Piazza Affari sempre generosa di dividendi
Piazza Affari regala soddisfazioni. La performance della Borsa Italiana negli ultimi dodici mesi è stata del 33% e solo da Gennaio il Ftse Mib ha guadagnato il 12%. In aggiunta a questi rendimenti da capogiro, dopo anni di vacche magre, gli investitori possono contare anche su un flusso di dividendi di 12,4 miliardi distribuiti dalle società quotate sul listino milanese.
Il monte dividendi di Piazza Affari torna a crescere dopo una discesa costante dal 2011: la crisi dell’economia italiana si è rispecchiata nelle cedole delle società quotate, infatti nel 2011 il totale dei dividendi viaggiava oltre i 18 miliardi di euro, nel 2012 ha subito un pesante ridimensionamento (-24%) che lo ha portato a 13,6 miliardi, mentre nel 2013 il monte cedole ha toccato il fondo a 11,1 miliardi di euro. Benché il 40% delle aziende quotate a Piazza Affari sia in perdita, si può notare una ripresa degli utili nonostante il settore bancario, il più presente e “pesante” a Milano, sia avaro con i propri azionisti. Solo i big Unicredit e Intesa distribuiranno dividendi.
Nel complesso saranno 26 le blue chips a staccare dividendi nei prossimi mesi e un terzo di queste non lo farà. In testa alla classifica dei titoli più redditizi si trova Unipol-Sai (società nata dall’integrazione di Unipol con le compagnie della ex galassia Ligresti) che dopo un rialzo dell’80% negli ultimi dodici mesi offre una cedola del 7,1 per cento considerato il dividend yield (rapporto cedola su prezzo dell’azione).
Eni si conferma al top per dividendo distribuito: quest’anno sarà di 1,1 euro per azione (pari al 6%), in rialzo rispetto 1,08 euro dell’anno scorso. La remunerazione complessiva degli azionisti ENI passerà da 3,9 miliardi del 2013 a quasi 4 miliardi messi in conto per il 2014, quasi un terzo del monte cedole complessivo di Piazza Affari arriva da ENI. Snam e Terna rappresentano altre due società con rendimenti che, a prezzi correnti, garantiscono fino al 5%. Enel e Atlantia sono altre aziende che garantiscono alti dividendi, rispettivamente con rendimenti del 3,4% e del 4,3% ai prezzi correnti.
Invece tra le società che non distribuiranno dividendi ai propri azionisti troviamo molte banche tra cui le Banche Popolari e Mps: alcune di loro sono alle prese con aumenti di capitale altre invece hanno preferito tenere la liquidità in cassa in vista degli stress test e per rispettare i parametri imposti dalla BCE. Tuttavia, in mancanza di dividendi, nel 2014 alcune banche hanno premiato gli azionisti con performance stellari come Banca Popolare di Milano con un +60% o Popolare dell’Emilia Romagna con un +30%. Tra i big anche Telecom, dopo anni di politiche generose, ha rinunciato a distribuire dividendi (fanno eccezione le Telecom risparmio) così come Saipem e Mediaset.
In media i titoli del paniere Ftse Mib hanno un rendimento del 2,3 per cento, un dato in flessione rispetto al 3,65% di un anno fa. Tuttavia se le azioni di Piazza Affari rendono meno è perché nel calcolo del dividend yield (rapporto cedola su prezzo dell’azione) la cifra al denominatore è decisamente cresciuta nell’ultimo anno (+35% circa) mentre le cedole nel complesso sono cresciute in modo più contenuto e che, stando alle stime degli analisti, cresceranno anche in futuro.
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