Mi piaceva farle soffrire

«Il mostro è uno della porta accanto, il vicino gentile e poco appariscente che fa un mestiere qualunque; uno di quelli che chiamiamo nelle nostre case per riparare piccole cose e con cui magari parliamo del tempo mentre lavora. Uno di noi. Cosa ci aspettavamo? Uno vestito come Freddy Kruger oppure un clone di Hitler oppure uno pieno di tatuaggi magari avanzo di galera? Le perversioni non sono classiste, sono estremamente democratiche.

La modalità del tipo “normale” sono agghiaccianti. E lo sono state anche le interviste con le colleghe di quella povera ragazza. Tutte straniere che in un italiano approssimativo hanno raccontato ai vari cronisti una vita fatta di squallidi adescamenti, di storie al limite del macabro, di grandi solitudini. Io credo che non sia degno di chiamarsi civile uno Stato che permette questo. La prostituzione dovrebbe essere regolamentata, queste ragazze che decidono di vendere il loro corpo per vivere, dovrebbero almeno lavorare in sicurezza.

Spesso ho pensato alla Senatrice Merlin e alla sua Legge che, nell’epoca in cui venne pensata, aveva sicuramente un senso. Dava una dignità a persone che erano schedate e ghettizzate, liberava alcune da una vera schiavitù esercitata da altre donne nei loro confronti.

Ma purtroppo i tempi sono degenerati. La prostituzione è diventata un vero business per gente senza scrupoli che recluta ragazze dall’est o dall’Africa più derelitta e le costringe a battere.

Le ragazze sono prigioniere dei loro papponi e spesso la loro famiglia di origine e tenuta in ostaggio, come garanzia che la ragazza non scappi. Una roba aberrante. E spesso di pari passo alla prostituzione va anche lo spaccio di droghe.

E allora mi chiedo, perché non aprire dei centri appositi dove queste ragazze possano fare il loro lavoro? Potrebbe essere anche una fonte di reddito per lo Stato che potrebbe tassare le prestazioni. Quello probabilmente sarebbe la parte più interessante, vedere la valutazione delle prestazioni da parte di solerti e ineccepibili funzionari.

E non arriccino il naso i moralisti; la prostituzione esiste e alcuni quartieri sono, al calar della sera, ostaggi di lucciole e clienti, papponi e pervertiti e anche uscire per far passeggiare il cane può essere un pericolo.

Purtroppo l’Italia ha firmato una convenzione dell’ONU, la convenzione 1949/1951 per cui abrogare la legge non e’ proprio semplice; bisogna prima lavorare su questo, ma non so davvero come sia possibile. Ma credo sia molto importante almeno provarci. E credo che se fosse in vita, anche la Senatrice Merlin acconsentirebbe.»

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