Tap manager, una marea
«Oggi tutti sono indignati di fronte alle parole di persone come Moretti Mauro che difendeva l’emolumento che la sua (ora ex) carica gli corrispondeva. Ma io mi chiedo, questi super stipendi esistono da sempre, come mai solo ora tutti – dico tutti – ne sono al corrente? Devo dire che tutto questo lo dobbiamo anche al tenace percorso (almeno a parole) di smantellamento dei privilegi in corso da parte degli adepti di grillomao.
Però, per tornare al merito del fatto, mi chiedo come si è arrivati a tanto. Non mi riferisco solo ai top manager, ma anche ai tap manager cioè quei capetti che nel tempo hanno cominciato a prendere stipendi molto sopra la media. Parliamo sempre del pubblico, e’ ovvio. Allora dicevo, sono a contatto per motivi vari con gente che è a capo di un qualunque dipartimento; persone laureate ma senza specifica mansione. Queste persone, livello dirigente, hanno 15 mensilità e prendono cifre che oscillano tra i 5 mila e gli 8 mila euro.
Non entro nella discussione sterile e cretina che il lavoro richiede grande capacità e dedizione perché finiremmo a barzellette; credo semplicemente e fermamente che questo sia immorale. Allora perché non parlarne. Sapete quanti dirigenti ci sono in ogni dipartimento dei vari Ministeri? E’ chiaro che la nave vada a picco.
Poi capita che l’abitudine faccia la sua parte: perdere certi privilegi diventa traumatico. I sindacalisti, anche loro con stipendi non da fame, lottano per il diritto del lavoratore. Insomma alla fine come sempre in Italia nessuno riuscirà a scalfire se non di poco, la lobby dello stipendio buono e delle quindici mensilità. Ma questo fa parte del declino della nostra società: siamo diventati un popolo di furbetti e di disonesti: non c’è gara pubblica in cui qualcuno non si lasci tentare dal desiderio di appropriarsi di svariati soldoni.
Non so come mai a un certo punto gli italiani abbiano smesso di essere grandi Naviganti e si siano incagliati al Giglio; oppure di essere grandi Scrittori ed è cominciata l’era di tre passi sopra il cielo e quattro sotto le coperte; oppure grandi Pittori e le città si sono riempiti di orribili scarabocchi su ogni muro, ogni autobus con scritte autocelebranti di un qualunque imbrattatele. E’ successo e nessuno se ne è accorto; e ormai ne siamo assuefatti.
Ma forse, qualche brava persona c’è ancora. Poche, vere, consapevoli e pronte al sacrificio. Verranno messe nelle gabbie dello Zoo con una scritta: specie in via d’estinzione.»
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