Rassegna stampa estera
All’inizio del Governo Renzi, come per ogni inizio, la stampa estera guardava con entusiasmo e con grande ammirazione al coraggio di questo giovane uomo. Oggi gli articoli si fanno più severi e soprattutto hanno assunto un tono meno compiacente e più diffidente, della serie: ce la farà il nostro eroe a combattere i mostri del male? David Brown sul South China Morning Post rimette addirittura in mano all’Italia le sorti dell’intera Europa affermando che “l’economia italiana in difficoltà costituisce una potenziale minaccia per tutta l’Europa”, prosegue il giornalista scrivendo che “l’Italia potrebbe scendere rapidamente nel caos se il nuovo Governo fallisce nel far cambiare direzione alla sua problematica economia, che minaccia tutta l’Europa.” Anche sul Wall Street Journal Marcus Walker e Deborah Ball titolano il loro articolo con una domanda: Can Italy Find Its Way? Resistance to Change Means Slow Recovery. “Le abitudini incancrenite, accumulatesi negli anni, dimostrano la difficoltà nell’avere la meglio su di esse”.
Una interessante analisi pubblicata da Le Figaro “spiega” ai francesi differenze (molte) e similitudini tra il Partito Socialista francese e il Partito Democratico italiano, ultimante accomunati dalla stampa francofona per comunità di intenti e potenzialità di azione sinergica in Europa, paragone che ha però causato un po’ di confusine sulla loro identità. Christophe Bouillard, professore di Scienze Politiche all’Istituto di Studi politici di Grenoble dal 1999, ex allievo dell’Ecole Normale superieure della rue d’Ulm, afferma che entrambi rappresentano una sinistra moderna che adotta un certo social liberalismo, ma le similitudini si fermano qui. Le variabili da considerare per la fattibilità e soprattutto per la possibilità di riuscita di un asse Francia-Italia, che faccia da contrappeso alla Germania, sono moltissime, primo tra tutti il rilancio dell’economia. Sicuramente grande peso avrà il risultato delle Europee.
Sulla stampa estera è tornato Berlusconi. A molti è parsa forzata questa sua condanna ai servizi sociali e l’uscita mal riuscita sui lagher tedeschi ha riacceso polemiche e battute da poco sopite. Un pezzo bello e amaro lo ha scritto Philippe Ridet sul suo Blog “Campagne d’Italie”. Si pone tante domande il giornalista francese, domande che fanno riflettere non solo sui nostri politici ma anche, e rattrista dirlo, sullo spazio dato alle notizie. Riferendosi alle ultime esternazioni dell’ex Presidente del Consiglio, Ridet scrive: “(…) Ma ciò cosa ci dice di nuovo su di un uomo di 77 anni il cui declino appare senza remissione, il cui bilancio, in 20 anni di regno sulla vita politica italiana, è quasi nullo, la cui vita privata è per molti aspetti penosa? Cosa ci dice ancora tutto questo sugli italiani e sull’Italia? (…) La tragicommedia di un uomo ridicolo condannato, cacciato dal Parlamento, abbandonato dai suoi amici, è ancora una notizia?” Ma la cosa che colpisce ancora di più è quello che pensa “il corrispondente” Philippe Ridet, dei nostri giornali che da inviato nella Penisola sfoglia tutte le mattine. “Tutte queste domande sono ordinaria amministrazione per un corrispondente straniero nella Penisola quando ogni mattina apre i giornali che consacrano tra le quattro e le cinque pagine alle ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi”. Non possiamo negarlo, qualcosa di vero, e forse un po’ di più di qualcosa, c’è in quello che dice. E non è il solo “corrispondente” a pensarlo. Ritroviamo Berlusconi anche tra le pagine di Le Nouvel Observateur, che riprende la “gaffe”, così come Liberation che titola significativamente il suo articolo Point Godwin: Berlusconi dérape et se rattrape (mal). Tra dubbi, critiche e ironia aspettiamo i commenti sulla proposta di riforma della Pubblica Amministrazione.
