Rassegna stampa estera
Grande rumore ha fatto sulla stampa estera la nomina dei nuovi vertici delle più grandi imprese pubbliche italiane. Pierre de Gasquet su Les Echos parla di un “ampio rimaneggiamento”. “Il Rottamatore”, scrive de Gasquet, continua a “sorprendere”, non solo ha nominato tre donne ai vertici delle nostre principali imprese pubbliche, una cosa “mai vista nella storia del capitalismo italiano”, ma ha fatto sì che si voltasse pagina nella storia del settore energetico italiano, non concedendo un ulteriore mandato a due “pilastri” dell’Industria, Paolo Scaroni (ENI) e Fulvio Conti (ENEL).
Su El Watan, Salima Tlemçani parla della “destituzione” di Scaroni, che è stato “licenziato” dal suo posto per essere sostituito da un altro manager, Claudio Descalzi. La giornalista algerina “giustifica” questa decisione riprendendo tutta la storia giudiziaria di Scaroni, condannato qualche settimana fa per aver violato le leggi ambientali quando era a capo della centrale elettrica di Porto Tolle e per il suo coinvolgimento nello scandalo tutto algerino di Sonatrach. Anche Justin Scheck e Liam Moloney dal Wall Street Journal parlano della fine del “Regno” di Scaroni all’ENI. I due giornalisti affermano che con la sua proposta di allontanamento dell’Amministratore Delegato del gigante petrolifero italiano ENI, il Primo Ministro Italiano Matteo Renzi sta mettendo all’angolo il più “resiliente e politicamente coinvolto uomo d’affari italiano”. Anche l’Editoriale del 15 Aprile del Financial Times parla del “massacro della vecchia guardia”. Le scelte di Renzi sono viste positivamente, e i nuovi amministratori delegati scelti hanno in passato ottenuto risultati importanti e “non possono essere considerati come parte del vecchio Sistema aziendale”. Ancora sul Financial Times, Rachel Sanderson nel titolo del suo articolo parla di “donne alla ribalta” nel sistema societario italiano, segno di radicale “cambiamento nelle modalità di scelta dei vertici”. La mossa di Renzi è stata giudicata un “importante test” per la sua capacità decisionale e riformatrice. Anche Richard Heuzé su Le Figaro plaude le nomine “orchestrate” dal nostro Premier, nomine che hanno portato ad una serie inedita di cambiamenti ai vertici dei grandi gruppi pubblici, dove chi cercava il quarto mandato è stato “gentilmente ringraziato”, vedi ancora Scaroni, il manager pubblico che forse ne esce peggio. Da sottolineare la domanda che si pone Andrew Peaple dalle pagine del Wall Street Journal riprendendo l’articolo del collega Moloney: tutto bene per le scelte che dimostrano voglia di cambiamento, “lasciamo però una questione tra le più delicate ad un altro giorno: capire perché le più importanti aziende italiane sono così assoggettate al controllo dello Stato”. Non è una domanda da sottovalutare, la risposta interessa gran parte del Mondo della finanza e degli investitori stranieri.
Uno spazio va dedicato alla reazione suscitata sulla stampa estera dalla condanna ai servizi sociali per Silvio Berlusconi. “Pena clemente” dice Maud Descamps a Europe1. “E’ esattamente quello che aveva chiesto il Cavaliere”, dice la Descamps, ”il Cavaliere potrà recarsi a Roma dal martedì al giovedì. E questo è sufficiente per permettergli di continuare a svolgere le sue attività in seno a FI”. Anche Marcelle Padovani su Le Nouvel Observateur parla di “trattamento di favore”, e nulla gli impedirà “di fare campagna elettorale a favore di FI per le elezioni europee”, secondo la giornalista però, Berlusconi potrà inventarsi qualsiasi altra astuzia, ma “il cuore degli italiani non è più con lui”. Triste vedere un “vecchio” leader sempre più in balia della satira, più o meno velata. E’ stato comunque un politico osannato da molti. Meglio il silenzio che la bieca caricatura.
