G7Energia, diversificare le fonti
Il G7 Energia che si è riunito a Roma è stato centrato sul problema della sicurezza degli approvvigionamenti ed ha prodotto una dichiarazione congiunta che ruota intorno ai principi della diversificazione delle fonti e della produzione locale. I Ministri di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Gran Bretagna e Usa hanno preso spunto dagli ‘eventi in Ucraina come conseguenza della violazione della sovranità ed integrità territoriale da parte della Russia’ per promuovere una strategia collettiva che porti a superare la dipendenza da singoli Paesi. Una strategia studiata sul breve, medio e lungo periodo, che sulla massima distanza prevede la ‘diversificazione delle fonti’ con lo sviluppo delle Rinnovabili per ridurre il riscaldamento del clima, mentre sul breve e medio ‘riconosce che i combustibili fossili rimangono ancora un elemento importante del nostro mix energetico’ e quindi considera la ‘diversificazione delle fonti’ come più ampia distribuzione geografica di quelle convenzionali, cioè degli stessi combustibili fossili.
Tutto secondo i pronostici degli osservatori, quindi, che avevano messo in rilievo il ruolo del nostro Paese al quale spetta la guida del primo Semestre della prossima legislatura europea e avevano notato l’avvicendamento Letta-Renzi durante l’escalation della crisi ucraina e la sollecita visita del nuovo premier a Downing Street. Un Paese, l’Italia, che in questo scenario ha un ruolo centrale anche dal punto di vista geografico, perché potrebbe essere hub del nuovo gasdotto Tap proveniente dai giacimenti orientali e rimane un passaggio obbligato per le rotte degli idrocarburi provenienti da sud. E che, con Eni e Snam, costituisce una potenza mondiale tanto nella produzione quanto nel trasferimento di gas e petrolio ed intrattiene buoni rapporti commerciali con la Russia. Le nuove ipotesi di tracciati come il Tap, che costituirebbe una risorsa per l’Italia, andrebbero evidentemente a ‘compensare’ la modifica dei precedenti rapporti, provocata, come espresso nella dichiarazione congiunta, dalla Russia. Una evoluzione di scenario nella quale si inseriscono le nomine nelle aziende: giovedì 8 si terrà l’assemblea di Eni, dalla quale dovrà emergere la nuova guida del grande gruppo italiano nel settore delle energie convenzionali che si annuncia all’insegna del cambiamento.
Insomma, quello che sembra delineato con l’idea ‘diversificazione delle fonti’ è il passaggio da un sistema di produzione e distribuzione di combustibili fossili fondato su pochi centri e vettori ad uno ‘distribuito’, ben più ramificato e capace di assorbire eventuali deficit sia produttivi che di trasporto di alcuni suoi punti. Un sistema molto più difficile da condizionare, colpire o comunque mettere in crisi di quello attuale. Ma un sistema fondato ancora sulle energie ‘convenzionali’: come previsto, l’attenzione centrata sull’aspetto strategico dell’energia ha messo infatti in secondo piano il ‘come’ questa debba essere prodotta, se cioè debba esserlo attraverso le tecnologie convenzionali oppure con un crescente ricorso alle fonti rinnovabili.
Il G7 Energia ha insomma fatto leva sull’emergenza per tutelare lo status quo della produzione piuttosto che impegnarsi nell’innovazione. Nella conferenza stampa conclusiva del G7 Energia il Ministro allo Sviluppo Economico Guidi ha rispettato quantitativamente il limitato spazio dedicato all’opzione Rinnovabili dalla lunga dichiarazione congiunta dei Sette. Anche se l’identikit tracciato da Guidi di ‘energie prodotte localmente e sostenibili’ si adatterebbe perfettamente alle Rinnovabili. Il vero ‘memo’ sulle stesse Rinnovabili, questione alla quale il 70 per cento dei cittadini europei chiamati a giorni a votare si dichiara molto attento, è stato fatto invece dal Movimento Cinque Stelle nonché dai Verdi Europei, mentre il gruppo di lavoro che sostiene il Consiglio Nazionale della Green Economy ha con l’occasione presentato una serie di proposte per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Il Consiglio, che ha per riferimento gli Stati Generali della Green Economy, ha stigmatizzando come ‘attacchi al settore delle Rinnovabili’ i recenti provvedimenti, reali o minacciati, della esclusione dal reddito agrario della energia rinnovabile prodotta dagli agricoltori contenuta nel Decreto legislativo Irpef-Spending Review, della riduzione del credito di imposta agli utenti del teleriscaldamento a biomassa/geotermia (Decreto Destinazione Italia), della ipotesi circolata in questi giorni di taglio agli incentivi esistenti, il cosiddetto ‘spalma incentivi’: tutte iniziative che ‘riportano indietro l’orologio dello sviluppo’, secondo l’organo unitario delle imprese verdi italiane.
In calce alla dichiarazione congiunta, le disposizioni finali: la promessa di aiuto alla Commissione Europea per lo sviluppo di un piano di emergenza energetica per l’inveno 2014-2015, la richiesta all’Agenzia Internazionale per l’Energia di presentare entro sei mesi una serie di opzioni per azioni individuali e collettive dei G7 nel campo della sicurezza del gas, e infine il supporto tecnico alla stessa IEA, all’Agenzia Internazionale per l’Energia Rinnovabile e alle istituzioni finanziarie internazionali per facilitare gli scambi con l’Ucraina e altri Paesi europei impegnati nello sviluppo delle proprie fonti di idrocarburi ‘indigene’ e delle energie rinnovabili e per migliorare la loro efficienza energetica.
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