Grillo, pseudodemocrazia digitale

L’avvento di Grillo nella politica italiana ha certamente scombussolato gli schemi di un sistema che, negli ultimi decenni, non ha sostenuto il passo dello sviluppo digitale della società. A favorire questa arretratezza tecnologica ci sono i dati sul digital divide del nostro paese, fanalino di coda delle democrazie industrializzate del nostro continente. Come detto, Grillo ha preferito la strada della “democrazia digitale” abbandonando lo strumento principe per la diffusione dell’informazione di massa che da decenni la monopolizza: la televisione. Questo mezzo, il cui dominatore incontrastato è senza dubbio Berlusconi ha ancora una forte capacità catalizzatrice sulla popolazione italiana, restia a lasciarlo per passare alla più dinamica informazione digitale.

Il movimento creato da Grillo invece ha deciso di fondare la sua struttura esclusivamente sulla partecipazione politica via web. Ogni decisione, dalla scelta dei candidati alla loro espulsione, dalla scelta dei temi politici alla comunicazione esterna, avviene esclusivamente nella rete. Per alcuni opinionisti e sicuramente per tutto il Movimento 5 Stelle, questa è la massima espressione di democrazia diretta oggi realizzabile, con la quale è possibile coinvolgere i cittadini nella cosa pubblica.

Ma i dubbi su questo strumento sono moltissimi, parte legati alla stessa figura di Grillo, che certamente di democratico ha ben poco, parte legata agli effettivi risultati rispetto alle decisioni della “Rete”.

Innanzitutto ciò che viene millantato per “decisione popolare” ha in realtà i connotati di una oligarchia. La televisione colpisce fasce trasversali della popolazione, permettendo una diffusione uniforme dell’informazione. Il web, dal canto suo, è utilizzato da una fetta bene definita della popolazione, con una determinata conoscenza dello strumento e soprattutto di età precisa. La massificazione del Movimento è dovuta solo al riflesso che ha sui mass media tradizionali che certamente non ne definiscono in particolare i suoi caratteri più interni.

Altri dubbi compaiono sul reale dibattito interno. È risaputo che le contestazioni sul blog non sono ammesse, è accaduto spesso di veder mandare via iscritti non allineati al pensiero grillino in malo modo, espulsioni, a detta dei gestori del blog, avvenute tramite il consenso della rete. Ma questa rete chi è? Vi è un immenso alone di mistero di chi siano gli attivisti del blog grillino, non è facile capire se siano effettivamente semplici cittadini o truppe organizzate.

Quella di Grillo non è una rivoluzione democratica digitale, siamo di fronte ad un oscuro mondo del quale poco si sa. Il rischio reale è quello di trovarsi di fronte ad una nuova casta, la casta del web, che solo all’apparenza potrà portare ad una rinnovata partecipazione alla cosa pubblica.

©Futuro Europa®

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