È made in Italy il vino ecosostenibile

La sostenibilità, un principio fondamentale per un prodotto come il vino che vede fra i contenuti richiesti dai consumatori tanto la qualità quanto i criteri e i valori produttivi, è una realtà: grazie a VIVA, l’etichetta presentata al Vinitaly dal Ministero dell’Ambiente per riconoscere i vini prodotti attuando in tutta la filiera il principio della sostenibilità.

La nuova etichetta rappresenta il compimento del progetto del Ministero ‘Viva Sustainable Wine’, realizzato per guidare il consumatore nella scelta del vino italiano ecosostenibile. Ma l’iniziativa, presentata alla fiera veronese che per la prima volta ha realizzato quest’anno il salone ‘Vinitalybio’ riservato ai vini biologici certificati, parte da lontano: dalla realtà produttiva di 53 mila ettari, il 6,5 per cento dei vigneti nazionali, coltivati con criteri biologici che hanno portato il nostro Paese al secondo posto per estensione a livello mondiale, con risultati brillanti come il terzo posto sull’export, con una quota del 13%, fra gli esportatori di vini bio negli Stati Uniti. Ai contenuti ‘bio’ si sono aggiunti poi i criteri di produzione sostenibili, ovvero l’intera filiera: e ancora una volta il Vino si è reso capofila della evoluzione qualitativa del settore agroalimentare italiano.

E’ su questa traccia di evoluzione dai soli contenuti ‘bio’ alla ecocompatibilità dell’intera filiera produttiva che ha lavorato, parallelamente al Ministero dell’Ambiente, il Forum per la Sostenibilità ambientale del Vino: una iniziativa che ha riunito aziende come Montefalco, GeaVite, Magis, Tergeo, Mattm e Salcheto di Michele Manelli. Quest’ultima azienda ha dato origine nel 2012 ad un modello esemplare di filiera sostenibile: il Gruppo di Lavoro Salcheto Carbon Free di Montepulciano, prima realtà vinicola europea completamente scollegata dalla rete elettrica nazionale. Salcheto Carbon Free ha potuto raggiungere questo obiettivo attraverso sistemi innovativi di produzione energetica: collettori che convogliano la luce solare tra le mura della cantina, giardini verticali, recupero di ventilazioni naturali fredde notturne per isolare dal caldo estivo, e poi l’utilizzo del gas autoprodotto dalla fermentazione per movimentare i vini. Inoltre, un terzo del fabbisogno energetico dell’azienda è ricavato dalle biomasse: cippato da vigneto, cespuglietti, alberature, siepi. Inoltre l’azienda sfrutta la risorsa geotermica attraverso un reticolo di sonde interrate a bassa profondità lungo i filari ed il fotovoltaico per  produrre energia elettrica.

Il progetto del Ministero dell’Ambiente che ha portato all’etichetta VIVA ha coinvolto nove aziende del settore: Castello Monte Vibiano Vecchio, F.lli Gancia & C, Marchesi Antinori, Masi Agricola, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Planeta, Tasca d’Almerita e Venica&Venica. Le aziende sono state scelte sulla base di criteri geografici e di prodotto e con la collaborazione di tre enti di ricerca: Agroinnova, Centro di Competenza dell’Università di Torino; il Centro di Ricerca Opera per l’agricoltura sostenibile dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ed il Centro di Ricerca sulle Biomasse dell’Università degli Studi di Perugia. Oltre ai nove produttori iniziali, hanno aderito a VIVA le aziende Arnaldo Caprai, Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, Cantine Riunite & CIV, Donnachiara, La Gioiosa, Principi di Porcia, Vicobarone e Vinosia. I produttori hanno sottoposto il loro processo produttivo ad una valutazione dell’impronta ambientale dal campo al consumo. Grazie all’individuazione di quattro indicatori, Aria, Acqua, Territorio e Vigneto, e dai relativi disciplinari, le aziende hanno potuto misurare l’impatto della loro produzione in termini di sostenibilità ed intraprendere, su base volontaria, un percorso di miglioramento. I dati sono stati validati da un ente terzo indipendente e riconosciuto e sono stati resi accessibili attraverso l’etichetta del Ministero, che rimanda con un QRcode alla pagina web che contiene descrizione del prodotto, valori numerici e grafici: esiste infatti una applicazione VIVA per tutti i sistemi di telefonia mobile smartphone e tablet.

Il progetto VIVA è mirato inoltre ad ulteriori obiettivi: tracciare le linee guida per una produzione sostenibile, sviluppare un codice che permetta una certificazione per le aziende che le adottano, formare tecnici per lo sviluppo di protocolli di sostenibilità nel settore e sensibilizzare il consumatore sul mercato interno ma anche su quello internazionale. Il progetto VIVA è ora a disposizione di tutte le aziende del settore.

©Futuro Europa®

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