Rassegna stampa estera
Orgoglio, umiliazione, bruciante, incivile, violenza, dolore, mafia, debolezza. Non sono “Tag”, ma le parole più ricorrenti che ci sono saltate agli occhi leggendo quanto la stampa estera aveva scritto riguardo la drammatica finale della “prestigiosa” Coppa Italia di Sabato scorso.
Il titolo del pezzo di Johann Crochet apparso sul seguitissimo giornale on line Goal, tradotto in decine di lingue e con sedi in mezzo mondo è tra i più significativi e dolorosi: “Una corda e una sedia: quando il calcio italiano si suicida in Mondovisione”. Mondovisione sì, lo spettacolo che non avremmo mai voluto rendere pubblico non solo è stato seguito in diretta da milioni di italiani, ma lo hanno visto nel mondo intero. Scrive ancora Crochet:”Il calcio italiano si trova oggi ostaggio dei suoi tifosi. E’ meglio non utilizzare il termine ‘ultrà’ con leggerezza, perché molti di questi ultrà, la maggioranza forse, sostengono la loro squadra e non cadono in certe derive diventate banali. Ma ci sono, in ogni club, degli irriducibili, assetati di mazza e potere, abbandonati da una Repubblica egocentrica dove l’egoismo regna ad ogni livello, quei tifosi che si sentono più importanti della loro squadra.” Parole pesanti, ma che devono farci riflettere.
La stessa percezione l’ha avuta Jim Yardley che descrive dalle pagine del New York Times il “momento umiliante” vissuto dal calcio italiano, e dall’Italia. “L’immagine più bruciante”, scrive il giornalista, “è stata quella di vedere l’inciviltà del campo di calcio, inciviltà incarnata da de Tommaso, sospettato di avere legami con la criminalità organizzata, seduto sopra la recinzione di sicurezza, che alzava le mani per calmare i suoi seguaci, mentre il Primo Ministro e altre autorità sedevano passivamente nell’area VIP”. Anche Anne Le Nir per RFI utilizza parole pesanti affermando che “il potere italiano è stretto tra mafia e violenza negli stadi”. “Sabato, allo stadio Olimpico di Roma (…) si è vista la debolezza delle istituzioni confrontate ad un gruppo di ultrà”. La Le Nir sottolinea più volte nel suo articolo come personalità come il Presidente del Senato e il Primo Ministro siano apparse “impotenti”. “Perché non sono stati utilizzati gli altoparlanti per far sapere alle curve come stavano i feriti?” Si chiede la giornalista (e i media in generale). Ma non viene riportato solo questo brutto episodio dalla stampa estera.
Luis Lema per lo svizzero Le Temps, fa nel suo editoriale una interessante analisi sulla politica italiana, ma lancia anche un monito a Renzi. Le luci sono ora puntate su di lui, ma gli “spettatori elettori”, come gli definisce il giornalista, si stancano in fretta in questo mondo che va avanti al ritmo di “zapping”. Scrive Lema: “ l’Italia politica è un mondo a sé. Un formicaio in continuo movimento e, nello stesso tempo, il luogo dei blocchi più scoraggianti. E’ una miniera per gli studiosi di Scienze Politiche alla ricerca di nuove categorie: il lungo regno della DC, l’incredibile performance televisiva di Berlusconi andata avanti per decenni, l’irruzione della Lega Nord, il comico Beppe Grillo, che esce dalla sua scatola magica. Tante innovazioni politiche che hanno il loro perché nel teatro della politica italiana, ma che sono anche quello che si percepisce essere (e si spera sia) più i primi passi di quello che da crisalide si trasformerà in farfalla, in questo Paese in transizione perpetua”. Il giornalista si chiede se Renzi sarà “quello giusto”, anche come riferimento da seguire per una sinistra in piena crisi identitaria (non solo in Italia), in una Europa dove i populismi stanno pericolosamente avanzando. Il monito del giornalista è che la disinibizione di Renzi, se può essere seducente da una parte, dall’altra esaspera: il suo voler imitare Blair e Obama, incantare la sinistra francese di Valls deve avere risultati tangibili quasi immediati altrimenti lo “spettatore elettore” rapidamente passerà ad altro, nel tempo di uno “zapping”.
Ce n’è anche per Grillo, maggiore competitor di Renzi oggi in Europa. Dominique Dunglas, su Le Point nel descrivere lo spettacolo “Ode alla Gioia” fa una amara analisi della situazione di disincanto che pervade l’Italia nei confronti di queste importanti elezioni. “Grillo ha fiutato l’affare. Tradizionalmente favorevole all’Europa, l’opinione pubblica transalpina gli ha voltato la schiena con la crisi. Il 53% degli europei non considera più l’Europa come una opportunità, ma come uno svantaggio”, scrive Dunglas. E paragona queste elezioni come banco di prova per Renzi e il PD intero, un referendum che sancirà la legittimazione (sempre in discussione) del Governo. Ancora percezione di disincanto nei confronti di queste elezioni arriva a Patrick Jackson nel suo articolo per la BBC. Su otto persone intervistate per le strade di Milano, “nessuna prevedeva di votare: un disoccupato, un commesso sottopagato, un operaio, due artisti, due studenti universitari e un ingegnere. Il disincanto ha raggiunto livelli tali che anche il voto di protesta personificato dal comico Beppe Grillo ha perso il suo appeal”. Concludiamo con una frase scritta da Patrick Jackson che deve essere uno spunto di riflessione importante: “Ma non è per la mancanza di entusiasmo per la Democrazia che la gente rimarrà a casa il 25 Maggio, grande è il desiderio di buoni leader”.
