Un Paese da terapia di gruppo
Il nostro è un Paese davvero singolare, che meriterebbe una terapia di massa per comprendere i comportamenti dei suoi cittadini. L’antipolitica pervade la società europea e la nostra in particolare, con una forte richiesta di moralità, trasparenza, professionalità, esperienza, da parte della classe dirigente.
Tutto ciò è molto comprensibile perché, via via, la qualità della politica e dei suoi rappresentanti è venuta sempre meno. Quello che però non si comprende è come mai, a fronte di tutto questo, al momento del voto, almeno secondo i sondaggi pubblicati, gran parte degli elettori danno la loro preferenza a Forza Italia che tra Berlusconi, Cosentino, Verdini, Fitto, solo per citarne alcuni, certo non brilla per legalità. O scelgono Grillo, comico incantatore che candida ai livelli istituzionali italiani ed europei, cittadini in grado di catturare pochissimi consensi, per giunta mediatici; che accumulano gaffe su gaffe non degne di chi siede in un Parlamento nazionale. Altra opzione sono le giovani mascotte scelte da Renzi, figure senza alcuna esperienza di impegno politico e istituzionale.
Si vuole scegliere, com’è giusto in democrazia, i propri rappresentanti nel Parlamento e non si reagisce non votando chi sostiene una nuova legge elettorale che ripropone le liste bloccate compilate dalle segreterie dei partiti. Si è antieuropei e si dimentica quanto di positivo l’Ue ha compiuto in termini di pace e benessere prima della crisi internazionale frutto soprattutto di errate politiche economiche nazionali. Si vuole uscire dall’euro, ma si dimentica cosa è successo all’Argentina quando ha voltato le spalle al dollaro. Si è complessivamente contro ogni forma di violenza nel corso delle manifestazioni che comportano più feriti tra le forze dell’ordine aggredite da facinorosi professionisti e poi si parla in modo critico principalmente di qualche eccesso compiuto singolarmente da questo o da quel rappresentante della polizia o dei carabinieri.
Siamo contro l’evasione fiscale, ma difficilmente qualcuno di noi chiede la fattura al medico, all’avvocato, all’architetto, all’idraulico, al barbiere, eccetera. Né tantomeno costoro la rilasciano spontaneamente, salvo poi lamentarsi del fatto che non tutti pagano le tasse. Per non parlare di quanto emerge nella sanità in termini di truffe compiute in concorso tra pazienti e strutture mediche a danno della spesa pubblica nel settore.
Verrebbe quasi la voglia di dire: sdraiamoci tutti e parliamo della nostra infanzia per capire le ragioni di tali comportamenti. Si vive in una contraddizione perpetua, come se niente fosse, chiedendo sempre ad altri coerenza di comportamenti.
Ecco perché, fuori dai nostri confini, siamo guardati con sospetto, supponenza e indifferenza. Altrove i politici che sbagliano non sono eletti o sono allontanati per sempre dalla vita pubblica ed è per questo che i cittadini sono realmente protagonisti della società nella quale vivono e non sudditi lamentosi. Così come i valori universali restano tali anche cambiando i sistemi istituzionali. O le nuove generazioni capiranno tutto ciò o non ci sarà futuro per loro, non solo per nostra responsabilità.
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[NdR – L’autore dell’articolo è eurodeputato del PPE e vicepresidente della delegazione Popolari per l’Europa al Parlamento europeo]