Anti EU, una piccola galassia populista
Un Parlamento Europeo anti-europeista? Purtroppo, lo scenario è tutt’altro che fantasioso ed irreale. Secondo un sondaggio ComRes, il partito di Nigel Farage, l’Ukip è al primo posto con il 30% dei consensi nel Regno Unito, seguito dal Labour al 28% e dai tories al terzo posto, con il 21%. Questo porterebbe il partito anti-europeista di Farage a raddoppiare gli attuali 13 seggi che vanta nel Parlamento Europeo.
Un caso particolare relegato nello storico isolazionismo isolano della terra d’Albione? Assolutamente no. In Francia il Front National, dopo la grande avanzata delle amministrative, bloccata solo dal sistema maggioritario a doppio turno, approfittando invece del proporzionale delle europee, potrebbe diventare il primo partito francese. Stando al sondaggio condotto dall’istituto Ifop per il Nouvel Observateur, settimanale della gauche, il partito di Marine Le Pen arriverebbe in testa alle elezioni europeein Francia, con il 24% delle preferenze, due punti di vantaggio sull’Ump e ben cinque sui socialisti. Una Marie Le Pen strettamente alleata del PVV olandese del leader xenofobo Geert Wilders, forte di una stupefacente affermazione alle ultime amministrative. E se in Austria gli anti-europeisti sono dati al 20%, abbiamo l’avanzata dell’estrema destra di Alba Dorata in Grecia, accreditata di almeno un 7%, ed in Ungheria la travolgente vittoria del leader ultra-nazionalista Orban e la sua Fidesz che raggiunge quasi la maggioranza assoluta.
Per concludere la panoramica dei partiti del fronte anti-europeista scopriamo che in Italia, proprio cavalcando l’onda anti-Europa, la Lega è tornata, dopo molto tempo, a risalire avvicinandosi al 5% e Fratelli d’Italia, con una giravolta anti-euro a 360°, ha superato la soglia di sbarramento del 4% insidiando perfino l’europeista NCD. Un caso a parte sono il Movimento 5 Stelle e la lista Tsipras (leader di Syriza): recentemente Grillo si è dichiarato “il più grande europeista vivente” (?), e anche Tsipras ha puntato il dito, non contro l’Europa intesa come Unione di Popoli e di Idee, ma avverso le politiche di austerity. Entrambi hanno rifiutato apparentamenti ed inviti da parte dei partiti anti-europeisti, puntando piuttosto a correggere le disfunzioni ed i malfunzionamenti della UE e ponendo l’accento sull’eccessivo dirigismo da parte degli organi governativi europei. Giro di valzer anche per la Forza Italia di Silvio Berlusconi che, mentre si appellava alla Corte di Giustizia Europea per i suoi guai giudiziari, attaccava con forza l’Europa a trazione tedesca e dichiarava di voler rivedere tutti i trattati firmati “con la pistola dello spread puntata alla tempia”.
Resta il fatto che, se prendiamo come base di partenza il consenso che i partiti rappresentanti il centro destra hanno ottenuto alle ultime consultazioni politiche, osserviamo come Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, insieme al Movimento 5 Stelle, arrivano ad un totale del 60%. Il prossimo taglio di 100 mila posti fra i bancari, e l’ intervento sugli statali, non contribuiranno certo a risollevare le sorti del consenso pro UE. In questa quadro non stupiscono le dichiarazioni del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il quale provocatoriamente ha minacciato di voler trasferire la sua azienda in Svizzera.
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