Lombardia, terremoto Expo
Milano – Da due cose si capisce che siamo in campagna elettorale: dai manifesti e i gazebo che riempiono le strade e dalle pagine dei giornali che raccontano dell’ennesima indagine di corruzione. Questa volta ad entrare nell’occhio del ciclone ci sono gli appalti di Expo 2015.
L’Esposizione Universale, grande banco di prova per il paese, è diventata un osservato speciale della Procura di Milano. Dopo l’arresto del potente Direttore Generale di Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni (società di Regione Lombardia che si occupa di tutte le infrastrutture regionali, anche connesse ad Expo), la settimana scorsa sono scattate le manette per quattro personaggi accusati di aver ricevuto tangenti per poter manipolare appalti connessi ad Expo.
Angelo Paris, responsabile contratti di Expo, è l’unico non appartenente alla “classe politica” tra gli arrestati e con lui due vecchi “protagonisti” della stagione di tangentopoli: Primo Greganti, noto come il collettore delle “mazzette rosse” e Gianstefano Frigerio, esponente di Forza Italia. Insieme a loro anche l’ex senatore Luigi Grillo.
Secondo il Procuratore aggiunto Ilda Bocassini questi soggetti avevano costituito una vera e propria ”cupola” che prometteva ”avanzamenti di carriera”, grazie a ”protezioni politiche”, a manager e pubblici ufficiali disponibili a pilotare le gare a favore degli imprenditori che versavano le mazzette.
La conferma del sistema di mazzette è arrivata dall’imprenditore Maltauro, anche lui al centro dell’indagine, che ha confermato l’esistenza di una vera “cabina di regia” per la gestione di appalti Expo e appalti nella sanità lombarda (questi ancora da verificare). Secondo quanto risultato dall’interrogatorio, Maltauro avrebbe messo a disposizione della “cupola” 600 mila euro per indirizzare appalti e ottenere protezione politica.
Ovviamente la notizia, a due settimane dal voto, ha fatto scattare il piano di allerta al trentacinquesimo piano di Palazzo Lombardia: il Governatore Maroni ha subito annunciato una commissione d’inchiesta interna, la centralizzazione delle gare di appalto e persino un commissariamento dell’Assessorato alla Salute, in mano all’esponente di spicco di Forza Italia in Lombardia, Mario Mantovani. Di contro anche il Premier Renzi ha annunciato l’arrivo del magistrato Cantone quale supercommissario anticorruzione, chiamato ad un serrato controllo dei lavori da qui all’inaugurazione dell’esposizione nel 2015.
Le mosse annunciate da Maroni hanno di fatto scaldato gli animi all’interno della maggioranza in Regione, dove Forza Italia, rompendo gli indugi, ha deciso di non rimanere più alla finestra a guardare ma di entrare di forza nella gestione operativa della regione. Se le reazioni a caldo dell’ex ministro dell’interno dovessero trovare conferme anche nella pratica, ci troveremmo di fronte a mesi molto, molto bollenti.
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