Scrive David Brown:”L’Italia può essere il Paese delle macchine veloci, dell’alta moda e del design mozzafiato. Ma il Paese ha fatto la bella vita per troppo tempo. Ora vive con i giorni contati. L’economia dell’Italia è in difficoltà. Il Paese sta lottando per uscire dalla sua più lunga recessione dal dopoguerra. La disoccupazione è al livelli record. La Nazione è gravata da una montagna lagnante di debito pubblico. La politica italiana rimane una polveriera. Se il Governo di centrosinistra del Primo Ministro Matteo Renzi non ottiene soluzioni rapide, l’Italia arriverà ad una nuova crisi. Potrebbe essere LA crisi che farebbe precipitare la zona euro in un nuovo regno di incertezza e calamità” (D. Brown, Struggling Italian economy poses potential torea to whole Europe,South China Morning Post, 28 Aprile 2014)
L’indagine di Marcus Walker e Deborah Ball si concentra sulla lentezza della nostra burocrazia, vero grande scoglio della nostra ripresa economica. Il loro articolo comincia con la testimonianza di un imprenditore italiano Bernardo Caprotti. “Bernardo Caprotti era un imprenditore di 45 anni quando decide di comprare un appezzamento di terreno di periferia per costruirci un nuovo supermercato. I permessi di costruzione sono arrivati da poco. Lui ora ha 88 anni. La sua catena di vendita al dettaglio con sede a Milano, Esselunga SpA, sta affrontando dal 1971 i burocrati locali che hanno ciclicamente sollevato preoccupazioni sul volume di traffico, l’adeguatezza architettonica e la vicinanza con un monastero medievale (…) L’attesa di Capriotti per aprire un negozio è un piccolo simbolo di un problema persistente in Italia (…) Le radici del problema, dicono molti italiani, si trovano nel modo in cui interessi acquisiti nei settori pubblici e privati si sono incollati all’economia, impedendo il cambiamento che dovrebbe sostituire le vecchie pratiche con le nuove, più efficienti, e frustrando ripetutamente i tentativi politici di scuotere il Paese.” (…) (M. Walker, D. Ball,Can Italy Finf Its Way? Resistance to Change Means Slow Recovery, WSJ, 29 Aprile 2014)
Manuel Valls et Matteo Renzi: un axe franco-italien pour sortir de la crise?, titola le Figaro nella sua rubrica Vox Politique. Qui il Prof. Christophe Bouillaud scrive: “Valls non incarnare una rottura di dottrina con il passato recente ma ridare vita a efficienza volontà (…) Al contrario Matteo Renzi rappresenta senza dubbi l’aspirazione al rinnovamento della grande massa di militanti e quadri intermedi del Partito Democratico (…) Allo stesso tempo, visto il loro opportunismo può aiutarli a cogliere l’occasione, soprattutto dopo le elezioni europee. Visti i risultati elettorali probabili nei due Paesi, potranno entrambi argomentare:’la crescita subito o presto sarà caos’”. (C. Bouillaud, Le Figaro, 28 Aprile 2014)
Titola il suo articolo Philippe Ridet: Les nouvelles provocations de Silvio Belrusconi sont-elles encore une info? “Bisogna parlarne? Quali novità presentano per l’autore di questo blog e i suoi lettori i nuovi attacchi di Silvio Berlusconi contro i tedeschi (per i quali ‘i campi di concentramento non sono mai esistiti’), contro il Presidente della Repubblica (che doveva dargli la grazia o contro i giudici (che hanno preso nei suoi confronti una ‘decisione politica’)? Propositi per cavalcare l’onda del sentimento ‘anti tedesco’ di parte degli italiani, gaffe dovuta ad uno spirito affaticato: ad ognuno il suo parere.” (…) (P. Ridet, Le Monde 29 Aprile 2014)
Berlusconi: Pour les Allemands ls camps n’ont jamais esisté titola Le Nouvel Observateur. “Nuova gaffe dell’ex Capo di Governo italiano che ce l’aveva con il socialista Martin Schulz, candidato alla Presidenza della Commissione Europa (…) Queste esternazioni sono state immediatamente denunciate dal Presidente dei Partiti socialisti europei (PSE) Serghei Stanichev, che le ha definite ‘spregevoli’. Ha chiesto ai dirigenti del PPE (Partito Popolare Europeo) di cui è ancora [ndr] membro FI, la formazione di centrodestra di Silvio Berlusconi. Così come il loro candidato alla Commissione Europea, Jean Claude Junker, di condannarlo.” (…) (AFP per Le Nouvel Observateur, 27 Aprile 2014)
Scrive Libération:“Il Cavaliere aveva preteso che i tedeschi non riconoscessero l’esistenza dei campi di concentramento. Accusa ora coloro che ha oltraggiato di manipolazione elettorale e riafferma la sua amicizia per la Germania e Israele (…) Silvio Berlusconi accusa la ‘sinistra europea’ di essersi lasciata andare ad ‘un’ennesima speculazione’ estrapolando una frase che faceva parte di ‘un ragionamento che aveva fatto sul candidato della sinistra Martin Schulz’ (…) se l’era presa con il socialista tedesco Martin Schulz, sua bestia nera e candidato alla Presidenza della Commissione europea.” (…) (AFP per Libération, Point Godwin: Berlusconi dérape et se rattrape (mal), 28 Aprile 2014)
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