Europee, soglia di sbarramento all’esame della Consulta

La legge elettorale per le Europee è stata rinviata alla Consulta. Il Tribunale di Venezia ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Felice Besostri che in passato aveva già impugnato il Porcellum, poi bocciato dalla Corte costituzionale. Sotto accusa la soglia di sbarramento, fissata al 4 per cento, che penalizza i partiti più piccoli, escludendoli di fatto dal Parlamento europeo. Anche la Corte costituzionale tedesca ha dichiarato incostituzionale lo sbarramento in vigore in Germania, al 3 per cento, perché non legato ad alcun principio di governabilità del paese.

Oltre che a Venezia, sono stati presentati ricorsi a Roma, Napoli, Cagliari e Trieste. Il rischio è che l’attuale legge per eleggere i 73 rappresentanti italiani a Bruxelles faccia la stessa fine del Porcellum e venga cassata dalla Consulta. “Il ricorso non intacca l’attuale tornata elettorale”, ha subito precisato il presidente del Tribunale di Venezia, Arturo Toppan. “La scelta del rinvio alla Consulta, anziché alla Corte di Giustizia europea è stato fatto anche sulla scorta dell’analoga vicenda avvenuta in Germania”. Il motivo, come detto, è la soglia di sbarramento al 4 per cento che per il Tribunale di Venezia “non appare sostenuta da alcuna motivazione razionale che giustifichi la limitazione della rappresentanza”, si legge nell’ordinanza. “Il Parlamento europeo, infatti, non ha il compito di eleggere o dare la fiducia ad alcun governo dell’Unione, al quale possa fornire stabilità di indirizzo politico e continuità d’azione”.

La Corte costituzionale tedesca ha fatto affidamento proprio a questo principio per esprimere un giudizio sulla legge in vigore in Germania che prevedeva uno sbarramento al 3 per cento. La sentenza della Corte di Karlsruhe è arrivata lo scorso 26 febbraio: “In base alle leggi attuali, la soglia del tre per cento non può essere giustificata”, si legge nella sentenza tedesca, “perché lede i principi di equità e pari opportunità”. La decisione della Corte era stata accolta con grande entusiasmo dai piccoli partiti tedeschi, in particolar modo da quello dei Pirati. Nel giugno dello scorso anno il Bundestag aveva ridotto la soglia di sbarramento dal 5 al 3 per cento proprio a causa di una precedente pronuncia della Consulta tedesca.

“La decisione è una prima parziale vittoria dei ricorsi promossi”, ha commentato l’avvocato Besostri, “c’è solo un problema di tempi per la decisione”. Impossibile pensare che venga presa prima del voto del prossimo 25 maggio, considerato che ormai manca una settimana. “Avrei preferito che il quesito fosse sottoposto alla Corte di Giustizia della Ue”, ha continuato Besostri, “ma l’esito è certo anche per i precedenti del Tribunale costituzionale federale tedesco”. Il motivo è presto spiegato: “Le norme costituzionali sul diritto di voto sono uguali nella Costituzione tedesca (art. 38 GG) e italiana (art. 48 Cost.) e la giurisprudenza tedesca in materia elettorale è un riferimento anche per la Consulta che ne ha fatto uso sul Porcellum”. L’attuale legge elettorale per le Europee, insomma, rischia davvero di avere i giorni contati.

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