WeChat Italia, a tu per tu con Andrea Ghizzoni
C’è un’app che si sta imponendo sul mercato mobile. Si tratta di WeChat, l’alter ego orientale di WhatsApp sviluppata dal colosso cinese Tencent (terza internet company al mondo per capitalizzazione di mercato) e presente in Italia da meno di anno. Nonostante il suo debutto relativamente giovane, l’app conta più di 350 milioni di utenti registrati in tutto il mondo (non sono disponibili dati relativi alle singole country) e ha registrato nell’ultimo semestre del 2013 un incremento record del 100%. Questi numeri evidenziano una sorprendente crescita di WeChat all’estero come in Italia, dove, dopo una prima fase dedicata al lancio del prodotto affidato a due testimonial d’eccezione (Belen e il calciatore Lionel Messi), si appresta ad arricchire e differenziare ulteriormente la sua proposizione di valore, proponendosi come una social platform integrata a disposizione di privati e aziende. Di questo e molto altro ancora abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Andrea Ghizzoni, dallo scorso febbraio Country Director di WeChat Italia, che ben volentieri ha accettato l’invito della nostra Testata.
In quanto Country Director, Andrea Ghizzoni si occupa dello sviluppo del business di Tencent nel nostro Paese e la cura del brand WeChat sul territorio nazionale, con l’obiettivo di consolidare la veloce crescita della user base e rafforzare il livello di engagement del target locale. Contrariamente a quanto si possa pensare, l’utilizzo di WeChat non è limitato all’instant messaging fra peers. Sono infatti sempre più numerosi i blogger e gli artisti (un esempio per tutti, la cantante Alessandra Amoroso), che, sfruttando le features native dell’applicazione, sono in grado di impostare una comunicazione del tipo One-to-One, ingaggiando e coinvolgendo i loro seguaci. Nel caso dei cantanti, l’engagement è anche site & event-specific, cioè legato a specifici eventi come può essere per esempio un concerto musicale.
Come ci racconta Ghizzoni, WeChat è anche un canale perfetto per l’abilitazione e la fruizione di contenuti speciali, ad integrazione dell’esperienza avuta su altri media “tradizionali”. Ad esempio La Gazzetta dello Sport che, tramite l’account ufficiale Magic Alert, dà la possibilità a tutti i soccer-addicted di comporre la propria squadra di fantacalcio o ancora il reality show The Voice of Italy che consente di accedere ai “dietro le quinte” ed esprimere il proprio apprezzamento per i talenti in gara urlando a più non posso. A garanzia del singolo utente WeChat Italia, con Andrea Ghizzoni e la sua squadra, verifica l’autenticità dell’account consentendo la gestione dei contenuti anche da desktop (sicuramente un plus rispetto ai vari WhatsApp&Co., che al momento, salvo release non ufficiali, sono disponibili solo in versione mobile). Per quanto riguarda le applicazioni in ottica CRM (Customer Relationship Manager), non sono numericamente rilevanti con riferimento al perimetro italiano anche se ci sono alcuni segnali – primo fra tutti l’incremento costante della user base – che si muovono verso questa direzione.
Gli sviluppi futuri di WeChat Italia includono la creazione di community che fanno leva sul fattore aggregante, unita alla possibilità di fruire servizi in mobilità in modo semplice, pratico e funzionale. Secondo Ghizzoni, i punti di forza che giustificano un simile improvement sono almeno tre: in primis perché tendenzialmente sullo smartphone o altro device mobile s’installano poche app e si tendono a utilizzare sempre quelle (fra cui almeno una di instant messaging) e in secondo luogo perché tramite questo canale si possono condividere contenuti d’interesse in tempo reale (ad esempio un ritardo accumulato sui mezzi pubblici). Non ultimo le comunicazioni inviate – da e – tramite account ufficiali verificati non sono “spammatorie” (c’è il vincolo sul numero di messaggi inviabili al giorno) e, dal punto di vista dei fruitori del servizio, l’identificazione non avviene per numero di telefono (come per esempio con WhatsApp) ma tramite ID. La logica è sempre quella di assicurare la migliore esperienza di utilizzo, senza ovviamente andare a discapito della privacy degli utenti. Ecco perché anche le funzioni di geolocalizzazione hanno un range d’azione limitato e comunque sono attivabili solo on demand (ad Hong Kong è per esempio possibile interrogare l’app per trovare un Mc Donald’s nelle vicinanze tramite segnale GPS, il tutto previa autorizzazione dell’utente a rilevare la sua posizione corrente).
Ultimo capitolo: i pagamenti di prossimità e in mobilità. Sì, perché se credete che WeChat abbia niente o poco a che vedere con i mobile payments in generale, vi sbagliate. In Cina, Tencent sta infatti lavorando a un innovativo sistema di direct billing, con addebito diretto via WeChat, anche per acquisti nel punto vendita fisico (i pagamenti verrebbero processati da TenPay, il PayPal d’Oriente). Come si può immaginare, le potenzialità di questa inedita feature sono potenzialmente infinite (si pensi per esempio ai Paesi a basso tasso di bancarizzazione come l’India e l’Africa, dove ci sono più smartphone che conti correnti). Ghizzoni si sente, però, di escludere che nel breve periodo queste novità arriveranno anche in Occidente per la presenza di vincoli normativi più stringenti rispetto a quelli cinesi. In ogni caso, salvo improvvisi cambi di rotta, l’intenzione non è quella di sostituirsi alle banche, ma piuttosto di affiancarle come ulteriore canale di erogazione di servizi finanziari.
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