Scrive Pierre de Gasquet su Les Echos del 15 Aprile: “Grande scompiglio a capo del settore pubblico italiano. Con le nomine di Claudio Descalzi a capo dell’ENI, Francesco Starace all’Enel e Mauro Moretti a Finmeccanica, Matteo Renzi fa primeggiare la credibilità sulla partitocrazia ai vertici delle imprese (…) Principale novità mediatica: l’onda rosa femminile a capo dei tre fiori all’occhiello del settore pubblico italiano (ENEL, ENI e Poste), anche se i poteri decisionali rimangono ancora tra le mani degli AD.” (Matteo Renzi procède à un vaste remaniement à la tete du secteur public, Les Echos)
L’Algerino El Watan, approfondisce sulla “destituzione” di Scaroni, “infangato” dal caso Sonatrach e da condanne giudiziarie varie. “In un comunicato reso pubblico nella serata di lunedì, il Governo italiano ha annunciato il rimpasto ai vertici di alcune grandi imprese pubbliche italiane, tra le quali ENI, che si trova da qualche anno al centro di un’inchiesta giudiziaria per corruzione assieme ai dirigenti di Sonatrach. Coinvolto in questo scandalo, Paolo Scaroni non è riuscito a strappare il quarto mandato a capo del gruppo, anche perché la magistratura del suo Paese l’ha condannato, qualche settimana fa, ad una pena di tre anni di prigione e all’interdizione di esercitare nella pubblica amministrazione per cinque anni.” (…) (S. Tlemaçi, Le patron de ENI limogé, El Watan, 16 Aprile 2014)
Eni Transition Ends Scaroni’s 9 Year Reign, così titolano Justin Scheck e Liam Moloney il loro articolo su WSJ: “Proponendo di eliminare l’AD del colosso petrolifero italiano ENI, il Primo Ministro italiano Matteo Renzi sta mettendo all’angolo uno degli uomini d’affari italiano più resiliente e politicamente influente(…) Ma I successi di ENI sotto la guida Scaroni sono stati stemperati da questioni legali che hanno pesato sul prezzo delle azioni della società (…) Eni ha fatto sapere che lo scorso anno la magistratura italiana ha indagato sul ruolo di Scaroni nel caso di corruzione in Algeria. Eni e Scaroni hanno negato qualsiasi addebito, e Saipem lo scorso Gennaio che una revisione dei contratti non aveva presentato nessuna irregolarità” (…) (J. Scheck, L. Moloney, WSJ, 15 Aprile 2014)
L’editoriale del Financial Times ci va giù duro con il titolo: Massacre of italian old guard. “Matteo Renzi è arrivato al potere in Italia promettendo un ambizioso programma di riforme economiche per aumentare la competitività del Paese. Un test precoce per le credenziali riformiste del nuovo Primo Ministro è arrivato questa settimana, quando ha annunciato i nomi dei nuovi vertici delle numerose aziende statali italiane. (…) A suo favore bisogna dire che Renzi non ha chinato la testa davanti a questa sfida- In un certo numero di società ha scelto nuovi e dinamici AD che non fanno parte della vecchia guardia corporativa. Questi sono i primi giorni della sua leadership nel Paese. Ma le sue scelte sono un’importante dimostrazione della volontà di portare il cambiamento là dove è possibile.” (…) (Financial Times, 15 Aprile 2014)
Women to the fore as corporate Italy embraces change, titola Rachel Sanderson. “Donne alla ribalta”, scrive la giornalista inglese, “il giorno dopo che Matteo Renzi ha rivisto gli incarichi ai vertici delle più grandi aziende controllate dallo Stato, il Paese si è svegliato con la sensazione che molti dei suoi vecchi modi di fare – se non tutti – erano cambiati (…) con una mossa vista come un importante test della capacità del Primo Ministro di amministrare attraverso le riforme, la decisione più accattivante di Renzi è stata quella di promuovere tre donne ai posti chiave.” (…) (R. Sanderson, Financial Times, 15 Aprile 2014)
Richard Heuzé parla di un vero “colpo di sciabola” tra i super manager pubblici, che vuole” ringiovanire e femminilizzare”. “Dei manager pubblici più giovani, tre donne alla presidenza di grandi gruppi e degli stipendi rivisti in forte ribasso: sono le tre principali linee guida che reggono il rinnovamento che soffia da lunedì sui vertici dei gruppi pubblici italiani.” (R. Heuzé, Matteo Renzi orchestre une vague de nominations inédite en Italie, Le Figaro, 15 Aprile 2014)
Peine clémente pour Berlusconi, scrive Maud Descamps. “Il Cavaliere passerà almeno 4 ore a settimana in una residenza per anziani e portatori di handicap (…) Per via della sua età, 77 anni, l’ex Primo Ministro poteva essere obbligato agli arresti domiciliari, o costretto a lavori socialmente utili invece della detenzione. La Corte à imposto al Cavaliere di passare almeno quattro ore a settimana in una residenza per persone anziane e portatori di Handicap: esattamente quello che aveva chiesto.” (…) (M. Descamps con Reuters, Europe1, 16 Aprile 2014)
Marcelle Padovani su Le Nouvel Observateur va direttamente al sodo: “E’ senza alcun dubbio un trattamento di favore quello che il tribunale di sorveglianza di Milano ha riservato a Silvio Berlusconi, condannato lo scorso Agosto per frode fiscale: per purgare la sua pena, dovrà per 10 mesi e 15 giorni recarsi una volta a settimana in un centro per anziani della Lombardia, a 40 chilometri dalla sua villa di Arcore, e svolgerà con loro un lavoro socialmente utile (…) Potrà recarsi a Roma due giorni a settimana, e questo significa che potrà tranquillamente portare avanti la sua Campagna elettorale per Forza Italia.” (…) (M. Padovani, Berlusconi condamné… à la maison de retraite: “Il nous fera rire”, Le Nouvel Observateur, 15 Aprile 2014)
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