Ignoriamo le sirene di stupide alleanze
Piaccia o meno, è assolutamente innegabile che oggi la scena politica è rappresentata, nel bene e nel male, da Renzi, Grillo e Berlusconi. Fin qui nulla di straordinario anche se, per certi versi, preoccupante. Ed è per questo che, come sempre avviene nelle altre formazioni politiche meno appariscenti, c’è chi vuole ipotizzare, sin da ora, alleanze future con qualcuno dei tre attori principali ai quali facevo cenno. Niente di più stupido.
Coloro che non sono rappresentati da Pd, Fi, Movimento 5 Stelle, hanno il dovere, nel loro stesso interesse, di porsi in gioco autonomamente con una loro identità alternativa se vogliono trovare un autorevole spazio. Ed è questo il compito di noi Popolari per l’Italia da portare avanti assieme al Nuovo centrodestra (Ncd) e all’Unione di Centro (Udc).
Per uscire da questa crisi che è sociale ed economica dobbiamo rilanciare quei valori, quegli ideali che nel passato furono il motore della ripresa italiana ed europea post-bellica e che furono autorevolmente rappresentati da statisti come De Gasperi, Schuman e Adenauer.
I grandi disegni politici richiedono umiltà, generosità, coraggio. Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia, ha dato prova sinora di saper incarnare queste tre virtù. E con lui molti di noi. Altrettanto dicasi di Alfano per la sua rottura definitiva con Berlusconi e di Cesa che ha battuto, nel corso del recente congresso dell’Udc, una linea equivoca ed indecisa che pur albergava all’interno.
In periferia c’è un risveglio di sentimenti di appartenenza a questo progetto con un entusiasmo che non può essere ignorato o vanificato da piccoli o meschini interessi personali. La sindrome di chi ripete a sé stesso «men simm’ e cchiù bell’ parimm’» non può appartenerci. E’ un atteggiamento tipico di chi, ricoprendo ruoli politici importanti, sa di non avere un’adeguata rappresentanza di consensi e allora preferisce mantenere lo status quo per non correre gli eventuali pericoli che il confronto con altri comporta. Abbiamo il dovere di superare queste remore psicologiche che sono ovunque presenti, anche fra noi, sebbene isolate. Dobbiamo immaginare di perseguire a breve una riunificazione di tutti i Popolari italiani ancora oggi disarticolati, certo meno che nel recente passato, ma comunque ancora non del tutto amalgamati.
Lo dobbiamo fare senza aprioristiche esclusioni e contro eventuali volontà egemoniche da parte di qualcuno con regole nuove di partecipazione che esaltino meritocrazia e rappresentatività, con uomini d’indiscussa moralità, con adeguate professionalità, con valori e ideali da rilanciare a noi stessi e alle nuove generazioni. Il resto, le piccole ripicche, le meschine invidie, le critiche fini a sé stesse, sono solo noia. In politica tutto è possibile, anche alleanze incestuose come quella tra Renzi e Berlusconi. Il problema è che se non sono corroborate da strategie, obiettivi e idealità comuni, sono destinate a naufragare miseramente.
Voler prefigurare fin da ora ipotetiche alleanze con immaginari vincitori non porta a nulla. La partita da giocare nel prossimo futuro è più grande di noi. Attrezziamoci per affrontarla con dignità e razionalità. L’Italia ce ne sarà grata.
©Futuro Europa®
[NdR – L’autore dell’articolo è eurodeputato del PPE, vicepresidente della delegazione Popolari per l’Europa al Parlamento europeo e socio fondatore del partito Popolari per l’Italia]