Rassegna stampa estera
“Grandes Affaires”, “combines”, “scandals”, “corruption”, “Briebsville”. Il ritorno dei fantasmi di un passato mai chiuso. Questo è quanto si legge sulla stampa estera dopo gli ultimi arresti per Expo 2015. Come scrive Dominique Dunglas su Le Point “l’Esposizione universale Milano 2015 doveva essere la vetrina planetaria di un’Italia forte della sua cultura e del suo savoir faire, ma anche conquistatrice e ringiovanita, a immagine e somiglianza del suo Presidente del Consiglio. Un sogno infranto giovedì scorso con l’arresto di sette amministratori. (…) Un film di serie B dal titolo scontato: Mani pulite, il ritorno”.
Sullo stesso tono Guy Dinmore sul Financial Times. Scrive il giornalista: “gli ex politici fermati per Expo 2015 erano stati in carcere negli anni ‘90”. “Utilizzare metodi corruttivi è la normalità per il mondo degli affari e della politica italiani”, accuse pesanti, ma inconfutabili. Prosegue la sua analisi Dinmore affermando che “per il più giovane primo Ministro d’Italia, le accuse di corruzione, dettagliate in un mandato d’arresto di 600 pagine, rappresentano la prima vera sfida alle sue promesse di ripulire la vecchia guardia del Paese. Purtroppo Renzi non sarà aiutato da una magistratura notoriamente lenta. I processi a funzionari e uomini d’affari accusati di corruzione per aggiudicarsi gli appalti per il G8 che si è tenuto in Italia nel 2009 sono appena cominciati”. Come scrive ancora Dinmore, “queste rivelazioni hanno danneggiato la campagna del Governo per stimolare gli investimenti stranieri”.
Anche Richard Heuzé su Le Figaro parla del “ritorno dei grandi scandali politico-finanziari ,20 anni dopo Tangentopoli. Scrive Heuzé: “si ritrovano dietro le sbarre industriali, ma anche figure come Primo Greganti, losco personaggio già coinvolto venti anni fa nelle inchieste di Mani Pulite: Soprannominato il Compagno G, questo ex dirigente del Partito Comunista, oggi settantenne, era considerato all’epoca come il trait d’union tra faccendieri e Cooperative rosse”. A questo scandalo il giornalista francese ne collega un altro: l’arresto dell’ex Ministro degli Interni Claudio Scaloja e del suo coinvolgimento nella fuga a Dubai di Matacena. Ce n’è anche per Marcello dell’Utri. Nonostante la bomba Expo 2015, Colleen Barry per ABC News, titola il suo articolo 2015 Milan Expo Will Go on Despite Scandal. Scrive Barry che “lo scandalo che ha travolto Expo 2015, è solo uno di una lunga serie di scandali che hanno afflitto gli appalti pubblici negli ultimi anni, ed è uno spiacevole promemoria di quanto endemica sia ancora la corruzione in Italia, nonostante le indagini di Mani Pulite. La giornalista riporta la nostra posizione sulla scala della Trasparenza Internazionale che ci vede al 69° posto dopo Montenegro e appena prima del Kwait. Sottolinea come “lo scandalo ha dato forza al Movimento – anti-establisment – 5Stelle, appena due settimane prima le elezioni Europee, ma, afferma Renzi ha fermamente ribadito che “anche se bisogna mettere fine ai furti, il progetto non può essere fermato. Si fermano i ladri”.
Ancora sull’autorevole Bloomberg Businessweek, Marco Bertacche e Lorenzo Totaro scrivono: “la ripresa dell’Italia macchiata dal passato”. “Al centro delle indagini di polizia, Expo 2015 è uno dei pilastri del piano di Renzi per rilanciare la terza economia dell’eurozona (…) Invece lo scandalo rischia di focalizzarsi a lungo termine sul malessere creato da un lascito di scandali e corruzione, venuti allo scoperto negli anni ’90 con Tangentopoli, e che continuano a distruggere il sistema politico post-bellico della Nazione”.
Ciliegina sulla torta un articolo apparso su El Watan dal titolo molto esplicativo: Beyrouth, la dolce vita des fugitifs. Scrive la corrispondente da Roma Nacera Benali: “Il Paese del Cedro è diventato la destinazione di lusso degli uomini politici condannati, degli imprenditori corrotti e dei complici della mafia italiana. E i Magistrati della Penisola hanno molte difficoltà ad ottenere l’estradizione di tutte questo bel mondo”.
La stampa estera ha dedicato tanto spazio anche all’ennesimo dramma che ha colpito centinaia di migranti naufragati in mezzo al Mare Nostrum. La notizia, oltre ad essere stata ripresa dalle principali testate estere, come New York Times e Time per esempio, ha avuto ampia risonanza sulla stampa africana. Si legge su Cameroonvoice riprende le parole del Ministro Alfano “che minaccia, in mancanza di un intervento dell’UE, di lasciar partire verso gli altri Paesi dell’Unione i rifugiati arrivati dall’Africa che l’Italia raccoglie dal mare”. “I Paesi del Sud dell’Europa, in prima linea nell’accoglienza dei rifugiati, chiedono anche un cambio della regola che vuole che chi chiede asilo rimanga nel Paese dove arriva”. “Una tragica normalità” la definisce la definisce il direttore della Caritas di Catania, Padre Pier Galvano, alla quale la nostra società si sta abituando e Au Fait Maroc mostra quanto ampio sia il problema che colpisce non solo l’Italia: “le autorità libiche (…) hanno minacciato di ‘facilitare’ il transito dei clandestini verso l’Europa, se l’Unione Europea non aiutava la Libia a lottare contro questa piaga”. Forse è il momento si mettere fine alle polemiche innescate anche dalla Signora Ashton e agire concretamente.
