Argentina, già verso le Presidenziali 2015
Manca un anno e mezzo all’ottobre del 2015, quando si terranno le Elezioni presidenziali, ma tutta l’Argentina guarda e ragiona in funzione di questa data. Il mancato raggiungimento dei due terzi dei seggi nel Parlamento alle ultime elezioni da parte dei fedeli di Cristina Fernandez de Kirchner, necessari per cambiare la costituzione per un terzo mandato, ha aperto uno scenario di grande incertezza. Certamente è un dato storico la divisione dell’opposizione, il peronismo negli ultimi 31 anni ha governato sempre, salvo le due eccezioni di Raul Alfonsin (1983-1989) e di Fernando de la Rua (1999-2001). Il peronismo, con tutti i suoi limiti quali la corruzione, è visto in Argentina come forza di stabilità e di governabilità per i suoi forti legami con il sindacato e con settori significativi della società.
Adesso, però, anche il peronismo, sia nella versione del “Kirchnerismo” che negli altri filoni peronisti, appare diviso e frastagliato. La Kirchner, ad oggi, non ha dato indicazioni, né fatto scelte. Certamente un posto di rilievo lo occupa Danieli Scioli, il Governatore della grande Buenos Aires, dove vive ben il 39% degli argentini. È di qualche giorno fa la sua decisione di dichiarare la “sicurezza” emergenza, con una serie di conseguenze. L’atto non è piaciuto al governo, ma ha fatto aumentare di qualche punto la sua popolarità. Non nasconde le sue ambizioni Jorge Capinach, il capo di Gabinetto di Cristina, incarico molto importante della struttura del potere nel paese. Altri due governatori peronisti guardano ed attendono. Per non dire della figura nuova di Sergio Massa, uscito di recente dal kirchnerismo ortodosso, reduce da un grande successo nelle ultime elezioni politiche.
Ma, se questo è un quadro già sul campo da tempo, martedì 23, al teatro portegno di Broadway, vi è stato un incontro che potrebbe cambiare la storia del paese. Leader di partiti e forze di centro sinistra hanno dato vita al Frente Amplio Unen. Socialisti, socialdemocratici, sinistra, cattolici sociali, unione civica radicale, hanno stretto un patto per l’ottobre del 2015. Leader come Hermes Binner, Julio Cobos, Ernesto Sanz, Pinos Solanas e Elisa Carrio concorreranno tutti nell’agosto del 2015 alle “primarie aperte, simultanee e obbligatorie” per la scelta del candidato alle presidenziali del 18 ottobre successivo, il vincitore avrà l’appoggio di tutti gli altri. Grande scommessa e grandi novità. Subito è apparsa una divisione, quale il rapporto con Maurizio Macri, sindaco di Buenos Aires, di chiara posizione di destra, ma grande elettore. I mesi ci daranno le risposte.
Come si vede, agli argentini non mancheranno i candidati che dovranno dare risposte ai tanti problemi del paese: inflazione, crisi economica, grandi indici di indigenza e povertà denunciati pochi giorni fa dall’Università Cattolica UCA. Cristina di recente è parsa introdurre cambiamenti nella sua politica economica e finanziaria. Il FMI li ha salutati come positivi, ma insufficienti a mettere al sicuro il paese dal ripetersi di crisi disastrose come quella del 2001 che costò prezzi terribili al paese, specialmente alle classi meno abbienti.
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Un Commento
Articolo serio e documentato. Le cose stanno proprio come descritte. Personalmente non credo molto nelle possibilità di UNEN, che resta un insieme disparato e scarsamente credibile e non ha alcun appoggio sindacale. Credo che la competizione sarà tra Scioli e Massa, che insieme riuniscono il 50% o più delle intenzioni di voto. Sembra una condanna argentina, quella del peronismo, ma i radicali hanno fatto con Alfonsin e de la Rua prove pessime.