio Continente, reduce da una sofferta e contrastata non-decisione sui livelli massimi di inquinanti atmosferici consentiti entro il 2030 a causa delle divergenze dei ventotto Paesi membri dovute ai diversi mix energetici dei propri sistemi produttivi, si presenterà tuttavia al summit dell’ONU sul Clima organizzato per settembre a New York con una strategia per l’eliminazione dei gas fluorurati.
Nei negoziati i deputati hanno modificato la proposta della Commissione di eliminare gradualmente l’uso dei gas fluorurati in diversi nuovi settori dove sono disponibili alternative a basso consumo energetico e costo-efficacia di sicurezza. La discussione ha riguardato anche prodotti come polistirene estruso e altre schiume che utilizzano HFC. L’accordo ha rafforzato le disposizioni proposte per ridurre le emissioni di prodotto. La normativa incoraggia gli Stati membri a sviluppare schemi di responsabilità del produttore per il recupero di tutti i gas fluorurati.
Secondo il relatore del provvedimento, il Verde olandese Bas Eickhout, “le emissioni dei fluorurati nell’Ue sono aumentate del 60% dal 1990 e questi gas hanno un impatto sul riscaldamento globale fino a 23.000 volte maggiore rispetto alla CO2”. Vietarne l’uso nella refrigerazione e nella climatizzazione è stato quindi “urgentemente necessario per invertire questo trend negativo”.
Il Verde olandese ha citato dati reali ai quali ne va aggiunto un ulteriore: che i gas fluorurati sono climalteranti se liberati, volontariamente o accidentalmente, nell’ambiente. Da tempo quindi l’Europa aveva adottato misure idonee e dal 2006 aveva prodotto una nuova normativa che aveva regolamentato la fase di manutenzione e di smaltimento degli impianti per scongiurare le emissioni di fluorurati. Il provvedimento aveva coinvolto nella prevenzione di emissioni accidentali o dovute a smaltimento tutti i soggetti presenti nella filiera: produttori, importatori ed esportatori di gas fluorurati, fabbricanti di apparecchiature, operatori e personale.
Una delle conseguenza della positiva scelta di bandire i gas utilizzati nella refrigerazione avrà effetti negativi in termini di sostenibilità ambientale: la fine del virtuoso riciclo dei gas delle vecchie apparecchiature nella costruzione di quelle nuove. Fino ad oggi infatti il riutilizzo dei fluorurati usati ha evitato la produzione di nuovi refrigeranti, quindi di nuovi stock potenzialmente inquinanti, la cui manifattura è per giunta dispendiosa dal punto di vista energetico. Ora questa possibilità scompare. Andranno piuttosto modificate le ’catene di montaggio’, come ha spiegato lo stesso Eickhout: “Bandire i gas fluorurati dalle nuove apparecchiature di refrigerazione commerciale dal 2022 stimolerà l’innovazione, a vantaggio immediato di molte imprese europee innovative, stimolando la domanda di refrigeranti naturali”. Domanda alla quale l’industria, a cominciare da quella europea, non si presenta impreparata ma già dotata di moderne e ‘sostenibili’ risposte.
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