Politici in TV
Da segnalare su TgCom24 le dichiarazioni del capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, e di Beppe Grillo sulle ultime mosse del governo Renzi. “Questo governo non ha più la maggioranza e i numeri per governare. Altro che treno veloce, corre solo per andare a sbattere”. Così Renato Brunetta a TgCom24, che attacca l’esecutivo dopo che Nuovo centrodestra e Scelta civica hanno promesso battaglia a Palazzo Madama sul decreto legge Lavoro: “Hanno messo la fiducia e già concordato dei cambiamenti al Senato. Questo è vergognoso”, conclude il capogruppo di Forza Italia alla Camera.
Beppe Grillo, con le sue solite affermazioni a metà strada tra il goliardico e il penalmente perseguibile, attacca nuovamente il governo: “Il progetto di riforma del Senato di Renzie è una fotocopia di quello proposto dalla P2”, sostiene il leader del Movimento 5 Stelle su Twitter. Grillo fa poi il verso ai manifesti elettorali del Pd: “#GlieloChiedeLicio”, scrive allegando un fotomontaggio con il volto di Licio Gelli.
Intanto Renzi va avanti per la sua strada. “Come annunciato, dopo l’impegno per le famiglie con il bonus da 80 euro previsto nel dl Irpef, Matteo Renzi conferma che il governo è ora al lavoro per nuove misure, riporta TgCom24: “Ho preso un impegno con partite Iva, incapienti e pensionati nel proseguire nel lavoro di abbassamento tasse e lo manterrò”, ha scritto infatti Renzi nel corso della diretta Twitter #matteorisponde.
Sempre TgCom24, invece, riporta un’altra delle scelte “coraggiose” volute da Matteo Renzi: la desecretazione delle informazioni sulle stragi di Stato. “Matteo Renzi ha firmato la direttiva che dispone la declassificazione degli atti relativi ai fatti di Ustica, Pateano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro – dice il servizio di TgCom24 – Bologna e Rapido 904. La firma del premier, apposta alla presenza del sottosegretario Marco Minniti e del direttore del Dis, Giampiero Massolo, toglie il segreto di Stato sulle stragi. “Un dovere nei confronti dei familiari delle vittime”, ha detto Renzi.
Il premier ha sottolineato l’impegno del suo esecutivo sull’annoso e controverso tema del segreto di Stato sui fatti più gravi della storia repubblicana. “Uno dei punti qualificanti della nostra azione di governo è proprio quello della trasparenza e dell’apertura. In questa direzione va la decisione di oggi che considero un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune”, ha detto Renzi e come riportato dai TG.
SkyTg24 parla dell’evoluzione del disegno di legge noto come “Job Act” e, anche questo, fortemente voluto da Renzi con la mediazione del ministro del Lavoro Poletti. “L’esito, nonostante le modifiche al testo abbiano creato tensioni all’interno della maggioranza – spiega SkyTg24 – sembra scontato alla Camera”. Discorso diverso per il Senato, dove il provvedimento dovrebbe arrivare la prossima settimana e i nodi dovranno essere sciolti. A Palazzo Madama, infatti, i numeri sono diversi e Ncd e Scelta Civica annunciano battaglia. Il deputato di Nuovo centrodestra Sergio Pizzolante, nella sua dichiarazione di voto, ha spiegato: “Il governo avrà la fiducia di Ncd ma ci prendiamo la libertà al Senato di tornare verso il testo originario del governo dicendo sì fin da oggi alla proposta di mediazione di Poletti”. Il ministro del Lavoro punterebbe a modificare il testo in soli 2 punti (sui 4 ipotizzati all’inizio): la trasformazione dell’obbligo di assumere i contratti a termine se si sfora il tetto del 20% con un risarcimento monetario a carico delle imprese, e il “preambolo” (chiesto da Scelta Civica) che rafforza il contratto di inserimento a tempo indeterminato.
Giuliano Poletti, comunque, predica fiducia: “Le distanze sono alla portata, non credo ci siano particolarissimi problemi”. Si arriverebbe, dunque, a poche modifiche concordate. Da qui al Senato, però, le posizioni potrebbero cambiare. Il provvedimento arriverà nelle mani del Presidente della Commissione Lavoro di Palazzo Madama, Maurizio Sacconi di Ncd, che ripete: “Sul decreto per il lavoro la maggioranza di governo non rischia” ma “la Commissione Lavoro svolgerà una seconda lettura approfondita per la quale ho incaricato il senatore Pietro Ichino di svolgere la funzione di relatore”. E ancora: “L’esame dei dettagli non è certo secondario perché anche un solo dettaglio può fare la differenza tra un apprendista e un disoccupato”.
Nella serata di giovedì, Berlusconi è tornato in TV dopo più di un anno, ospite di Porta a Porta, lanciando messaggi non tanto velati a Matteo Renzi: ne parliamo diffusamente in un altro articolo del giornale.
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