Tagli diplomatici
La scure della spending review non risparmia le sedi diplomatiche italiane all’estero. Verranno chiuse, infatti, le ambasciate di Tegucigalpa (Honduras) e Santo Domingo (Repubblica Domenicana), oltre alle sedi consolari di Reykjavik (Islanda) e Nouakchott (Mauritania). Soldi pubblici risparmiati? Poco più di cento milioni di euro, 108 per la precisione, in tre anni. “Una riduzione delle risorse del 25 per cento del Ministero”, ha specificato il ministro degli Esteri, Federica Mogherini.
Verrà chiusa anche la rappresentanza permanente presso l’Unesco di Parigi, le cui funzioni saranno attribuite alla rappresentanza presso l’Ocse, che assumerà il più generico nome di “rappresentanza d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali”. Forti le proteste dei diplomatici coinvolti, come il console onorario in Giamaica, Maria Carla Gullotta, che nei giorni scorsi ha scritto una lettera a La Repubblica in cui contesta duramente la scelta del governo. In realtà si tratta di tagli non proprio consistenti. Il motivo riguarda proprio le ambasciate italiane in Islanda e Mauritania: qui le sedi, ad oggi, non sono attive. Per i servizi d’ambasciata in Islanda, infatti, l’Italia si appoggia alla sede di Oslo e per quelli in Mauritania al Senegal. In mancanza di sedi fisiche a rappresentare il nostro Paese sono incaricati i consoli onorari che percepiscono un modesto contributo annuale dalla Farnesina (neanche 5mila euro).
Anche in Repubblica Domenicana, i residenti italiani (circa 50mila) hanno espresso forti perplessità per la scelta di chiudere l’ambasciata. Secondo l’ente del turismo del paese caraibico in Italia, sarebbero 80mila i turisti italiani che nel 2013 hanno visitato l’isola. Ma se è vero che la sede chiuderà i battenti, verranno comunque mantenuti due posti diplomatici, compreso quello in Honduras. Gli interventi per diminuire le spese della Farnesina riguarderanno anche “una revisione del trattamento economico del personale all’estero, tema su cui c’è una sensibilità diffusa a cui stiamo rispondendo”, ha detto il ministro degli Esteri Mogherini. In altre parole, l’esecutivo vorrebbe dare anche una sforbiciata agli stipendi del personale diplomatico italiano all’estero, tra i più alti in Europa.
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