“Ciò che è successo ieri a Roma, durante la finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli, non è che l’ennesima pallottola sul piede che si è sparato il calcio italiano”, scrive Johann Crochet. “(…) Queste persone (i tifosi ndr) si sentono forti, detengono una parte del potere, fanno affari impunemente e si ritrovano allo stadio come potrebbero riunirsi in una fabbrica in disuso: il luogo serve come sfogatoio permanente, sui giocatori, altri tifosi, i politici (…) Oggi si assiste ad una evoluzione molto negativa di ‘fare tifo’. Non si va più allo stadio per sostenere la propria squadra ma per insultare i rivali.” (…) (J. Crochet,Une corde, une chaise: quand le foot italien se suicide en mondovision, Goal.com, 4 Maggio 2014)
Pride of Italy Takes a Dive as Soccer ‘Ultras’ Gain Control, titola il suo pezzo sul NYT Jim Yardley. “Il teppismo nel mondo dei tifosi è un problema diffuso in Europa, anche se le autorità di molti Paesi hanno agito su di esso con successo negli ultimi anni. In Italia, molti analisti dicono che la autorità non hanno mai pienamente affrontato il problema, così come altri invece ritengono responsabili i politici di non aver preso di petto le questioni economiche e politiche che deve affrontare il Paese”. (…) (J. Yardley, NYT, 5 Maggio 2014)
Anne Le Nir parla anche di mafia coinvolta nella violenza delle curve. Nel suo articolo scritto per RFI Le pouvoir italien pris entre mafia et violence dans les stades riporta le prime reazioni dopo l’accaduto. “(…) Lunedì il Ministro degli Interni ha annunciato la sua volontà di estendere, nella durata e nello spazio, il DASPO. Ha proposto di raddoppiare questa sanzione di cinque anni a dieci, in caso di recidiva. Ma il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, afferma voler far finire il Campionato prima di prendere qualsiasi misura che possa ‘restituire il calcio alle famiglie’. Anche la commissione parlamentare antimafia si è impegnata ad ‘esaminare a fondo il rapporto tra tifosi e mafia’.” (A. Le Nir, RFI, 6 Maggio 2014)
Luis Lema nel suo Matteo Renzi au royaume di zapping scrive come “per una sinistra in piena ricerca di identità, questo modo renziano di affrontare la politica in modo completamente disinibito sia quantomeno seducente. Alla vigilia delle elezioni europee, nel mezzo di un paesaggio desolato dove non si parla che di nervosismi e riflessi populisti, è un modo per arginare dei pericoli più seri. Ma avvicinarsi alla fiamma, può essere ovviamente, un gioco pericoloso. Non solo perché contribuisce a banalizzare quello stesso populismo, ma soprattutto perché, in questo regno dell’immediatezza, la stanchezza arriva in fretta.” (…) (Luis Lema, Le Temps, 7 Maggio 2014)
Elections Européennes –Italia: Beppe Grillo, un cyclone sur l’Europe . Così definisce Dunglas il comico genovese che da mesi gira l’Italia un po’ facendo campagna elettorale nelle piazze, un po’ attraverso il suo spettacolo. “Nei suoi spettacoli, Grillo si espone addirittura arrivando a proporre la cancellazione di parte del debito dell’Italia. E’ serio? E’ impossibile dirlo, perché non si sa mai se è il comico o l’ideologo a parlare. (…) Più che in Europa, un tale successo (diventare il primo partito italiano, ndr) avrebbe delle conseguenze immediate nella penisola. Matteo Renzi è, in effetti, dopo Enrico Letta, il secondo Presidente del Consiglio che non è stato legittimato dalle urne. Lo scrutinio europeo prende il valore di referendum pro o contro il Presidente del Consiglio. Un fallimento, anche relativo, del PD il 25 Maggio suonerebbe la campana a morte dell’esecutivo dell’ex Sindaco di Firenze.” (…) (Dominque Dunglas, Le Point, 7 Maggio 2014)
Patrick Jackson nelle sue interviste on de road Milano ha raccolto tante testimonianze e impressioni. Una per tutte, quella ad un affermato ingegnere sradicato dal Sud: “(…) I ragazzi al Nord pensano al loro futuro solo quando compiono 18 e devono andarsene da casa. Al Sud, i ragazzi conquistano un istinto di sopravvivenza che gli obbliga a pensare al domani. Ricorda i piani fatti con i suoi amici quando aveva 16 anni. Anche loro oggi sono uomini di successo, dottori, avvocati, manager . Quello che serve all’Italia è quello stesso impulso, una figura carismatica e lungimirante che accenda nuovamente la fiamma della passione per Paese e per l’Europa.” (P. Jackson,European elections: Seeking passion in disenchanted Italy, BBC News, 8 Maggio 2014)
©Futuro Europa®