Rassegna stampa estera
Migranti, economia, segreti di Stato, potenzialità del mercato dell’arte, voto di fiducia. Questi gli argomenti che hanno animato le pagine della stampa estera in questi giorni. Molto spazio è stato concesso al tragico problema delle inarrestabili carrette del mare. In molti stanno raccontando di come, quasi ogni giorno, sbarchino sulle nostre coste centinaia di migranti, argomento che assume sempre più un amaro gusto di polemica nel nostro Paese, come riporta le Monde riferendosi alle parole di Matteo Salvini che ha dichiarato che “i cittadini italiani finiscono per finanziare gli scafisti e l’invasione delle nostre coste”, o Gasparri che ha definito l’operazione Mare Nostrum “demenziale, costosa e che va sospesa”. Ricordano Le Matin e il Financial Times che il Ministro Alfano ha chiesto a più riprese all’Unione Europea un maggiore aiuto nella gestione del flusso dei migranti. Secondo gli ultimi sondaggi, i “candidati all’emigrazione”, pronti ad imbarcarsi dalle coste libiche verso l’Europa sarebbero tra i 300mila e i 600mila, ma solo una minima percentuale di loro punta a all’Italia. “The Migrants Files”, inchesta svolta da alcuni giornalisti europei, rivela che dal 2000 sarebbero morti, o sono spariti, quasi 24mila migranti alle frontiere dell’Europa. Una seria riflessione va fatta, il problema non è solo nostro.
Gli anni di piombo tornano tra le righe di Le Temps. Etienne Dubuis, traendo spunto dalla decisone del Governo di togliere il “segreto di Stato” dalle inchieste sulle stragi che hanno oscurato un lungo pezzo della nostra Storia, fa una interessante analisi di quel periodo “caratterizzato dall’inasprimento delle tensioni politiche in molti Paesi d’Europa (…) come la dittatura istaurata dai Colonnelli in Grecia nel 1967. Sullo sfondo la Guerra fredda e gli interventi più o meno pesanti degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. Lo Stato più duramente toccato dalla violenza dei gruppi estremisti di destra e sinistra è stato l’Italia.” L’Italia che da ieri dovrebbe rendere pubblici gli innumerevoli dossier protetti che racchiudono questi tragici segreti, segreti che come dice Dubuis “hanno scosso – e continuano a turbare – gli abitanti della Penisola”. Il giornalista si pone una domanda interessante: perché i Governi che si sono succeduti a Roma dalla fine degli anni di piombo hanno evitato con cura di aprire gli archivi che coprono quel periodo, rafforzando lo scetticismo degli italiani verso i loro politici? Forse a Dubuis non verrà data mai risposta, ma quello che rappresenta per il giornalista questo gesto è ancora un segnale del “cambiamento di verso” di Renzi, che vuole andare verso la trasparenza e l’apertura. La rottura con il passato.
L’indagine fatta da Katy Barnato, per la CNBC sul nostro mercato dell’arte e sulle sue potenzialità, ha di che far pensare. Anche qui si spera in una rottura con lo stallo e la rigidità del passato, per permettere ad un settore dalle potenzialità di rendita altissime, in grado di rafforzare l’economia del Paese, di espandersi. “Gli esperti – scrive la Barnato – hanno segnalato un settore che ha un disperato bisogno di cambiamento: il mercato italiano dell’arte e dell’antiquariato”.
Echi di fiducia sulla riforma del lavoro sono arrivati anche alle agenzie dell’Azerbaijan e dopo settimane di lodi tessute dalla stampa francese all’operato di Renzi c’è uno stop. Eric Le Boucher su Slate ipoteca il programma del nostro Premier chiedendosi se Matteo Renzi fosse veramente “il valoroso cavaliere da seguire” (riferendosi a quello che era stato auspicato dalla sinistra francese le scorse settimane, ndr). “bisogna forse interrogarsi per capire se non è invece una reviviscenza del tradizionale politicante italiano”, ovviamente Le Boucher per “correttezza” gli concede il beneficio del dubbio affermando che “non si potrà giudicare Matteo Renzi che più tardi, quando avrà svelato, se le svelerà, tutte le ambiguità della sua politica”.