Marco Bartacche e Lorenzo Totaro scrivono: “(…) Il Primo Ministro ha utilizzato il suo viaggio di ieri a Milano più per limitare le ricadute del’ondata di arresti per corruzione che per segnare i progressi di una ripresa nascente che probabilmente verrà rafforzata nel primo trimestre (…) ‘Milano vincerà la sfida dell’Expo proprio come l’Italia uscirà dalla paura e dalla disperazione’, ha detto ieri Renzi durante la sua visita al quartier generale della manifestazione. ‘Se riusciremo con l’Expo, possiamo dimostrare che l’Italia è capace’ (…) Gli arresti della scorsa settimana hanno macchiato questa ambizione.” (…) (M. Bartacche, L. Totaro, Bribesville Revisited: Italy’s Recovery Stained by Legacy”, Bloomberg, 14 Maggio 2014)
2015 Milan Expo Will Go on Despite Scandal, titola il suo articolo Colleen Barry. “ L’esposizione Mondiale del 2015 è stata pubblicizzata come espressione della capacita dell’Italia di emergere da una lunga crisi economica, ma uno scandalo che ha coinvolto personaggi già implicati venti anni fa nelle indagini di Mani Pulite, dimostra che poco è cambiato.”(…) (C. Barry, ABC News, 13 Maggio 2014)
Nacera Benali dopo una lunga analisi della storia dei vari dell’Utri, Scaloja e Matacena, e del nostro sistema giudiziario, conclude il suo articolo così: “Gli italiani, rivivono l’incubo della gigantesca operazione anticorruzione Mani Pulite, condotta all’inizio degli anni ’90. Nell’attesa che la giustizia sbrogli la matassa degli intrecci politico-mafiosi-finanziari, i potenziali condannati preparano in segreto il loro asilo in Medio oriente. La bella Beirut e le sue serate folli sapranno chiudere un occhio, purché i fuggitivi siano ‘amici di amici’ molto abbienti. Per consolare i Magistrati italiani, questi ultimi potranno sempre intonare la celebre canzone della diva libanese Fayrouz, Rajioun (ritorneremo). (N. Benali, Beyrouth, la dolce vita des fugitifs, El Watan, 13 Maggio 2014)
Scrive Guy Dinmore sul Financial Times: “(…) Tra gli arrestati della scorsa settimana per sospetta corruzione troviamo il top manager responsabile degli appalti di costruzione di Expo 2015 e due ex politici presumibilmente aventi funzione di intermediari per le imprese. Entrambi erano stati arrestati durante gli scandali di Tangentopoli nei primi anni ’90.”(…) (G. Dinmore, Corruption claims appear normal for italian business and politics, Financial Times, 12 Maggio 2014)
Le retour des grandes affaires consterne l’Italie, così Richard Heuzé su Le Figaro: “Venti anni dopo l’operazione Mani Pulite, I grandi scandali politico-finanziari tornano alla ribalta in Italia. A Milano gli investigatori si sono concentrati su Expo 2015, questo immenso cantiere alle porte della metropoli lombarda dove dovrebbe aprirsi tra un anno, il 1° Maggio del 2015, l’Esposizione Universale. Gli interessi in gioco sono considerevoli: 147 paesi verranno rappresentati, 20 milioni i visitatori attesi, gli investimenti si contano in miliardi di euro.” (…) (R. Heuzé, Le Figaro, 11 Maggio 2014)
Dominique Dunglas su Le Point scrive: “L’Esposizione Universale di Milano del 2015 è stata macchiata da uno scandalo che ricorda le ore più nere dell’inchiesta mani Pulite (…) Ascoltando i flash delle notizie radio, gli italiani hanno in effetti pensato che erano tornati 22 anni in dietro. Perché tutta questa storia evoca la corruzione degli anni ’90 smascherata dall’inchiesta Mani Pulite del Magistrato Antonio Di Pietro. Persino i nomi dei maggiori indiziati, Gianstefano Frigerio e Primo Greganti.” (…) (D. Dunglas, Le retour des affaires, des combine et de mani pulite, Le Point, 9 Maggio 2014)
Cameroonvoice riporta la “ ramanzina” rivolta” da Angelino Alfano all’Europa: “Questa reprimenda del’Italia arriva il giorno dopo il nuovo naufragio al largo dell’isola siciliana di Lampedusa dove le navi di “Mare Nostrum”, una unità della marina italiana, sono riuscite a salvare più di 200 persone (…) Il naufragio di lunedì, avvenuto al di fuori della zona controllata abitualmente dalla marina italiana, segue un’altra catastrofe dello stesso tipo avvenuta Domenica al largo delle coste libiche dove sono morte annegate 40 persone.” (…) (Reuters per Cameroonvoice, L’Italie menace de laisser entre les réfugés dans l’UE, 13 Maggio 2014)
Au Fait Maroc titola così l’articolo sull’ultimo dramma del mare: Immigration, encore un naufrage mortel au large del la Libye e prosegue: “Gli annunci macabri, che accompagnano i naufragi di imbarcazioni sovraccariche di migranti clandestini, si moltiplicano con l’arrivo di condizioni meteorologiche più favorevoli. Dopo la Libia che ha rivelato Domenica la morte di almeno 36 migranti e la scomparsa di altri 42 nel naufragio di una barca di fortuna non lontano dalle sue coste, lunedì l’Italia riporta un nuovo naufragio e il salvataggio di almeno 200 persone.” (…) ( Au Fait Maroc, 12 Maggio 2014)
©Futuro Europa®