La RTS (Radio Television Suisse) scrive sul suo sito di informazioni on line: “Alcuni Partiti politici italiani hanno reclamato la sospensione delle operazioni di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo a causa del loro costo esorbitante. In 48 ore, 1149 migranti sono stati fatti sbarcare nei porti siciliani (…) Dall’inizio dell’anno, 22mila migranti e rifugiati sono arrivati via mare sulle coste italiane, 10 volte quelli sbarcati nello stesso periodo del 2013 (…) Secondo i media italiani, il Governo a già speso 60 milioni di euro per l’operazione Mare Nostrum, affidata alla Marina Militare, il cui costo è stimato essere di 9 milioni di euro al mese.” (…) (RTSinfo, Polémique sur le cout du sauvetage des migrants en Italie, 23 Aprile 2014)
Le Monde riporta le stesse impressionanti cifre: “Più di mille migranti vanno ad aggiungersi alla ventina di migliaia già soccorsa al largo delle coste italiane nell’ambito dell’operazione della Marina italiana “Mare Nostrum” (…) Un argomento in più per i partiti politici che reclamano la sospensione del programma per via dei costi enormi che deve sostenere l’Italia, quando solo poche settimane fa, i migranti ad essere salvati nel giro di due giorni erano stati 4000 (…) All’inizio di Aprile, il Ministro degli Interni Angelino Alfano aveva lanciato un appello all’UE affinché aiutasse maggiormente l’Italia a far fronte al flusso di migranti (…) The Migrant Files, un’iniziativa portata avanti da una équipe di giornalisti europei, rivela che 23858 migranti sono morti o sono spariti alle frontiere dell’Europa dal 2000. E’ molto di più delle stime delle quali si disponeva finora.” (AFP per Le Monde, Plus de 1000 migrants secourus en deux jours au large de l’Italie, 22 Aprile 2014)
Anche Guy Dinmore e Giulia Segreti riprendono per il Financial Times la polemica accesa dai partiti di destra sulla necessità di sospendere il salvataggio dei migranti africani. “(…) L’operazione Mare Nostrum, si traduce come “mare nostro”, ed era l’antico nome romano per il Mediterraneo. L’Italia ha lanciato l’operazione della Marina lo scorso Ottobre, con il sostegno di Frontex, l’Agenzia di controllo delle Frontiere dell’UE, in risposta alla morte di più di 300 migranti annegati al largo di Lampedusa. Quella tragedia aveva portato alti funzionari dell’UE ad impegnarsi in maggiori sforzi per impedire la ripetizione di simile dramma, ma l’Italia si lamenta che i tagli di austerità dell’UE abbiano minato tali promesse.” (…) (G. Dinmore, G. Segreti, Italy’s right calls for end to navy’s rescue of African migrants, Financial Times, 22 Aprile 2014)
Les ‘années del plomb’ sur la place publique, titola il suo articolo indagine Etienne Dubuis su Le Temps. “L’emozione è grande per quegli italiani che hanno conosciuto gli ‘anni di piombo’, quell’epoca di violenze politiche che ha insanguinato il loro Paese dalla fine degli anni ’60 alla fine degli anni ’90. Il nuovo Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha firmato martedì una direttiva che prevede di rendere pubblici gli innumerevoli documenti confidenziali dedicati a quei crimini. Una iniziativa che rappresenta il più grande declassamento di archivi nella Storia della Repubblica. E una delle più attese, tanto questi casi hanno scosso – e continuano a turbare – gli abitanti della Penisola (…) Questi eventi hanno causato un trauma indelebile in Italia. Per via della loro violenza, ovviamente, ma anche per via del loro carattere particolarmente oscuro.” (…) (E. Dubuis, Le Temps, 24 Aprile 2014)
Katy Barnato titola il suo articolo dove la seguente domanda: Italy: The next multibillion-dollar art market? La giornalista fa presente che nonostante il Paese detenga un tesoro in opere d‘arte risalenti al Rinascimento e precedenti ad esso, le severe normative che regolano il movimento dei ‘tesori nazionali’ hanno soffocato il suo mercato, che appare insignificante paragonato ai centri mondiali dell’arte di Londra e New York.” La Barnato raccoglie la testimonianza di un avvocato romano, il cui studio è specializzato nel settore dell’arte e che ha collaborato alla scrittura di un libro intitolato Il collezionismo d’arte manuale legale, che dichiara:”il valore del mercato dell’arte in Italia è una minima parte del valore nel Regno Unito, nonostante il quantitativo di opere d’arte nei due Stati sia diametralmente opposto”. “L’avvocato Sterpi e i suoi colleghi stanno sollecitando il Governo Renzi ad operare una modifica delle leggi che regolano questo mercato (…) La definizione del termine ‘tesoro’ in Italia è molto più estensiva rispetto a quella in uso in Paesi come Gran Bretagna, Francia e Paesi Bassi, e le sue misure di protezione molto più rigorose.” (…) (K. Barnato, CNBC, 24 Aprile 2014)
L’Agenzia Stampa Azera Apa, riporta la notizia del superamento del voto di fiducia posto dal Governo sulla Riforma del Lavoro: “Il Governo italiano del Primo Ministro Matteo Renzi ha superato alla Camera il voto di fiducia posto sul decreto sulla Riforma del lavoro che deve passare attraverso una certa procedura Parlamentare per essere convertito in legge (…) Da quando ha prestato giuramento in Febbraio, Renzi ha spesso posto l’accento sulla lotta alla disoccupazione che è arrivata al 13% in questo Paese colpito dalla crisi, affermando che questa era una delle sue priorità per far ripartire l’economia”. (…) (Xinhua per Apa, Italian gov’t wins confidence vote on labor law in lower chamber, 24 Aprile 2014)
Scrive Eric Le Boucher per Slate:”(…) durante quella intricate settimana, una dose di rinforzo nel renderla ancora più ingarbugliata è stata messa da alcuni commentatori: Matteo Renzi, il giovane e coraggioso Capo del Governo italiano, ha fatto marcia in dietro abbandonando la funesta politica di austerità attuata da Roma da tre anni, per rinunciare all’obbiettivo del 3% e rilanciare il consumo con la distribuzione di 80 euro a tutti gli italiani a basso reddito. Ecco un bel esempio! La Francia non deve impegnarsi nel rigore quando gli altri vi rinunciano”. (…) (E. Le Boucher, L’Italie de Matteo Renzi n’est pas l’exemple à suivre pour la France, Slate, 18 Aprile 2014)
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